UN PICCHETTO ANTISFRATTO NON RISOLVE I PROBLEMI, MA…
Questa mattina una quindicina di persone hanno fatto un picchetto in via Fabio Filzi per impedire uno sfratto e ottenere un rinvio. Erano rappresentanti della Casa Rossa Rossa, famiglie senza soluzione abitativa, militanti del Sindacato. Non è stata una trattativa facile per le posizioni intransigenti della proprietà, ma la ragionevolezza alla fine ha prevalso e la famiglia sotto sfratto ha ottenuto un mese di proroga.
Sappiamo che in presenza di una situazione di morosità, anche incolpevole come in questo caso, il proprietario non percepisce l’affitto e deve pagare le spese all’amministratore con un danno economico che in alcuni casi (non questo) può essere difficilmente sopportabile.
La responsabilità di questa situazione non può essere addebitata all’inquilino che ha perso il lavoro a cinquant’anni e non riesce a trovarne un altro e nemmeno al padrone di casa, se ha chiesto un affitto equo. I nemici sono le immobiliari che cementificano le città e speculano sui bisogni delle persone.
La responsabilità è di chi deve intervenire in casi come questi per garantire la salute dei cittadini che non possono rimanere senza un’abitazione, che deve attivarsi per dare risposte alle decine di famiglie senza casa, che deve predisporre piani di edilizia a canone sociale per dare un alloggio popolare alle centinaia di famiglie che ne hanno il diritto e che attendono in graduatoria da anni, che deve operare per sottrarre le abitazioni dalle logiche del profitto per garantire il diritto alla casa per tutti.
La responsabilità è del sindaco e dell’assessore alla casa che sono latitanti anche quando si tratta di famiglie con minori.
Il rinvio di un mese non risolve il problema, per cui non cantiamo vittoria, ma almeno questa proroga ci permetterà di trovare una soluzione; quale?
· La famiglia è inserita nell’ultima graduatoria in posizione utile per una assegnazione, ma la giunta di Sesto si è accanita anche questa volta contro i più fragili: ha lasciato la residenza al marito italiano e ha tolto la residenza alla moglie e alla figlia anche lei italiana, solo a loro, interrompendo le pratiche per la nazionalità italiana della moglie straniera costringendola a produrre un certificato sulle proprietà estere che a questo punto arriverebbe in ritardo
· La famiglia potrà recuperare uno spazio abitativo, anche se non idoneo, negli unici spazi disponibili ad accogliere i senza casa cioè gli spazi occupati.
Come dicevano gli antichi MALA TEMPORA CURRUNT viviamo tempi bui nei quali la solidarietà è l’unico strumento di difesa e di opposizione.