Pubblichiamo un intervento di Filippo Monteleone, operatore del CDD che risponde al comunicato del segretario cittadino del Pd, Marco Esposito.
Da lavoratore, che ha qualche cognizione della causa, mi piacerebbe, dal primo momento, tanto avere un interfaccia col quale potere analizzare così tanti aspetti della nostra spinosa questione, trovare una comunicazione e un’intesa, delle soluzioni congiunte e praticabili.
So bene che questo desiderio lo hanno sempre avuto anche i miei colleghi.
Purtroppo questo bel sogno finora non è stato mai possibile realizzarlo.
E’ vero che siamo stati alla segreteria del Pd, come in altre in questi mesi, dove abbiamo sempre avuto un ‘dialogo franco e costruttivo’.
Ma poi si torna sempre al punto di partenza. Come al gioco dell’oca, becchi la casella sbagliata, e devi ricominciare come non avessi mai giocato. L’impressione, dopo così tante pene, attese, investimenti, speranze, delusioni, è che noi possiamo dipingere il mondo come vogliamo, un albero viola piuttosto che una fragola gialla, ma poi se vogliamo incontrare l’altro dovremo pur spiegargli che si tratta di una libera interpretazione. Fargli intendere che noi sappiamo bene che quelli non sono i veri colori.
Così l’altro potrà dire che gli piacciono quei colori, o al limite osservare che si sarebbe potuto optare per altre variazioni cromatiche. Quando leggo ad esempio che il Pd sarebbe stato accusato da noi lavoratori…
Mi sembra ovvio che in una manifestazione contro il governo di questa città si esprima un dissenso, una contrarietà, altrimenti a nulla varrebbe una contestazione, civile, democratica, motivata.
Il Pd non è accusato, ma è direttamente responsabile e quelle responsabilità deve assumersele tutte, perché sono sue, se si è arrivati a questo punto.
E allora viene proprio da dire due cosine chiaramente. Tratto in rapida successione, per non essere stancante, i tre pezzi: Esternalizzazione, Lista d’attesa, Nidi. Il primo. Nel documento approvato dalla segreteria cittadina (tra l’altro dovremmo ripubblicarlo su questa pagina)…pagina di Facebook (Salviamo il CDD), se ne parla ormai come di una cosa attuativa.
Documento d’indirizzo? Boh…fate voi. Nel frattempo, dopo mesi di tavoli sindacali, dopo un paio di incontri degli operatori con sindaco e dirigenza varia, la parolina magica era stata sempre tenuta nascosta, dissimulata. Voi nel frattempo l’esternalizzazione l’avete votata!
Riguardo alla lista d’attesa si tratta di una bella favola, che continuate a raccontarVi, senza la minima idea di che fine abbia fatto la vecchia nonnina malata, se Cappuccetto Rosso nel frattempo abbia mollato i vecchi abiti e abbia ormai lasciato la casa materna da anni, né che i lupi sono ormai estinti per buona pace di bimbi e genitori. Traduzione: prima di parlare di lista d’attesa, e di utenti che non vedono l’ora di rientrare a Sesto, bisognava avere un piano dettagliato, persona per persona, delle reali situazioni e bisogni di questi utenti.
Forse inoltre andava fatta un’analisi del servizio (premettendo e specificando le responsabilità di chi ne è a capo), e capire il perché dei 60 posti ce ne fossero solo 52 occupati. Le insufficienze del servizio forse sarebbe stato più giusto addebitarle a chi quel servizio gestisce, non a chi lo tiene in piedi, e tenere al di fuori di ogni ‘ipotesi riorganizzativa’ gli operatori. La città forte, solidale e non so cos’altro non può essere costruita sulla pelle di alcuni a favore di altri.
Poi magari bisognava analizzare bene che pochi anni f° il servizio da CSE (uno) è stato trasformato in CDD (due), capirne il perché, comprendendone a fondo cause e conseguenze delle scelte fatte. E forse non era il caso sapere che buona parte dell’utenza accolta attualmente in centro diurno sarebbe più idonea per un altro tipo d’offerta (centro socio educativo appunto, o addirittura servizio formazione autonomie).
Oggi dei fantomatici 60 posti, solo una ventina di utenti rispondono al reale bisogno di essere in CDD… Importante sarebbe forse essere a conoscenza che nell’ultimo anno e mezzo il Comune è in potenziale, perenne infrazione per ciò che riguarda le figure sanitarie previste, e in quasi costante difetto per le figure socio‐assistenziali.
Forse si poteva scoprire come ogni anno i servizi correlati ai progetti per gli utenti (piscina e fisioterapia) partano con numerosi mesi di ritardo. E intervenire per porre rimedio.
Forse non era difficile capire che un grave danno a famiglie e utenza è stato fatto con la chiusura della vacanza estiva a Bibbona. Sono state fatte scelte in una direzione, poi nell’altra, fino a provocare uno strappo che adesso non è semplice ricucire con lo slogan “vogliamo accogliere utenza”. Prima bisogna creare le condizioni, e prima ancora avere il coraggio di creare finalmente un ponte di comunicazione con chi fattivamente sul campo opera, ha competenze e volontà chiare, e piena disponibilità a rivedere compiti, mansioni, orari, progetti.
Chi si è sempre posto, e sempre si porrà, a totale disposizione degli utenti e delle esigenze delle famiglie. Infine i nidi. ‘Vengono spesi ogni anno milioni di euro’… Non si capisce se, visto che anche lì la sofferenza operativa e carenza di risorse è allarmante, si tratti più di un vanto, o un peso economico. Il sindaco sembra aver affermato che, finché ci sarà lei, il servizio non verrà esternalizzato.
Ed è una grande consolazione, e soprattutto un rassicurante piano in prospettiva, avere meno di due anni di respiro. Nel frattempo si continua ad annaspare, così, per ingannare il tempo e non pensarci… Andiamo al punto: ‘strumentazione (?) politica inaccettabile’.
Strumentazione, o strumentalizzazione, insomma come preferite chiamarla, vuol dire che chi si è interessato finora del problema dell’utenza e dei lavoratori lo fa per un interesse personale, e al limite, di partito. Non parlo a nome di tutti gli operatori, ma so come ci siamo mossi finora.
Abbiamo incontrato e dato disponibilità al confronto a tutte le forze politiche della città.
Nel corso dei mesi ci siamo confrontati con tutti coloro che lo hanno voluto. Non c’è stata nessun’acqua tirata da alcun mulino. Chi ha partecipato alla manifestazione di lunedì lo ha fatto a titolo personale, e non si è vista alcuna bandiera che non fosse sindacale (sindacati che tra l’altro per la prima volta nella storia sestese hanno trovato un accordo e un’unità sulla questione).
Un ultimo, ma doveroso appunto, devo muoverlo alla voce enunciata rispetto al ‘monitoraggio e controllo.
Se noi operatori nell’ultimo anno e mezzo non abbiamo mai avuto alcun tipo di monitoraggio e controllo, adesso che siamo comunali e che il servizio è sotto diretta gestione comunale, siete proprio sicuri che il monitoraggio e controllo saranno adeguati quando il servizio verrà affidato a terzi? E si ritorna al punto di partenza…il gioco dell’oca.
Filippo Monteleone, operatore CDD