di Angelo Gerosa. Il 31 dicembre scorso ha chiuso l’Agenzia delle Entrate di Sesto. L’agenzia occupava una parte dello stabile di recente costruzione sito in Viale Italia, di fronte alla Via Mazzini ed ora anche questo grande edificio è totalmente inutilizzato. Non è il primo e probabilmente non sarà l’ultimo, a Sesto come in troppe altre città d’Italia.
Una moltitudine di edifici dismessi, ed a volte addirittura mai utilizzati, che contraddistingue le nostre città, città in cui pure non mancano le famiglie senza casa, per non parlare del bisogno di alloggi per studenti ed immigrati ed anche di luoghi in cui i nostri giovani che lavorano all’estero potrebbero intraprendere nuove attività economiche.
Aree abbandonate e giovani costretti a cercare lavoro all’estero è una immagine che rimanda all’Italia del secondo dopoguerra, in cui il bisogno di lavoro dei disoccupati e dei braccianti conviveva con l’assenteismo della grande proprietà fondiaria.
A quel tempo il paese seppe rompere quel circolo vizioso tra disoccupazione e terreni abbandonati con un imponente movimento di lotta che costrinse il governo ad espropriare i latifondi. Non il governo della liberazione che purtroppo era già stato liquidato, ma il gabinetto De Gasperi con socialisti e comunisti cacciati all’opposizione e al ministero dell’agricoltura quel reazionario di Antonio Segni. Un esproprio che accompagnato con azioni di micro-credito ai nuovi proprietari cambio il volto di alcune regioni della penisola.
Pare incredibile ma in questa nostra Italia, in cui si parla tanto di riformismo, per questa marea di aree dismesse, non si ha neppure il coraggio di ipotizzare un intervento simile a quella sia pur tiepida riforma agraria democristiana.
Una legge simile oggi potrebbe dare la possibilità ai comuni di disporre degli edifici e delle aree dismesse e di avviare bandi mirati a dare modo a giovani, disoccupati, senza casa, immigrati ecc. di riunirsi in cooperative e creare le abitazioni, le botteghe, i laboratori, gli asili nido, le case di riposo e servizi per il turismo, ostelli ecc. Attività e occupazioni di cui vi è tanto bisogno.