di Angelo Gerosa.
Un tempo nella scheda elettorale si trovavano domande a cui era facile rispondere.
All’elettore si chiedeva se si considerava più comunista o democristiano o socialista o liberale o repubblicano o missino (fascista) e spessissimo riusciva a rispondere, inserendo la scheda nell’urna, con grande soddisfazione dei partiti, che eleggevano sempre almeno un consigliere comunale.
Ora nella scheda elettorale si trovano domande a risposta scontata.
Mettiamoci nei panni di un normale elettore. E’ iscritto all’anagrafe (cittadini di Sesto), ama la città (Sesto nel cuore), tifa per gli azzurri (Forza Italia), non si considera troppo anziano (giovani sestesi). Quindi l’11 giugno o dice una serie di bugie (di non essere cittadino sestese ecc. ecc.) o mette 4 croci nella scheda, con il risultato di annullare il voto.
Almeno 4 croci, perché magari non è neppure figlio unico (fratelli d’Italia), frequenta riunioni pubbliche (assemblea popolare), non fa vita sedentaria (sinistra in movimento), ama gli operai (la fabbrica della città) e odia Qui e Quo (SestoQua). Per un totale di ben 9 croci nella scheda elettorale!
E’ per questo che la percentuale dei votanti è crollata: non volendo dire bugie, e neppure annullare la scheda, l’elettore sceglie il male minore… e si astiene!