Il 24 marzo si è tenuto l’evento SESTO DEI POPOLI promosso dall’associazionismo culturale e sportivo della nostra città.
PER UNA CITTÀ APERTA ED INCLUSIVA
Noi associazioni sottoscritte crediamo in una società plurale, basata sulla convivenza pacifica tra persone diverse per provenienza etnica, cultura e credo religioso.
Una convivenza dove la parola integrazione non significhi omologazione ad un pensiero unico, ma partecipazione di ciascuno con le proprie specificità, alla costruzione del bene comune. E le differenze, per quanto grandi, non siano elemento di conflitto ma di arricchimento reciproco attraverso il dialogo e il confronto aperto.
La storia di Sesto San Giovanni è contrassegnata dall’incontro tra persone, uomini e donne, di diversa provenienza, cultura, appartenenza politica e credo religioso che hanno collaborato tra loro per costruire una comunità che offrisse a tutti e a ciascuno la possibilità di un futuro migliore.
Nel secolo scorso furono le grandi fabbriche della nostra città a offrire a persone provenienti da aree povere del nostro paese un lavoro, garanzia di una vita dignitosa. Anche allora, come oggi, grandi erano le differenze linguistiche, di stili di vita, di rapporti tra uomo e donna e tra adulti e minori. Con periodi caratterizzati da flussi intensi di migranti in poco tempo che misero a dura prova la capacità di accoglienza di comunità locali meno aperte e ricche di quelle attuali.
Furono i processi di solidarietà ed inclusione tra le persone costruiti nei luoghi di lavoro, insieme alla memoria condivisa della Resistenza alla dittatura Nazi-Fascista, a produrre la crescita e lo sviluppo di tutta la comunità cittadina e il benessere di ciascuno, ma soprattutto quella comune identità intesa come “solidarietà nelle differenze”, che alcuni intellettuali hanno definito “sestesità”.
Una sestesità che riconosciamo oggi nelle molteplici esperienze di convivenza della nostra comunità sempre più plurale e multietnica tra i ragazzi nelle scuole e tra le loro famiglie, nelle scuole di italiano per stranieri, nei progetti di solidarietà con i paesi in via di sviluppo e con le popolazioni colpite da calamità o dalle guerre, nella quotidianità del luoghi di lavoro, negli oratori, come in molteplici iniziative di carattere sportivo, culturale e ricreativo.
Se molte sono le similitudini tra le migrazioni del passato e quello odierne certamente una sfida nuova è rappresentata dalle differenti appartenenze religiose. Ai cittadini di fede cattolica si sono aggiunti appartenenti ad altre confessioni cristiane come i copti e gli ortodossi romeni, e ad altre religioni, come gli islamici.
Le componenti radicali della religione islamica che in varie aree del mondo hanno generato conflitti armati e attentati terroristici sia tra i musulmani di diverso orientamento, sia contro i cristiani e in generale gli occidentali, suscitano comprensibilmente diffidenza e paura dell’Islam in molti nostri concittadini. Pensare di “risolvere”il problema con il rifiuto o l’isolamento di tutti i musulmani è contrario ai nostri valori di libertà e di riconoscimento dei diritti fondamentali della persona. A noi tutti è chiaro che, anche oggi, per combattere ogni estremismo, compreso quello religioso, occorre unire tutte le persone che amano la pace e sanno che questa si può realizzare solo costruendo una società giusta, solidale e concorde. Una prospettiva rafforzata dalla chiara condanna del terrorismo e dell’uso di Dio per giustificare la
violenza, fatta dalle principali autorità religiose delle diverse fedi e, in particolare, dalle comunità islamiche più importanti d’Europa.
Anche i responsabili del Centro Islamico di Sesto si riconoscono in questa linea e lo hanno dimostrato concretamente con una collaborazione praticata da molti anni sia con le associazioni e le istituzioni cittadine (il centro culturale islamico è iscritto all’albo delle associazioni riconosciute dal Comune e ha partecipato per anni alla festa annuale del volontariato e ad altre iniziative), sia con la chiesa cattolica sestese (si pensi alla cena di Iftar in occasione del Ramadan, diventata una delle più belle occasioni di convivialità con i cattolici e i cittadini sestesi e agli incontri comuni di spiritualità organizzati in questi mesi).
Per questo riteniamo che il progetto di Moschea proposto dalla comunità islamica in via Luini, che risponde all’esigenza dei cittadini musulmani (circa 5000 nella nostra città) di avere un proprio luogo di culto e nel contempo offre spazi di socialità e di incontro a disposizione di tutti i cittadini di un quartiere periferico della città, rappresenti un’occasione di integrazione positiva.
Senza dimenticare che la bonifica dei terreni in un’area periferica inquinata, effettuate a spese della comunità islamica, ha già prodotto un beneficio ambientale alla città.
Un luogo di culto dignitoso e ufficialmente riconosciuto anche per i cittadini di religione musulmana rappresenterebbe, emblematicamente, una reinterpretazione in chiave moderna di quell’idea di città aperta e inclusiva coerente con la storia di Sesto. Un città che non si è mai chiusa all’altro in nome della difesa di una presunta identità locale e che intende continuare ad essere accogliente verso persone in fuga da regioni del mondo dove, semplicemente, non possono vivere a causa di guerre, persecuzioni politiche, fame, disastri ambientali.
Dare una prospettiva positiva a queste persone, inserendole nella nostra società in modo consapevole (con la formazione e la socializzazione) e costruttivo (con il lavoro e la partecipazione politica) lo sentiamo come un dovere e un’opportunità di crescita per tutti noi.
Per questo noi associazioni sottoscritte:
1) intendiamo concorrere alla costruzione di una città aperta ed inclusiva con molteplici attività che già realizziamo come: le scuole di italiano per stranieri, la collaborazione e l’incontro interreligioso, l’accoglienza alle popolazioni straniere (saharawi, centri di accoglienze diffusa dei richiedenti asilo ecc.), percorsi di accompagnamento all’inserimento lavorativo e all’avvio di nuove imprese degli
stranieri, le iniziative di cooperazione con i paesi in via di sviluppo, la promozione del commercio equo e solidale, ecc..
2) siamo convinte che i musulmani di Sesto, come i sestesi cattolici o di altra religione abbiano il diritto di realizzare propri luoghi di culto.
3) ci impegniamo a promuovere nei prossimi mesi iniziative di vario tipo all’insegna del dialogo e della collaborazione concreta tra persone di diversa fede, cultura, etnia (feste, eventi culturali, eventi sportivi ecc.) nella prospettiva di una società coesa e solidale.
Firme di adesione
ACLI- ANED – ANOLF- ANPI- ARCI – ASS. ARCHIVIO DEL LAVORO – AUSER – AZIONE CATTOLICA – CARITAS SALESIANI – CENTRO CULTURALE ISLAMICO – CESPI- CGIL – CGS Rondinella – DIRE FARE DARE – EMERGENCY
– COOP. LA GRANDE CASA – KARAMA – OIKOS – OPUS PERSONAE –PAX CHRISTI – SESTO AL PRIMO POSTO -UN ALTRO MONDO ONLUS – VENTIMILALEGHE
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