La Tazzina di Caffè
® Fare propaganda è lecito ed è parte importante dell’azione politica. Continuare mentre si governa, è indice di debolezza e di mancanza di idee. Utilizzare argomenti non veri è inopportuno e anche inaccettabile.
Dopo, aver gridato ai quattro venti di aver ereditato un bilancio taroccato e con un buco enorme (affermazione assolutamente non corrispondente alla verità), il sindaco Roberto Di Stefano, subito seguito dai suoi fan, ha postato su Fb la seguente notizia: “Si va verso il risarcimento per l’incendio del tetto di Villa Zorn del gennaio 2017…Siamo dovuti intervenire noi chiedendo una procedura d’urgenza per il sinistro visto che l’ex amministrazione Chittò si era colpevolmente disinteressata o dimenticata di attivare la procedura di risarcimento…“.
Noi sappiamo che questa affermazione non corrisponde alla verità, e che per il primo cittadino può rappresentare un altro boomerang. La pratica per il risarcimento fu avviata dalla Giunta guidata da Monica Chittò, che si concretizzò con la stesura di due determine dirigenziali: la n° 803 del 16/06/2017, firmata dal dirigente Ing. Zuccoli che incaricava uno studio legale per le valutazioni complessive delle azioni da intraprendere contro i responsabili; una seconda, sempre firmata dallo stesso dirigente, la n° 831 per la consulenza dell’attività peritale relativa al danno dell’incendio. Questo è quanto è scritto e risulta agli atti.
Tutto il resto fa parte del teatrino messo un scena, oramai demodè. Una pessima rappresentazione da parte di Di Stefano e la sua Giunta di centrodestra, che volutamente confonde la realtà per rattoppare i buchi (questi si) della propria incapacità di reggere la responsabilità amministrativa con onore e dignità politica. Ci troviamo di fronte ad un’amministrazione inesperta e debolissima, che stravolge la realtà per continuare a galleggiare.
Per la serie: “Gli uomini galleggiano alla superficie della società come un ago sulla superficie dell’acqua, per l’equilibrio delle forze molecolari; ma un lieve soffio basta a farli sommergere per sempre e a far veder loro com’era malsicuro il loro fondamento di fronte alla necessità, ch’essi s’illudevano d’aver superato“. (C.M.)