NOSTRO SERVIZIO. Serata interessante, quella di venerdì 27 febbraio alla sala della biblioteca di via Dante Alighieri.
La sinistra PD ha deciso di fare anche a Sesto la sua prima apparizione
pubblica con ospiti di peso come i deputati Matteo Mauri, Francesco La Forgia e il senatore Corradino Mineo.
Sesto è una piccola città e ci si conosce tutti, ma quello che mi ha lasciato subito perplesso è stata la mancanza quasi totale dei dirigenti politici locali del PD, sia dei Renziani che degli oppositori, quasi che qualcuno abbia deciso di snobbare la discussione e che qualcun altro non abbia voluto prendere posizione.
Diciamola in un altro modo, mi è sembrato ad occhio e croce che ci fossero molti più presenti che militano o votano per altri partiti che militanti o simpatizzanti del PD.
L’introduttrice della serata, Osvalda Venturelli, dopo aver criticato pesantemente l’attività del governo e del parlamento con cannonate che neanche il PRC o SEL avrebbero osato sparare ha presentato i tre parlamentari del PD suindicati e proposto una interessante modifica del modus operandi tradizionale, partendo da domande del pubblico per arrivare alle risposte dei politici.
Le domande hanno naturalmente spaziato su tutti i problemi aperti, le soluzioni del governo Renziano, la situazione internazionale.
Non sarà facile da parte mia sintetizzare un dibattito durato più di due ore e mezza nel quale i punti più ricorrenti sono stati il “job act” (o legge del lavoro per noi semplici mortali), il decreto sblocca Italia, la legge elettorale, le modifiche alla Costituzione, le indiscrezioni sulla (ennesima) riforma del sistema scolastico, il voto dei deputati PD sulla Palestina, il Patto del Nazareno, il futuro delle pensioni etc etc etc.
Come già detto sopra la gran parte dei dirigenti PD sono rimasti a casa ad eccezione di una breve visita del segretario sestese Esposito che ha fatto una difesa d’ufficio del governo a trazione PD e ci ha raccontato che dopo essere stato in minoranza nel suo partito ora tocca a loro, anzi a lui, facendomi tornare alla mente un certo Brenno, giovanotto vissuto attorno al 300 AC.
Ma la cosa che mi ha impressionato di più della serata è stata la delusione di molti degli intervenuti per la politica del governo Renzi e sentire le loro dichiarazioni che mai più avrebbero aderito al PD, con forti dubbi su chi avrebbero votato in futuro.
Bisogna anche dire che gli intervenuti, oltre a fare domande ai parlamentari presenti, hanno anche dato una loro lettura critica sulle leggi approvate da questo governo, in primis il “job act”, senza parlare poi dello “sblocca Italia” che rischia di distruggere del tutto un ambiente già massacrato.
I parlamentari hanno dato delle risposte strutturate su più tornate e cercherò qui di sommarizzare le loro risposte ed il loro atteggiamento nei confronti del governo, o meglio nei confronti di Renzi.
Sia Manni che La Forgia hanno, con accenti leggermente diversi, marcato la loro differenza e la loro critica alle leggi e all’azione del governo. Ma il punto chiave delle loro risposte è stato quello che seguiranno sempre e comunque il PD a guida Renziana anche se le leggi che escono sono fuori dalla Costituzione in quanto il governo e la legislatura debbono essere comunque difese.
Più ampio e deciso è stato invece il discorso di Corradino Mineo che ha cominciato col dire in modo netto e chiaro che la responsabilità della resurrezione di Silvio Berlusconi è di Giorgio Napolitano, che di fatto è anche il co-autore del famigerato Patto del Nazareno con Matteo Renzi.
A suo parere la “conquista” del PD da parte di Matteo Renzi è dovuta ad uno statuto demenziale che permette con le primarie aperte a chiunque di eleggere il segretario del partito.
Questo fatto ha portato alla morte del PD in conseguenza della morte dei suoi circoli territoriali diventati dei semplici comitati elettorali dei potenti locali.
Per quanto riguarda il “job act” questo è la distruzione dei diritti del lavoro e dei lavoratori, si trasformerà inevitabilmente in una potente arma di ricatto oltre che ad un favore alla Confindustria. Di più le famose e sbandierate “tutele crescenti” senza fondi per i licenziati sono semplicemente una presa per i fondelli.
Mineo ha anche picchiato sulla legge elettorale, l’Italicum, considerata antidemocratica e incostituzionale, che assieme alla cancellazione del senato elettivo porterà al potere di una sola persona che avrà la possibilità di nominare tutte le altre cariche come il Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale, il CSM. Per adesso questa persona è Renzi, in futuro può diventare Berlusconi, Salvini o altri peggio di loro.
La stessa riforma della scuola pubblica, l’ennesima, finirà per portare gli insegnanti ad una guerra di tutti contro tutti e finirà per distruggerla del tutto.
Ma la parte più chiara e netta del discorso di Corradino Mineo è stata la proposta, non capita o non ricevuta, della sua idea di opposizione agli altri due parlamentari del PD presenti.
Questa proposta si basa sul fatto che Renzi è riconosciuto da tutti come un abile politico e che il solo modo di condizionarlo è votargli contro, è cioè quello di fare una netta e decisa opposizione alle proposte incostituzionali, cioè solo se messo nell’angolo si può trovare una soluzione dei problemi del paese condivisa senza stravolgere i diritti del lavoro e lo spirito della Costituzione.
Umberto Billo