“LA CAMPARI SE NE VA E LA GIUNTA RESTA A GUARDARE”
Aveva le idee chiare Bob Kunze-Concewitz, quasi ex ad di Campari, in un’intervista del 2023, appena un anno fa, sulle previsioni dell’azienda: continuare a investire in Italia facendo crescere molto l’export, raddoppiare la capacità produttiva, assumere nuovo personale.Il 2024 è arrivato, in aprile Matteo Fantacchiotti sarà il nuovo top manager della Campari, si conferma la crescita organica a doppia cifra in tutti i mercati e in tutto il portafoglio e però la Campari se ne va.
Ennesima doccia fredda per la nostra città, dove nel lontano 1904 Davide Campari creò il suo primo stabilimento. Tanta storia e tanta ricchezza in fumo… Stiamo parlando, infatti, di una multinazionale che sfiora i 14 miliardi di capitalizzazione. Fatturato in ottima salute, che decide di abbandonare il suo quartier generale di Sesto San Giovanni.
Si tratta di una nuova cocente sconfitta per l’amministrazione comunale a firma Roberto Di Stefano, che dopo Geas e la sede dell’università statale di Milano, si prepara a salutare anche la storica Campari.
Ricordiamo al Sindaco che, quando Campari acquistò il marchio Cinzano che a sua volta possedeva Asti spumante, la direzione Campari delocalizzò la costruzione del nuovo stabilimento a Novi Ligure e fu unicamente grazie alle trattative svolte dall’allora amministrazione che si riuscì a trovare una mediazione, consentendo la costruzione a Sesto San Giovanni dei nuovi edifici amministrativi del gruppo e la realizzazione di diverse strutture satellite, come la Galleria Campari, la Campari Academy e molto altro (che fortunatamente non viene trasferito).
Risulta quindi chiaro come la mediazione del comune possa essere fondamentale per trattare con le grandi multinazionali del territorio e convincerle a creare progetti di valore per la nostra città.
Siamo preoccupati per una visione così miope e provinciale della città. Siamo allarmati per una gestione così poco strategica del territorio.
I sestesi hanno il diritto di non vedere smantellata pezzo dopo pezzo la storia politica ed economica della nostra città.
È evidente la mancanza di una visione strategica di una città metropolitana e polifunzionale, che Sindaco e Giunta stanno ridimensionando a una delle tante periferie milanesi.
Sesto San Giovanni non è questo e soprattutto Sesto non lo merita.