Sesto: lettera aperta al Sindaco dal Comitato Genitori nidi

Al comunicato stampa dell’assessore Tittaferrante rispondiamo con questa lettera aperta.

Caro Sindaco Roberto Di Stefano,

purtroppo leggiamo con preoccupazione l’ultimo comunicato stampa dell’assessore Tittaferrante che ha deciso di andare avanti senza di noi, con un’arroganza che probabilmente la contraddistingue, ignorando totalmente il pensiero di 2640 cittadini e sicuramente anche di molti altri che non hanno potuto esprimersi nel breve tempo della raccolta firme.
Mentre siamo ancora in attesa di un confronto che non avrebbe dovuto semplicemente illustrare quanto da voi deciso, leggiamo sul sito ufficiale del comune, ormai ridotto a bollettino di partito, un comunicato stampa unilaterale e inquietante datato 28 dicembre, in cui l’assessore Tittaferrante in maniera molto confusa ribadisce che non intende esternalizzare, ma SOLO privatizzare il servizio.
Le gravi dichiarazioni dell’assessore ricadono sulle teste delle bambine e dei bambini sestesi, che non sono più al centro di un servizio ma numeri e costi, dei meri oggetti da scambiare con i privati per far cassa in una nuova visione dove il comune non eroga più servizi ma deve guadagnare o far guadagnare qualcuno.
Troviamo imbarazzante dover spiegare a voi che i servizi pubblici, per definizione, non devono fare profitto, ma semplicemente soddisfare un bisogno essenziale alla collettività nella maniera più dignitosa possibile, i nidi pubblici di Sesto San Giovanni da questo punto di vista sono tra i primi in Italia, difficile comprendere il vostro accanimento.
A fronte di questo comunicato i peggiori timori dei genitori vengono confermati e alle domande finora senza risposta se ne aggiungono altre: Quali nidi saranno privatizzati? Tutti? Chi e come deciderà chi deve andare al comunale o al “comunale” privato? Come si faranno a mantenere gli attuali standard qualitativi in società private pur mantenendo le medesime rette? Come si sposa la continuità educativa con questa visione?
Siamo indignati che venga sempre presa la scusa trita e ritrita dei bilanci delle precedenti amministrazioni nascondendo così le proprie volontà politiche o incapacità a gestire la “res publica”.
Questa amministrazione che si chiude a riccio e tira su muri non è in grado di cogliere i bisogni dei cittadini, anche di quelli più piccoli e parla senza cognizione di causa e senza nessuna competenza sui servizi che è chiamata a gestire.
Si parla dei nostri figli, la cosa più preziosa che abbiamo come genitori e che affidiamo a una società sulla quale abbiamo deciso di scommettere. Abbiate almeno il rispetto e l’umiltà di ascoltarci, siete chiamati a rappresentarci, non ad esercitare un potere assolutistico sulle persone, si parla oggi tanto di comunicazione ma mai quanto ora ci troviamo di fronte un’amministrazione cieca e sorda, siamo stufi di questa modalità, pretendiamo di essere ascoltati e coinvolti, di avere un confronto con chi dovrebbe difendere i nostri diritti e invece ci attacca.
Sindaco chiediamo, viste le premesse, la riconsegna della delega da parte dell’assessore che evidentemente non è in grado di recepire la necessità di dialogo e confronto su un tema importante quanto l’educazione, o per incapacità, o perché troppo impegnata e interessata alla delega per le politiche sociali.
Se 2640 firme non sono sufficienti andremo avanti richiameremo l’attenzione della stampa locale e nazionale e avrete gli occhi puntati addosso, faremo altre azioni mirate a far capire quanto è importante questa tematica per noi e per la Città.

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