articolo di redazione
Chi detta la linea politica della Amministrazione comunale di Sesto S.G.?
di Renzo Baricelli
A Sesto San Giovanni sono in molti ad avere l’impressione che in una parte più o meno considerevole del PD serpeggi l’idea di amministrare da solo questa città.
Il partito di maggioranza relativa dà questa impressione per come matura in solitudine le scelte che l’amministrazione comunale dovrebbe fare.
Sembra, a volte, che metta la stessa sindaco di fronte a scelte preconfezionate per la soluzione di problemi che richiederebbero un confronto vero e l’apporto di tutte le componenti della coalizione che dagli elettori ha avuto l’incarico di realizzare un programma di governo della nostra Città, con un ben preciso orientamento culturale e sociale che risiede nei principi della Costituzione italiana.
Questa questione non può essere ridotta a una diversità di vedute come si dovesse valutare, di volta in volta singoli episodi dell’azione amministrativa.
Ad esempio: le farmacie comunali, oppure Bibbona, oppure il CDD (centro diurno disabili).
Quello che serve è che i cittadini hanno il diritto/dovere di sapere in quale direzione vuole andare l’amministrazione comunale.
L’opinione pubblica non accetta reticenze, ambiguità, omissioni (cioè il non detto o il non dire).
Sarebbe una cosa buona e positiva informare e consultare i cittadini sulle cose fatte e su quelle da fare nei prossimi anni e su come si intende impostare la ricerca delle migliori soluzioni per i problemi aperti evitando il grave errore di scodellarle all’ultimo memento e farle apparire come fatalmente necessarie e non modificabili.
Ovviamente, occorrerebbe nel contempo informare sulla reale situazione dei conti pubblici e farne un coscienzioso esame critico delle cause e delle prospettive e quindi delle priorità e delle possibilità.
Così mettendo la cittadinanza in grado di valutare e partecipare alla discussione.
Far questo è un dovere della maggioranza che governa la città, in primis della giunta comunale.
Ma è ugualmente dovere (e diritto) di ogni singola forza politica informare e interpellare su quello che fa e su quello che vuole fare, anche per quel che riguarda come intende governare e con chi.
Anche in funzione di un nuovo mandato dagli elettori.
Una domanda chiara al PD di Sesto S.G. Qual’è l’obbiettivo? Chiudere l’esperienza di questa coalizione e inseguire la tentazione di governare da solo? Magari scontando il ballottaggio che permette il “ricatto” sul voto utile”. (Ammesso e non concesso che ancora funzioni.)
Perché è questo che significa l’agire come se le altre componenti non contassero nulla; indicarle come un fastidio e un peso.
Se ricordiamo bene alcuni capi partito e, ultimo, anche Renzi, hanno demonizzato i piccoli partiti (di sinistra) dando ogni colpa a questi ultimi delle difficoltà del governare.
Non è un agire democratico far intendere alla gente che con queste concezioni della politica si possa risolvere più facilmente i problemi dell’Italia o di un comune.
A parte il fatto che Renzi per stare al governo si è messo in alleanza con piccole (ma determinanti) forze di destra.
Per tornare a Sesto:
Sappiamo, perché è ancora una volta dimostrato dai più acuti economisti americani (ma, a volerli leggere ci sono anche in Europa e in Italia) che l’attuale sistema economico capitalistico produce crisi profonde con pesanti e drammatiche conseguenze sociali.
Sappiamo che le crisi di questa natura non lasciano le cose come erano prima ma inducono processi di riorganizzazione delle imprese produttive, delle imprese commerciali e delle imprese dei servizi.
Anche le strutture pubbliche in ogni settore sono sottoposte a questa necessità.
Ma le strade da seguire non sono fatalmente obbligate.
Per quel che riguarda il settore pubblico si può seguire la strada “facile” delle vendite (o svendite) del patrimonio, dell’abbandono di servizi per i cittadini o della loro riduzione in qualità e in quantità.
Si può gettare la spugna e arrendersi al privato. (Tra l’altro sapendo che è una balla che costi meno e sappia fare meglio.)
Oppure attuare un rinnovamento e un rilancio della funzione pubblica per rispondere ai bisogni e ai diritti dei cittadini seguendo il dettato della nostra Costituzione.
Certo, bisogna evitare che ruolo e funzione della amministrazione pubblica finiscano rinsecchite da gestioni burocratiche lasciate a se stesse o, assai peggio, colluse alla mala gestione o al malaffare.
Qui non servono prediche o accuse generalizzate ma una assunzione piena di direzione e controllo da parte della buona politica che ha chiesto ai cittadini il mandato per governare.
E una responsabilizzazione dei cittadini che va sollecitata e organizzata attraverso la loro partecipazione alla definizione e condivisione degli obbiettivi che si vogliono raggiungere.
Queste sono scelte sul come fare buona politica che dipendono dalle forze politiche, culturali e sociali che stanno sul territorio. Dipendono da noi e non ci sono alibi.
In conclusione, ai cittadini sestesi può importare poco il rimpallo polemico delle responsabilità, ma sono certamente interessati a sapere qual’è l’obbiettivo complessivo e quali sono le proposte di merito e di metodo che si fanno per dare la migliore risposta ai problemi e ai bisogni con scelte attente e condivise delle priorità.