di Angelo Gerosa. Molto interessante il confronto tra i candidati progressisti sestesi al consiglio regionale organizzato da Nordmilanotizie.it il 26 febbraio.
Le questioni trattate, anche quando di carattere generale, spesso hanno trovato connessioni dirette con il nostro territorio.
Monica Zaccarini, candidata per “Liberi e Uguali”, ha sottolineato in particolare l’incapacità dell’attuale governo regionale di gestire in modo adeguato la sanità, così come ben si evidenzia dalla rinuncia della regione di programmare lo sviluppo della nostra Città della Salute ma anche dalla sofferenza dei quartieri sestesi che si trovano senza medici di famiglia.
Silvio La Corte, candidato per “Sinistra per la Lombardia”, ha ben sviluppato il tema della speculazione politica del disagio e della paura, con cui la Lega tenta di accapparrarsi il voto dei ceti popolari, così come avvenne nelle elezioni sestesi del giugno scorso che, purtroppo, da questo punto di vista, sono state a tutti gli effetti un perfetto laboratorio.
Lorena Croato, candidata per il Partito Democratico ha approfondito il tema della sofferenza sociale in cui si inquadrano queste elezioni e che si manifesta in termini di abbandono scolastico e di disagio adolescenziale ma anche di denatalità, come ben mostra la nostra città in cui questi fenomeni sono fin troppo evidenti.
Anche Chiara Cremonesi, candidata di “Lombardia Progressista, e Pietro Mezzi, candidato di “Liberi e Uguali” hanno onorato l’invito del nostro giornale on line.
Chiara, consigliera regionale in carica, ha saputo ben sintetizzare l’importanza ed il significato del voto regionale, mentre Pietro, consigliere delegato all’ambiente della Citta Metropolitana, ha inviato un saluto scritto, sottolineando l’importanza dei temi ambientalisti.
Particolarmente animata la fase conclusiva del confronto tra chi sostiene l’esigenza di esprimere un voto capace di sbarrare la strada per il Pirellone al “difensore della razza bianca” Fontana, e chi sostiene la necessità di rendere visibile la presenza della sinistra radicale, anche con il voto al governatore. Con la “terza via” del voto disgiunto a fare da capolino.