MACELLERIA SOCIALE
Da anni ormai ogni settimana registriamo avvisi di sfratto ed esecuzioni ma la scorsa settimana è stata particolarmente densa di provvedimenti.
– Un capo famiglia, tornato dal lavoro notturno, ha trovato la serratura della casa cambiata e non ha potuto accedere all’appartamento. Ha recuperato la figlia di anni 9 a scuola e ha cercato di contattare la moglie che, insieme all’altro figlio di cinque anni, risultava irreperibile. Dopo una giornata di peripezie la famiglia si è ricomposta ed è stata alloggiata provvisoriamente nei locali della parrocchia.
– Una famiglia di quattro persone ha perso l’appartamento che stava acquistando perché il marito ha perso il lavoro e non è stato più in grado di pagare le rate del mutuo. Con la vendita all’asta dell’immobile non ha recuperato nulla dei 60.000 euro che aveva già versato. Il custode giudiziario non voleva concedere nemmeno qualche giorno di proroga per permettere al figlio quattordicenne di affrontare gli esami di terza media. Alla fine le pressione esercitate dal picchetto organizzato per l’occasione e l’intervento del sindacato hanno portato alla proroga dello sfratto che verrà eseguito il giorno 24 giugno, festa patronale della città di Sesto San Giovanni.
– Una famiglia si è trovata all’improvviso una convocazione presso il Tribunale di Monza per la convalida di uno sfratto per morosità. I genitori lavorano e nella cassetta delle lettere non hanno mai trovato l’avviso per andare a ritirare i documenti ufficiali dello sfratto presso gli uffici del comune. Chi li avrà sottratti dalla cassetta delle lettere? Sta di fatto che la famiglia ha ottenuto i termini di grazia e una nuova convocazione in Tribunale a settembre, ma non ha potuto presentare opposizione al provvedimento. E le ragioni per opporsi c’erano: i bollettini degli affitti e delle spese per gli anni 2017 e 2018 che sono stati contestati da parte della proprietà dell’immobile, risultano regolarmente pagati. Ora alla famiglia rimangono solo due possibilità: pagare nuovamente i bollettini o subire lo sfratto per morosità
MANCA UN PLISSE’
Al di là della gravità dei fatti descritti la cosa inaccettabile è il completo disinteresse del sindaco che nei primi due casi descritti avrebbe dovuto prendersi carico dei nuclei familiari con minori come è previsto dalla normativa. Entrambe le famiglie si sono rivolte agli sportelli dell’Ufficio casa e dei servizi sociali, ma hanno ricevuto solo risposte negative. Il sindaco interpellato personalmente durante una manifestazione pubblica e messo al corrente della precarietà abitativa della prima famiglia, ha ribadito la sua decisione di non intervenire contravvenendo alle sue responsabilità di sindaco e in dispregio a qualsiasi senso di umanità.