STRISCE BLU, LA CITTÀ SECONDO DI STEFANO
Mobilità sostenibile, città a misura del pedone, piste ciclabili, salvaguardia dell’ambiente, salubrità, tutela della salute, prevenzione. Sono concetti seri, fortemente presenti nella coalizione Reinventiamo Sesto che mi ha dato l’onore di candidarmi alle primarie che indicheranno il futuro sindaco di Sesto San Giovanni.
Per Roberto Di Stefano tutto questo insieme di valori non esiste, tant’è che, rispetto alle cose buone che ha ereditato dal passato si è comportato come il somaro del proverbio che sputa schifato il confetto che gli è stato messo in bocca.
L’idea di città espressa da Di Stefano non ha nulla a che vedere con il concetto di tessuto civile, inclusione e pari opportunità che ci contraddistingue, la città che ha in mente Di Stefano è divisa in caste, come si vede dalla farraginosa e farneticante divisione dei sestesi tra cittadini di striscia Blu e No.
Di Stefano ha organizzato un piano della sosta mirato a destinare ampi pezzi di territorio alla sosta (più o meno) gratuita dei residenti per disincentivare la sosta, cosiddetta parassitaria, dei pendolari che giungono a Sesto per accedere a Milano ma anche degli stessi sestesi.
Un delirante piano che stabilisce che, per poter posteggiare a Sesto, i sestesi devono pagare.
Ma non devono pagare allo stesso modo: quelli di sangue, oh, scusate, striscia blu pagano 27 euro all’anno, i meno fortunati, solo perchè abitano in periferia, 270 euro all’anno.
Proprio quelli che per poter usufruire dei servizi pubblici e non che la città offre devono spostarsi per forza in auto. Se non paghi ti è vietato posteggiare proprio là dove ci sono i servizi indispensabili per il cittadino quali l’anagrafe, l’ospedale, i tributi, la biblioteca, banalmente lo shopping ecc. Servizi accessibili a piedi dai sestesi che hanno la fortuna di abitare in centro città e spesso solo in auto per gli altri sestesi che non hanno questa fortuna.
Un pasticciaccio senza pari di fronte a cui la città ha fatto fronte comune, sestesi di sangue blu e no, del centro storico e delle periferie, firmando petizioni ed unendosi all’unisono nella pretesa di poter vivere, con orgoglio in una città guidata e governata da ideali di giustizia, coesione sociale solidarietà e progresso.
Nei prossimi giorni diremo anche qualcosa rispetto al mancato incasso del servizio dato in appalto ma per ora mi limito a dire che serve un’altra modello di città, in cui le macchine siano sostituite dai mezzi pubblici, i parcheggi su strada da quelli sotterranei e l’asfalto da alberi e verde. Questa operazione raffazzonata, volta solo a fare cassa e a dividere i cittadini non serve a nessuno. E poi serve un nuovo Sindaco.
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