SESTO: SEL vota contro lo Statuto Comunale

Pubblichiamo l’articolo di Rosario Palazzolo e la dichiarazione di voto di Moreno Nossa.

Rosario Palazzolo su Il Giorno: LA DELIBERA sullo statuto sestese è rinviata di un mese, alla maggioranza è mancato all’ultimo minuto il voto di Sel che ha fatto venire meno la «maggioranza qualificata» necessaria. Un nuovo caso si inserisce nella già difficile verifica politica in atto a Sesto. E che alimenterà un delicato incontro di maggioranza tra i partiti che compongono il governo di centrosinistra. Per settimane si sono punzecchiati su comunicati e dichiarazioni ai giornali nei quali hanno fatto a gara per dimostrare la loro unicità e i loro valori. Da giorni il clima era teso, dopo le dimissioni dell’assessore Piano che, per trattare la permanenza in maggioranza del suo gruppo « Democratici per il Cambiamento», ha posto come condizione una piattaforma politica corposa. Ma mai nessuno, in questa fase, aveva messo in discussione l’operato amministrativo mettendosi di traverso nell’approvazione di un atto importante. Moreno Nossa giovedì sera l’ha fatto votando contro lo Statuto, che ritiene lontano dai valori di Sel. I nodi verranno al pettine alla cosiddetta «verifica politica» fra le diverse anime della coalizione. II sindaco Monica Chinò, fino ad ora silenziosa, dice basta. «Credo sia giunto il momento in cui ogni partito si assuma la responsabilità piena nei confronti della città – ha detto -. Il dibattito politico è stato lontano dai bisogni della città. Mi auguro che ora si lavori per programmare le attività da svolgere. Non lascerò che qualcuno rimanga in maggioranza per una volata finale verso le elezioni. In un anno e mezzo si possono fare ancora molte cose. E Sesto ha mille potenzialità».

Dichiarazione di voto del consigliere Nossa (SEL) Ringraziamenti ai presidenti di commissione Vavassori e Antoniolli, persone corrette e preparate che hanno condiviso con tutti l’andamento dei lavori. Ringraziamo i tanti cittadini che nelle commissioni hanno dato suggerimenti e contributi durante il percorso della stesura dello statuto. Un bel esempio di partecipazione. Ringraziamento al segretario Generale che ci ha guidati e seguiti in questo non facile cammino. Sono stati tre giorni in cui ogni gruppo consigliare, parlando dello statuto di Sesto San Giovanni, ha espresso una propria idea di città. Un ringraziamento anche ai gruppi consigliari che con noi e noi con loro, hanno/abbiamo condiviso tanti emendamenti. Condivisione dovuta dal fatto che su queste tematiche, forse anche su altre, vi sono punti d’incontro. L’astensione elettorale che ha segnato il suo apice alle regionali dell’Emilia Romagna con il 63%, non può essere automaticamente identificata come disimpegno verso il voto che non si traduce automaticamente in un disimpegno verso altre forme di partecipazione. Che la democrazia sia in difficoltà è fuor di dubbio. Ma forse l’indifferenza non è la causa, ma bensì effetto delle trasformazioni cui la democrazia è sottoposta quotidianamente. Ma a questo punto quale influenza è destinata a esercitare la partecipazione? Il nostro filo conduttore in queste tre serate e tutti gli emendamenti da noi presentati andavano nella direzione dov’è la partecipazione a sviluppare il gusto di riappropriarsi della politica. Perché questo possa avvenire, occorre peraltro che chi prende parte a tali processi sia persuaso che non si tratti di operazioni simboliche o di facciata, ma realmente capaci di influenzare le decisioni. Troppo spesso in Italia gli amministratori intendono la partecipazione come informazione e consultazione assai più di rado come coinvolgimento. Deve essere sottolineato che: non si pensa in alcun modo di sostituire la democrazia rappresentativa, con la democrazia partecipativa. Pensiamo semplicemente che la democrazia diretta sia un’indispensabile integrazione per migliorare il sistema democratico e far si che in un momento storico come questo, dove vi è una sempre più alta disaffezione verso i partiti, la democrazia diretta possa rappresentare quello strumento per riavvicinare tantissimi cittadini che fanno politica, ma non credono più in una forma partitica della politica. Sotto questo profilo, la democrazia diretta contribuisce secondo noi, alla costruzione di capitale sociale, di senso di appartenenza e comunità, di rispetto, di relazioni e fiducia tra cittadini e tra questi e il sistema politico, contrastando i processi di disaffezione evidenziati prima. I benefici possono dunque andare ben oltre le specifiche questioni attualmente in gioco. I migliori sistemi democratici dotati di diritti referendari, da oltre un secolo, funzionano bene senza quorum, senza aver provocato un’inflazione di votazioni e senza richiesta di introdurre un quorum. Diceva Don Milani Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia. Quale scuola di democrazia è più efficace della partecipazione a un’opera comune, alla quale tutti siano chiamati a cooperare? Noi forse questa sera abbiamo perso un’occasione per inserire all’interno del nostro statuto comunale, come vi è scritto nel programma del sindaco, programma votato da tanti in quest’aula consigliare, il bilancio sociale, il bilancio ambientale, il bilancio di genere, la consulta dei migranti e la consulta per gli anziani. Noi voteremo contro questo statuto e spiego perchè. Gli emendamenti da noi presentati, l’eliminazione del PGT tra le materie da non poter sottoporre a referendum, il bilancio partecipativo, il PGT partecipativo, 1000 firme di cittadini per proporre un referendum…. E’ vero, abbiamo uno statuto con i referendum, ma è come se dovessi dire a mio figlio,,, da domani puoi rientrare a mezzanotte anzichè alle undici di sera, ma non potrai allontanarti dal pianerottolo, mentre prima poteva allontanarsi per alcuni chilometri. Noi lavoreremo per questo.