di PATRIZIA LONGO (Il Giorno) – A SEI ANNI dalla demolizione della Casa di plastica, sono partiti finalmente in via Catania i lavori per la costruzione della palazzina Aler da 46 appartamenti, che dovrà prendere il posto dell’edificio in vetroresina, realizzato negli anni Settanta. L’apertura del cantiere «tradizionale» è più volte slittata per le difficoltà finanziarie di Aler, che hanno messo a rischio il progetto del valore di oltre quattro milioni. Quando, due anni fa, il Comune era riuscito a sbloccare i finanziamenti regionali, a ostacolare Favvio dei lavori era stata a quel punto la rinuncia da parte della vincitrice del bando di gara. «La società che si è aggiudicata l’appalto procede spedita – ha annunciato l’assessore all’Urbanistica, Edoardo Marini -: entro un anno e mezzo dovrebbe completare l’opera». La Casa di plastica, dunque, rimarrà solo un ricordo in fotografia, nonostante in molti si fossero mobilitati per salvarla. Anche il precedente piano regolatore la tutelava come bene storico, ma nel 2004 l’amministrazione sestese, considerandola inagibile, eliminò il vincolo per demolirla. Pochi mesi prima un gruppo di famiglie sudamericane occupò i 24 alloggi e chiese l’assegnazione in autorecupero, prose guendo i lavori di ristrutturazione che Aler aveva iniziato, salvo poi ripensarci. A nulla valse anche l’appello del progettista, l’architetto milanese Mario Scheichenbauer: «Sono allibito – aveva detto, ospite della commissione urbanistica -. Siamo in presenza di un esemplare unico, il prototipo di edifici “industriali”, costruiti a poco prezzo e in tempi rapidi per far fronte al bisogno di casa. Non se ne è più fatto nulla, perché negli anni Settanta non c’era ancora la possibilità di produrre in serie, a costi contenuti, i pezzi prefabbricati da assemblare. Questa casa è una testimonianza storica». L’EDIFICIO era stato realizzato, in soli tré mesi, da cinque operai che avevano montato i pannelli completi di finestre, tapparelle, termosifoni e impianti. «Gli esterni sono in materiale isolante, come quello delle navi – aveva spiegato il progettista -. All’interno la casa è come tutte le altre». Nulla da fare. E dire che ad Amsterdam uno studio di architettura ha iniziato la costruzione della prima casa in plastica, utilizzando moduli in stampa 3D. Con due euro e mezzo di biglietto, si può visitare il cantiere, dove è andato anche il presidente statunitense Obama, per vedere il prototipo. «Non c’è che dire – ha ammesso Marini -: Scheichenbauer è stato un pioniere che ha precorso i tempi». Chissà se oggi l’appello dell’architetto sarebbe stato ascoltato. IN VIA Sulle ceneri della struttura in vetroresina montata negli anni 70 da cinque operai verrà finalmente costruito un edificio L’odissea Avvio dell’opera slittato prima per i guai di Aler e poi per la rinuncia della ditta vincitrice dell’appalto. Fiducioso il Comune: «La nuova società dovrebbe finire in un anno e mezzo» Ritomo al futuro Intanto ad Amsterdam è iniziata la costruzione di un immobile simile come concetto e materiali all’antesignano sestese passato alla cronache anche per l’occupazione abusiva di 24 alloggi prima dell’abbattimento -(titolo_originale Sesto San Giovanni – Riparte il cantiere del sogno sfumato)