Tratto da “Sfrattati. Miseria e profitti nelle città americane.” di Matthew Desmond, premio Pulizer 2017
La casa è…
La casa è il centro della vita. E’ un rifugio dallo stress del lavoro, dalla pressione della scuola e dalla minaccia delle strade. Diciamo che a casa possiamo essere noi “stessi”. Altrove siamo qualcun altro. A casa ci togliamo la maschera.
La casa è la sorgente della personalità. E’ dove affondiamo le radici e i germogli della nostra identità, dove da bambini immaginiamo, giochiamo e facciamo domande, e da adolescenti ci ci ritiriamo per i nostri tentativi. Quando cresciamo, speriamo di sistemarci in un posto per allevare una famiglia o dedicarci al lavoro. Quando tentiamo di capire noi stessi, spesso cominciamo considerando il tipo di casa in cui siamo cresciuti.
Nelle lingue parlate in tutto il mondo, la parola che significa “casa” rimanda non solo a un rifugio, ma anche a calore, sicurezza, famiglia – il ventre materno. Il geroglifico dell’antico Egitto per “casa” era spesso usato al posto di “madre”. La parola cinese jia può voler dire sia famiglia che casa. Shelter (rifugio) viene da due termini dell’inglese antico: scield (scudo) e truma (truppa), che insieme danno l’immagina di una famiglia raccolta all’interno di un guscio protettivo. La casa resta la base fondamentale della vita. E’ dove si condividono i pasti, si formano le abitudini, si confessano i sogni, si creano le tradizioni.
Unione Inquilini
Sesto San Giovanni