Nel pomeriggio di ieri, venerdì 11 marzo, siamo stati tra i primi ad accorrere alla palazzina Rossa di viale Italia per manifestare, nel vivo dell’occupazione in corso, la nostra vicinanza agli occupanti e ad Unione Inquilini Sesto che ha promosso l’iniziativa.
Da tempo, ormai, il diritto alla Casa è stato derubricato dalle politiche dei Governi di centrodestra e di centrosinistra come anche dall’Amministrazione comunale di Sesto San Giovanni. Non si realizzano più nuovi appartamenti per le famiglie sempre più numerose che stanno vivendo il dramma dello sfratto, spesso dovuto ad una crisi che scarica sui deboli i suoi carichi più velenosi di licenziamenti, contrazione dei salari e precarietà diffusa. L’assessore alla Casa, ormai da tempo, senza il minimo senso del pudore, pubblicamente blatera che il Comune non intende dare risposte ai cittadini su un tema tanto scottante mascherandosi dietro la foglia di fico della crisi e dei tagli imposti ai Comuni. Dimentica, però, l’assessore, di aggiungere che quei tagli sono opera del Governo guidato dal suo Partito Democratico e dal suo capo di Partito Renzi!
E mentre sino a qualche anno fa chi subiva uno sfratto trovava una soluzione provvisoria ma dignitosa negli appartamenti comunali destinati ai casi d’emergenza, oggi l’Amministrazione svende quegli appartamenti, proprio nel momento in cui maggiormente si avrebbe bisogno di disponibilità di alloggi. La motivazione della svendita era quella di realizzare nuovi alloggi: la verità è che quei soldi sono regalati ai gestori degli alberghi dove gli sfrattati sono collocati per un costo pro capite di oltre 100€al giorno! Privi di cucina, con servizi igienici spesso condivisi con persone estranee, espropriati di qualsiasi intimità domestica e per di più con l’imbarazzo di essere un costo così oneroso per la collettività… in questi alberghi vivono solo le mamme con figli minori. Non così per i padri o per gli altri famigliari eventualmente conviventi nel nucleo d’origine: per loro non è prevista forma alcuna di alloggio. Devono semplicemente arrangiarsi. Siano essi padri, fratelli o sorelle maggiorenni, nonni, zii… Devono allontanarsi e trovare da soli una sistemazione. Capita così che il giovane Marco (il nome è di fantasia) resti per strada con la sua famiglia nel giorno del suo diciottesimo compleanno. La telefonata dal Comune all’albergo in cui era ospitato dopo aver subito uno sfratto è perentoria: raggiunta la maggiore età, il Comune non paga più l’albergo. E tanti auguri di buon compleanno!
Ma la Costituzione non riconosce (art.29) i diritti della famiglia? E come può un’Amministrazione Comunale arrogarsi il diritto di smembrarla? Ma il denaro pubblico non dovrebbe essere utilizzato in maniera ragionevole ed efficace? E quante famiglie si potrebbero sistemare con un contratto di sublocazione se il Comune decidesse di investire in quel modo quei 30/40.000€ che ogni mese regala ai gestori degli alberghi? Diciamo pertanto STOP a questa plateale e vergognosa operazione di sperpero del patrimonio e del denaro pubblico!!!
Sinistra Anticapitalista di Sesto San Giovanni