Sesto: il regalo di Davide

Davide Cazzaniga ha 29 anni e nella vita fa il consulente e progettista ambientale. Si muove in bicicletta, gli piacciono corsa e arrampicata e sulle due ruote ha intrapreso una vera avventura in Sardegna, diventata poi un libro, «II ciclista viandante». Due anni fa si è messo in testa di riempire la cintura milanese di alberi: ieri ne ha donati ben 75 al Comune di Sesto, che sono andati a riempire l’area ex Quarzo. Ma l’obiettivo di Davide è realizzare una vera start-up green ed ecosostenibile. Già la raccolta fondi messa in piedi è del tutto inedita: manifestazioni di arrampicata in Lombardia. «Faccio roccia da cinque anni. Ho iniziato, dopo aver visto un film su alcune donne che scalavano in corda doppia, calandosi così lungo pareti verticali. Mi sono iscritto a una palestra di Milano e ho cominciato insieme alla mia fidanzata e a un amico.che poi è scomparso in un incidente». Da lì la campagna di fundraising. «Abbiamo creato un memorial, che poi è diventato un vero progetto con un’anima ecologista e anche di responsabilità verso il territorio. L’obiettivo è riqualificare e valorizzare aree urbane degradate. Proprio come l’ex Quarzo, uno spazio ex industriale che ha visto un’opera di rigenerazione e riappropriazione da parte dei cittadini». Perché Selva Urbana «L’idea è di andare a creare un bosco in città. Anzi, più boschi che possano idealmente collegare i Comuni del Nord Milano e non solo». Però non ci si ferma agli alberi. «Il progetto si è progressivamente ampliato, inglobando forme di promozione ambientale diverse e innovative: dal progetto di valorizzazione territoriale all’educazione ambientale fino alla comunicazione sostenibile. Materie che conosco per studio, lavoro e passione». Nel concreto di cosa di tratta «Selva Urbana diventa la base per far crescere una start-up che dia lavoro e si occupi di più filoni: l’evento, la grafica e il green design, l’educazione nelle scuole. Il sottotitolo del progetto è infatti environmental action project, proprio perché vuole essere qualcosa di concreto e attivo, non solo teorie astratte da manuale». A che punto siamo «Insieme ad Alessandro Ranzenigo, un grafico amico e collaboratore, stiamo realizzando il logo. Qualcosa di semplice in bianco e nero, che richiami sempre l’albero come soggetto principale e che poi dovrà diventare il brand di tutto il progetto e anche di una linea di abbigliamento». Criticai fashion, quindi «L’idea è di partire con materiali di qualità, come il cotone di un certo tipo, per poi arrivare a produrre abiti ecologici e biologici». C’è già qualche prototipo «Qualche disegno per T-Shirt. Un falegname stilizzato che, invece di avere l’ascia in mano, abbraccia e bacia l’albero. Oppure un surfista che invece di andare sulla cresta dell’onda va sulla chioma di una pianta»
(laura.lana@ilgiorno.net)