mio commento: eliminare il contraddittorio a livello istituzionale è un’azione che attacca soprattutto le radici della democrazia e sfocia in qualcosa che evidenzia la volontà di concentrare il proprio potere decisionale. E’ vero che nel nostro Paese i diritti dei Lavoratori sono stati calpestati e cancellati ma dove sta scritto che debbano essere sempre i Lavoratori a dover essere tartassati per ragioni non certo a loro addebitabili. Mario Piromallo
PENTAGRAMMA POLITICO / Il sindaco Di Stefano “accusa” i sindacati di essere corresponsabili del dissesto anziché aprire un confronto sui sacrifici da affrontare
Le organizzazioni sindacali in un comunicato lamentano l’impossibilità di un confronto con l’amministrazione comunale di Sesto, sui temi propri alla vita e delle condizioni dei lavoratori dell’Ente, protestano per la scelta avventata del predissesto e chiedono di riaprire al più presto un tavolo di confronto.
La risposta del sindaco Roberto Di Stefano è allucinante: rasenta l’offesa e dimostra la sua totale inaffidabilità in termini di relazioni industriali e il mancato rispetto del ruolo e delle funzioni delle parti sociali. Di Stefano risponde duramente: accusa i Sindacati di essere in qualche modo a conoscenza o addirittura corresponsabile del predissesto, affermando che i responsabili di questa catastrofe siano iscritti o ex funzionari. Insomma il sindacato non poteva non sapere.
Di Stefano sceglie una strada offensiva e soprattutto rischiosa perchè se vale il concetto (assurdo) che il sindacato non può protestare perchè doveva sapere in virtù del fatto che alcuni suoi iscritti hanno occupato ruoli istituzionali nella giunta Chittò (sic !) , allora a maggior ragione è ancora più valida l’accusa che gli viene rivolta del perchè il nostro attuale sindaco ai tempi della sua permanenza sui banchi del consiglio non si sia mai accorto di nulla. Cosa faceva: giocava a battaglia navale, collezionava le figurine dei giocatori della Juve, preparava le dosi per la pasta alla amatriciana? Allucinante!
Ciò che tuttavia rende ancora più inquietante e pericoloso il comportamento del Sindaco è la concezione peronista del suo ruolo e della scarsa considerazione delle istituzioni. Di Stefano esalta il rapporto diretto con i lavoratori avuto con l’indizione di un’assemblea generale dei dipendenti dove lui ha spiegato ciò che voleva ma nessuno poteva fare domande, facendola passare come il principio della democrazia diretta, senza accorgersi di affondare nel ridicolo, oltre che violare le basilari norme previste dalla contrattazione nazionale. Un peronismo di maniera che non fa altro che, far sprofondare sempre più questa amministrazione in una pericolosa deriva senza ritorno. (Mangiafuoco)