Quattro piani per sessanta camere: tutto esaurito al residence sociale
Sesto, il collettivo punta al comodato gratuito per l’ex sede Alitalia
di Patrizia LongoSesto San Giovanni, 17 agosto 2014 – L’ultima ad essere ospitata è stata una famiglia straniera sfrattata a fine luglio a Milano: mamma, papà e quattro figli piccoli, rimasti in mezzo alla strada. Solo una notte, quanto è bastato prima che fosse trovata un’altra soluzione. Accoglienza in emergenza. Perché al “residence sociale”, nell’ex sede Alitalia, ormai non c’è più posto. Da quando, lo scorso marzo, la palazzina di via XXIV Maggio è stata occupata dal collettivo Aldo dice 26×1, è stato tutto un rincorrersi di piani “liberati” e stanzette assegnate: nemmeno il tempo di sistemare e allestire gli ex uffici, che si formava la lista d’attesa.
«Abbiamo quattro piani solo di camere con spazi comuni: cucina, bagni e docce – spiega Wainer Molteni, fondatore di Clochard alla riscossa, che gestisce il residence insieme all’Unione inquilini di Milano e al Comitato diritto alla casa -. Chi è da solo ha una stanzetta, per le famiglie ci sono bilocali e trilocali. Ma ormai siamo al completo: abbiamo tenuto libera qualche stanzetta solo per le iperemergenze».
Come, appunto, quella della coppia con quattro bimbi. «Qui arrivano “senzatetto” intesi come persone che non hanno una casa – aggiunge Molteni -. Il nostro obiettivo è di raggiungere un accordo con la proprietà dell’immobile, Alitalia in amministrazione straordinaria, per un comodato d’uso gratuito. Puntiamo a una legge di iniziativa popolare per il recupero e la messa a disposizione, ad uso pubblico, di immobili in disuso».
Il bisogno si tocca con mano: 80 gli “inquilini”, metà italiani e metà stranieri, suddivisi in 53 nuclei – quattro di Sesto, uno di Cinisello e gli altri di Milano – con una ventina di bambini.Ogni nucleo, se può, versa 10 euro alla settimana: «Chi non riesce, dà una mano per gli spazi in comune». Al piano terra ci sono la trattoria (5 euro a pasto, completo di bevande) e il guardaroba sociale, in fase di allestimento anche una palestra che si aggiungerà a biblioteca, aula studio, spazio bimbi e salone per concerti.
Tuttavia la permanenza è provvisoria: «Non è una casa, l’obiettivo rimane quello di trovare una vera sistemazione» spiega Laura Boy dell’Unione inquilini di Milano. Quattro famiglie hanno trovato un alloggio vero e proprio: «Due avevano l’assegnazione per bando, era questione di tempo, le altre due l’hanno avuta in deroga – spiegano Boy e Molteni -. Man mano che si liberano camerette, accogliamo altre persone. A settembre, con gli sfratti, sarà un disastro».
fonte: il Giornohttp://www.ilgiorno.it/sesto/residence-sociale-1.128852