L’anno scorso il duello in città finì 2.130 (Bersani) a 1.174 (Renzi).
Per il prossimo 8 dicembre i renziani sestesi meditano la grande rivincita e schierano un Comitato presieduto dall’avvocato Lorena Croatto, già consigliera comunale nei 10 anni della giunta Oldrini, dall’architetto Mirko Mejetta, già segretario cittadino e dall’educatore Mauro Bernardi attuale primo dei non eletti in Consiglio comunale.
A contendere la vittoria ai renziani sarà il Comitato Cuperlo presieduto dall’artigiano Andrea Rivolta, consigliere comunale ed ex segretario cittadino del DS e dall’operatrice culturale Mari Pagani attiva nell’associazione ventimila leghe. I cuperliani non nascondono le proprie ambizioni anche in considerazione dell’appoggio dell’oligarchia del partito locale.
Il terzo incomodo potrebbe essere Pippo Civati che a Sesto nella guardia ecologica Elio Sbardella ha trovato un sostenitore conosciuto e coerente: il segretario del Circolo Nilde Iotti, al pari del leader monzese, non ha mai fatto mistero di avversare il governo delle larghe intese e di auspicare l’alleanza organica con SEL.
Nessun esponente sestese fin’ora si è schierato per il quarto candidato, il lucano Gianni Pittella.
Al di là dell’esito delle singole candidature le primarie del PD anche a Sesto avranno un grande significato in termini politici.
L’anno scorso si tennero le primarie del centrosinistra ed in città il candidato di SEL (Vendola) raccolse 812 voti, il candidato del Centro Democratico (Tabacci) 38 ed i candidati PD, complessivamente, 3.420 voti.
Ora il voto riguarda i soli elettori del PD. Quanti sestesi si recheranno alle urne?
Le regole sono sostanzialmente le medesime cioè firma di condivisione della proposta politica e versamento di 2 euro e pertanto il voto del 8 dicembre permetterà di testare lo stato di salute del partito dopo la doccia scozzese della non vittoria del 24 febbraio, il sacrificio di Prodi, il karakiri di Bersani, la rielezione di Napolitano e la via crucis del governo Letta.
Angelo Gerosa