Tratto da “Sfrattati. Miseria e profitti nelle città americane.” di Matthew Desmond, premio Pulizer 2017
Sfratto e lavoro
Poi Ned perse il lavoro part-time di operaio edile. Fu licenziato per essersi assentato due giorni quando aveva aiutato la sua famiglia a traslocare del campo caravan. Rimanere senza lavoro poteva portare allo sfratto, ma era vero anche il contrario. Uno sfratto non solo faceva perdere tempo all’inquilino, costringendolo ad assentarsi dal lavoro, ma rappresentava un fardello psicologico e spesso era all’origine di errori. I lavoratori stressati sono spinti ad agire in modo non professionale, e di solito lo sfratto comportava un allontanamento dal posto di lavoro e un aumento della probabilità di ritardi o di assenze. Il licenziamento di Ned non era niente di straordinario, ma questa era un a piccola consolazione per Pam. I loro soldi stavano finendo.
Malgrado ciò, Ned non voleva telefonare ai parenti. “Tipico” pensò Pam. Ned telefonava a casa per vantarsi, ma raramente per chiedere aiuto. Pam quindi usò il proprio telefono e chiamò quasi tutti quelli che conosceva e persino le chiese. Niente. Alla fine un’amica accettò di accogliere le bambine finchè Pam e Ned si fossero rimessi in sesto. Le portarono le tre figlie più grandi e tennero con sé la più piccola, Kristin. Poi, verso le dieci di sera, il telefono di Ned squillò: era Travis, un amico con cui facevano spesso festa al campo caravan, che si era trasferito in un condominio vicino. Travis offriva il suo divano. Pam emise un sospiro di sollievo. Almeno non avrebbero dovuto portare la bambina che stava per nascere in un motel da quattro soldi…
Unione Inquilini Sesto San Giovanni