Alla Dott.ssa Monica Chittò Sindaco di Sesto San Giovanni
Alla Prof.ssa Roberta Perego Assessore all’educazione di Sesto San Giovanni
Ci è venuta voglia di risponderVi innanzitutto per precisare che il dialogo di cui Voi parlate negli ultimi tempi a noi è sembrato più un monologo in cui la possibilità di un confronto reale sull’opportunità di determinate scelte e sul senso educativo delle stesse non ci ha visto affatto protagoniste.
Ci è venuta voglia di rispondere alla Vostra lettera perché la nostra sensazione è che quel dialogo e quella condivisione, per Voi mai interrotti, in realtà da un po’ di tempo in qua non ci siano mai stati o siano stati solo a senso unico.
Come non c’era prima questo parlarsi sulle pagine dei giornali, questa comunicazione forse a Voi politici consueta ma a noi del tutto estranea e, francamente, anche un po’ scostante. Preferiremmo, Ve lo diciamo in tutta franchezza, tornare alle modalità consuete, quelle che per anni ci hanno consentito di fare Educazione con la “E” maiuscola, lontano dai clamori giornalistici, lontano dai diktat perentori, in quel clima di ascolto in cui è maturata la nostra professionalità.
Quando potrà iniziare un vero dialogo tra noi educatrici e Voi amministratori? Quando avverrà nella realtà quel confronto a cui fate continuo riferimento?
Ci permettiamo di rivolgerci direttamente a Voi per una conoscenza non breve e soprattutto perché siete la parte politico-istituzionale che dovrebbe sostenerci nel nostro lavoro quotidiano. Un lavoro che, come giustamente Voi affermate, assicura quegli obiettivi di crescita armonica ed equilibrata delle bambine e dei bambini che un tempo erano priorità e impegno dell’Amministrazione sestese e che ora non ritroviamo più.
Conosciamo le difficoltà della congiuntura economica che stiamo attraversando, riconosciamo il coraggio e la lungimiranza che ci vogliono nel tenere aperti i servizi in queste condizioni; chiediamo, tuttavia, che tali scelte non siano solo di facciata ma anche di contenuto e di senso.
Proprio per far fronte a queste difficoltà, le educatrici non hanno esitato a fare proposte e suggerire soluzioni. Soprattutto ci ha mosso la convinzione che promuovere una cultura per l’infanzia in un contesto che cambia significa aprire nuovamente un pensiero su quale idea di cura, di bambino, di educazione e, quindi, di adulto vogliamo promuovere e sostenere attraverso i nostri servizi educativi.
La consapevolezza di muoverci in un territorio che sta mutando a livello economico, sociale e culturale richiede a tutti coloro che operano dentro e intorno ai servizi stessi di trovare un modo per poter declinare un pensiero pedagogico di senso in forme anche nuove e diverse, ma le cui radici affondano in un terreno fertile e rigoglioso.
Viceversa, oggi otto asili pubblici che, insieme ad altri servizi sul territorio (Giocheria e Piccoli&Grandi), hanno fatto scuola negli anni e sono stati punto di riferimento anche fuori Sesto, rischiano, a causa di scelte politiche che hanno come criterio e discrimine unicamente il risparmio , di non rispondere più alle esigenze dei bambini e delle famiglie. Peraltro, l’esperienza di quest’anno ha dimostrato che, paradossalmente, a fronte di un intento di risparmio economico, le misure poste in essere si sono rilevate ancora più dispendiose degli anni precedenti (le richieste di supplenti sono considerevolmente aumentate!!!). Tali scelte, inoltre, hanno costretto il personale educativo a non poter più effettuare alcune delle più pregevoli attività (raccordo scuola materna, incontri in biblioteca, tirocini con università, ecc..) che hanno sempre rappresentato il surplus qualitativo dei nidi sestesi.
Abbiamo subito scelte organizzative che intaccano la qualità e la sicurezza del servizio e la serenità del nostro operato all’interno del nido.
- Riduzione dell’orario del supporto h.(a fronte della frequenza dei bambini con disabilità dalle h.7.30 alle h.18.00)
- Riduzione delle coordinatrici
- Ridimensionamento dell’équipe psico-pedagogica operata tramite la mancata sostituzione dei tecnici in maternità
- Introduzione della pausa obbligatoria
- Riduzione del personale educativo
– Eliminazione della figura “jolly”
Sono tutte misure calate dall’alto, frutto di una riorganizzazione non concordata che ci ha visto per tutto quest’anno scolastico in una situazione di sofferenza, peraltro non migliorabile in alcun modo dalla Vostra attuale proposta di affiancamento del personale ausiliario.
Al contrario, per noi educatrici ciò significherebbe un ulteriore carico di fatica nella gestione quotidiana di personale con un’altra professionalità e differenti mansioni. Senza contare che, per bambini così piccoli, momenti di cura e momenti educativi si equivalgono e per questo motivo è necessario che vengano gestiti da chi ha la competenza e la preparazione adeguate.
A questo vogliamo aggiungere che le nuove scelte dell’Amministrazione per il nostro servizio, nello specifico il vincolo introdotto del numero dei bambini da accogliere esclusivamente in modalità part-time, ci sembrano la premessa migliore per rendere il servizio meno rispondente alle esigenze della cittadinanza (Quante famiglie con genitori entrambi lavoratori accetteranno un posto part-time per il loro figlio? Quante si vedranno costrette a rivolgersi a un servizio privato?)
Ci auguriamo, dunque, che quella strada a senso unico percorsa sinora sia abbandonata e venga riaperta un’opportunità di ascolto, dialogo e confronto con chi vive ogni giorno la professionalità dell’agire educativo. Perché la promozione di una cultura dell’infanzia passa anche attraverso il riconoscimento del valore di chi, sul campo, opera, si interroga, si mette in gioco e si forma costantemente.
Le educatrici dei nidi di Sesto