Sesto: la prima unione civile

5579-immagine1-r_g_stra6 Renato e Germano il 18 agosto 2016, dopo 51 anni, hanno celebrato la loro unione in Comune.

Ecco il discorso pronunciato agli sposi dall’assessora sestese Rita Innocenti: “in questa giornata bella e commovente, particolare sotto molti aspetti, nel ruolo di Pubblico Ufficiale che mi è stato assegnato dalla sindaco di Sesto San Giovanni Monica Chittò, assente solo fisicamente, ruolo che è per me un onore e un piacere, prima di dare lettura degli atti della cerimonia di Unione civile, ci sono alcuni pensieri che vorrei condividere con la coppia davanti a me, Germano e Renato, e con tutte e tutti voi, così numerosi oggi qui.  Il primo, sulla bellezza e l’importanza della politica. La giornata di oggi, per la nostra città e per la nostra nazione, è una grande vittoria della politica, quella nobile scienza o arte, come la definiva Platone, con la quale da secoli gli esseri umani cercano di trovare forme e modi perché la vita di ciascuno nella polis, nella città, sia più libera, ricca di senso e felice di quanto sarebbe se ognuno vivesse in solitudine, senza tetto né legge. E l’orgoglio della politica consiste proprio nel fatto che si tratta di una creazione del tutto umana, una scienza le cui leggi sono scritte, e riscritte, come è giusto che sia data l’imperfezione della natura umana e il suo essere legata al tempo, scritte e riscritte, dicevo, dagli esseri umani per il bene della loro comunità. La legge 76 2016, che riconosce pari dignità a tutte le persone che vivono una relazione affettiva di coppia, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, è un buon esempio della bellezza e dell’importanza della politica, e lo si vede chiaramente nei tanti volti sorridenti in questa sala.  Il secondo è invece sul sentimento più potente che lega gli esseri umani, e cioè l’amore, perché oggi siamo qui per dare forma e riconoscimento di legge a un rapporto d’amore. Ci si potrebbe chiedere cosa c’entra la politica con l’amore. In tempi in cui sembra che la politica abbia a che fare solo con orrori e paure, io credo sia giusto tornare alle radici del nostro vivere civile, alla democrazia, governo del popolo, dal popolo, per il popolo, che è prima di tutto rispetto per ogni singolo individuo che nasce libero in dignità e diritti, e tale deve rimanere. Rispetto che significa riconoscere nell’altro un altro me stesso, “fai ad altri ciò che vorresti fosse fatto a te”, traduzione laica e politica dell’amore.  Ultimo, ma non ultimo, oggi è una giornata importante nella battaglia quotidiana contro l’omofobia, neologismo concettualmente contraddittorio, dato che in senso letterale significa paura di ciò che è uguale mentre è, in effetti, un esempio puntuale della paura di ciò che è diverso. Fra i primi valori da difendere in democrazia metterei proprio quello della diversità, che fa di ciascuno di noi un essere unico, e irripetibile.  Per questo ringrazio Renato e Germano per aver chiesto al nostro Comune di celebrare la loro Unione, dando così modo a tutti noi di riaffermare il valore della diversità con un atto pubblico in una cerimonia civile. Dato che la giornata è particolare, so che ci sono altre persone che hanno piacere di parlare: Giò Pietra, consigliera comunale e referente della Rete Ready, Rete nazionale delle Amministrazioni Pubbliche Anti Discriminazioni per l’Orientamento Sessuale e Identità di Genere, di cui voglio ricordare qui la grande passione politica, condivisa con Monica Zaccarini, presidente del Comitato Pari opportunità