Viene voglia di non crederci, abituati alle opere pubbliche i cui inizi vengono annunciati infinite volte, con più pose di prime pietre e tagli di nastri (guarda caso in occasione di elezioni importanti) questa volta siamo stati veramente stupiti, o per meglio dire sorpresi dall’avvio dei lavori di pulizia e di bonifica delle aree sulle quali sorgerà la Città della Salute e della Ricerca.
E tutto questo a due mesi esatti dalla firma della cessione delle aree dal comune di Sesto San Giovanni alla regione Lombardia, da noi riportata nel nostro giornale web del primo di ottobre.
Questa mattina alle 10.30, con un caldo sole (si fa per dire…) che illuminava le aree Falck il sindaco della nostra città, visibilmente soddisfatta e commossa, ha presentato insieme al presidente della Lombardia il progetto ad un folto pubblico di invitati nel mega-capannone dell’ex laminatoio.
Ma con tutta la stima ed il rispetto nei loro confronti, la vera star della giornata è stato Renzo Piano che, dopo aver riempito il mondo di grandi opere architettoniche, ha deciso di legare il suo nome anche alla nostra città.
Il primo intervento è stato quello di Monica Chittò, che ci ha descritto con orgoglio l’impegno e l’interesse della sua amministrazione per questa opera che concorrerà a cambiare il volto e il ruolo di Sesto nella costruenda Città Metropolitana, con una funzione di eccellenza come la Città della Salute e della Ricerca, una nuova stazione ferroviaria, un grande parco urbano, un pezzo nuovo di città progettato per consumare pochissima energia e in un ambiente verde, vicino ad importanti funzioni e snodi.
Renzo Piano, è stato certamente più prolisso, ma ci ha regalato una lunga “lectio magistralis” sulla responsabilità degli architetti nel progettare ed edificare palazzi nel rispetto del territorio e di validi canoni estetici. Ha poi proseguito con la descrizione delle nuove costruzioni che sorgeranno nelle ex aree Falck , che si avvaleranno dell’utilizzo di acque di falda con pompe di calore per il risparmio energetico, di una particolare coibentazione dei muri esterni, di una messa in opera di ben 100.000 metri quadrati di pannelli fotovoltaici per produrre fino a 20000 KW (20 MW), della stazione ferroviaria sopraelevata, di una nuova stazione della metropolitana
La parte che ci è sembrata più interessante è stata però il suo esame dei tempi, delle discussioni e delle modifiche apportate durante la fase progettuale che, partita con ben 20 torri da 25 piani, si è ridotta prima a 10 torri per finire poi con sole 5 torri, sistemate in posizione strategica cioè centrale ma lontana dalla zona ospedaliera e dal parco.
Tutta questa presentazione è stata seguita dall’esposizione di numerose fotografie/plastici presenti nel parterre e proiettati su un ampio schermo, ma la parte che ha avuto, naturalmente, l’onore di occupare il primo posto della mattinata è stata quella relativa alla Città della Salute e della Ricerca.
Secondo Renzo Piano la posizione di questo centro ospedaliero è stata scelta soprattutto per i grandi spazi verdi che lo attorniano e non solo per la facilità nel raggiungerlo con treni, metropolitane, autostrade. Vedremo solo 70.000 m2 di costruzioni tolti dal vecchio parco originario di 450-500.000 m2 .
Sappiamo già che questo nuovo centro ospedaliero diventerà polo di ricerca e di cura contro i tumori (Istituto dei Tumori) e del sistema neurologico (Istituto Besta), con spazi però comuni per le funzioni operatorie e di ricerca, situate al piano terra o nel primo piano interrato, mentre nella visione dell’architetto Piano, la degenza avverrà nei tre piani superiori, in modo da proporre agli ammalati una visione esterna di un parco pieno di piante ad alto fusto che induca speranza con la vista del mondo naturale, visto che è noto quanto sia importante un ambiente aperto e sereno anche nelle malattie più difficili.
Questo nuova organizzazione ospedaliera, ha proseguito Renzo Piano, supera quella dell’ospedale degli inizi del novecento basato su padiglioni separati che permettevano una degenza ottimale ma funzioni di cura e operatorie ripetute e decentrate (basta pensare al vecchio ospedale di Monza) e quella dell’ospedale della fine del novecento che mette assieme le funzioni di cura e operatorie in un unico blocco ma con i degenti inseriti nei piani superiori, lontani ed estranei al territorio e all’ambiente (ci viene in mente la Multimedica).
Hanno poi preso la parola i presidenti dei due Istituti interessati, esprimendo soddisfazione per questa grande opportunità che viene data ai loro medici e ricercatori, che già da molti anni si muovono in ambiente internazionale con scambi, studi e ricerche.
La conclusione è stata poi fatta dall’assessore alla salute della regione Mantovani e dal presidente Maroni, che hanno espresso il loro grande interesse nel costruire nell’area milanese questo grande centro ospedaliero che darà lustro e prestigio all’intera regione confermando, e qui la cosa si è fatta molto interessante, che la sanità pubblica deve restare al centro della cura delle malattie, con un impegno della regione sui tempi che prevedono la bonifica delle aree entro il 2014, il progetto di massima entro i primo mesi del 2014, gli appalti e l’inizio delle costruzione per il 2015 in modo da inaugurare la Città della Salute per il 2018 al massimo.
E per concludere, dopo questa giornata, ci sentiamo un po’ più ottimisti sui tempi e sulla realizzazione di questo centro ospedaliero, che non nascondiamocelo, oltre al prestigio porterà alla nostra città anche un’importante indotto in termini di occupazione nei servizi di gestione, manutenzione, dei nuovi alberghi per accogliere i parenti dei degenti da tutto il nostro paese, e perché no, anche dal resto d’Europa visto che la ricerca e la cura soprattutto per i tumori si situa ad un livello decisamente alto.
Umberto Billo
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