Sesto. Esposto dell’Unione Inquilini

ABBANDONO AREE E STABILI DISMESSI. ESPOSTO ALLA PROCURA

Unione Inquilini e La Comune di Sesto hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica per sollecitare chiarimenti circa l’atteggiamento assunto dall’Amministrazione Comunale di Sesto in materia di politica urbanistica ed abitativa. Nel 2014, anche a seguito del’inasprirsi dell’emergenza abitativa, Unione Inquilini e altri soggetti singoli ed organizzati attivi in città su questo tema, organizzavano una serie di iniziative volte alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle autorità locali, regionali e nazionali. Tra queste iniziative figuravano anche le due occupazioni dei locali ex Impregilo di viale Marelli ed ex Alitalia di via XXIV Maggio. L’occupazione consentiva di gettare luce sullo stato di abbandono di questi due enormi stabili (decine di migliaia di mq. alle porte della città), soggetti negli anni ad una sistematica opera di sventramento che li aveva ridotti ad involucri ormai privi di qualsiasi infrastruttura funzionale. Una ricognizione più approfondita sul territorio, inoltre, portava all’individuazione di almeno 13 stabili di grandi dimensioni (per una superficie complessiva di alcune centinaia di migliaia di mq di superficie) che versavano (e versano) nello stesso stato di abbandono, nella più totale indifferenza da parte dell’Amministrazione. Sollecitavamo, quindi, l’Amministrazione Comunale all’applicazione della normativa regionale che consente, per casi simili, di intervenire facendo leva sulle proprie competenze urbanistiche per vanificare il chiaro processo speculativo in atto. E’ chiaro, infatti, che la semplice proprietà di un immobile consente alle società che la detengono di accedere al credito (moneta sonante) disinteressandosi al suo reale utilizzo. Da ciò deriva uno spreco di territorio che diventa un bubbone sociale all’interno dei quartieri (solo per fare un esempio, gli anfratti di viale Marelli a ridosso di ex Impregilo erano divenuti [e sono tornati ad essere…] orinatoi pubblici a cielo aperto. Tutto ciò all’ingresso della città per chi vi giunge da Milano!) Chiedevamo all’Amministrazione Comunale di rendere nullo il valore degli immobili (come la normativa regionale consente) per porre fine alla speculazione e costringere le proprietà ad attivarsi per lo sviluppo di progettualità consone al riutilizzo pieno di queste enormi aree abbandonate. In particolare, tenendo conto di un’emergenza abitativa sempre più stringente, suggerivamo di attivare percorsi di riqualificazione funzionale degli stabili per consentire quanto già avevamo iniziato a realizzare: la creazione di strutture temporanee di alloggio con cui far fronte alla ripresa (allora incombente, oggi ormai dilagante) degli sfratti. Alle sollecitazioni l’Amministrazione Comunale ha risposto in modo elusivo, parlando di interventi già posti inessere al fine di garantire il decoro pubblico. Come dire? Quando allo sciocco indichi la luna, lo sciocco guarda il dito. Oggi, a fronte di un dilagare delle procedure di sfratto, con un’emergenza abitativa ormai insostenibile, constatato il progressivo e cinico disimpegno dell’Amministrazione Comunale nell’affrontare il problema, abbiamo proceduto ad inoltrare un esposto alla Procura della Repubblica affinché conduca ogni opportuno approfondimento per riscontrare eventuali omissioni di atti previsti dalla legge nella gestione urbanistica delle aree e degli stabili dismessi. Troviamo singolare, infatti, che mentre altri Comuni in Lombardia (vedi Milano) o altrove (Napoli) si attivano per il recupero funzionale con finalità sociali di ciò che la speculazione abbandona, solo a Sesto San Giovanni non possano essere intaccati gli interessi materiali delle società immobiliari che abbandonano alla desertificazione urbanistica lembi importanti del tessuto urbano.

Vogliamo in questo modo contribuire ad infrangere il muro di gomma che tutela gli interessi di pochi potenti signori del mattone e della finanza a scapito della collettività.

 

Vogliamo, infine, contribuire a far nascere esperimenti di autogestione delle aree e degli stabili dismessi in grado di fronteggiare con efficacia l’emergenza abitativa.