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Internet ha modificato il modo di vivere di tutti. In particolare ha partorito lo “sharing” che in Italiano significa “compartecipazione”, una forma inedita di scambio di beni e servizi.
Lo sharing si pratica per ogni tipo di scambio on line, dalla lettura, alla musica, all’amicizia, al riciclo, al viaggio, all’ospitalità.
I maggiori fruitori di queste opportunità sono i giovani, in particolare quelli con alto grado di scolarità.
Lo sharing rappresenta una forte possibilità di sviluppo anche per il turismo con forme di accoglienza o di scambio di alloggio che permettono di conoscere luoghi, culture e persone non da clienti ma da ospiti/amici.
L’Italia purtroppo in questo settore segna il passo, forse per il timore di mettersi in casa dei “forestieri”, forse per la paura di subire danni, forse per il fatto che il pagamento, rigorosamente on line e con carta di credito, è tracciabilissimo e quindi non è possibile evadere il fisco (la somma percepita va dichiarata nel 730 alla voce “affitto temporaneo”).
E sul fisco qualche ragione i nostri connazionali possono anche averla: i due principali siti mondiali di sharing alloggiativo (lo statunitense airbn ed il tedesco Wimdu) consigliano di documentare le spese (gas, luce, riscaldamento, condominio, wifi, arredi, accessori, pulizie ecc.) ma in Italia questo consiglio è inutile: neppure un euro di spesa è detraibile. Tutto quanto viene percepito.viene tassato.
Il nostro segnare il passo in materia di sharing alloggiativo ha richiamato l’attenzione degli organizzatori di Expo 2015 che invitano i milanesi a sperimentare questa nuova forma di accoglienza al fine di dar modo ai visitatori di prenotare in loco invece che in Piemonte o in Svizzera (come stà succedendo).
Gli economisti aggiungono che “chi metterà a disposizione una abitazione creerà un valore che una volta finito l’evento Expo non andrà perduto, come succederebbe se si dovessero costruire nuove strutture ricettive per accogliere il flusso straordinario”.
E’ evidente che Sesto San Giovanni, da “citta turistica” buon ultima arrivata, potrebbe cogliere la palla al balzo e favorire il nascere dello Sharing che, oltretutto, richiama soprattutto i giovani, categoria di turisti spesso ben predisposti ad onorare i bar e le pizzerie locali.
Domenica 14 dicembre il quotidiano “Il Giorno” ha pubblicato l’articolo a firma Laura Lana: “Sesto controlli su internet poi la visita dei vigili. Il comune dichiara guerra agli affittacamere furbetti. Concorrenza sleale da contenere in vista di Expo”.
L’articolo riporta la foto dell’assessore sestese alle attività produttive Virginia Montrasio con la dichiarazione che “mai come oggi c’è una esigenza di contrasto all’abusivismo nel settore ricettivo. Esercizi non trasparenti distorcerebbero il mercato” ed illustra un piano di controlli sui siti internet prima mensili e poi quindicinali mirati ad un successivo “controllo effettivo” della Polizia Locale.
Se devo essere sincero quanto ho letto mi è parso parecchio fuori dal tempo e voglio tentare di rispondere alle domande che implicitamente l’articolo pone.
Cos’è l’abusivismo nell’epoca della compartecipazione informatica ?
Non certo mettere a disposizione degli internauti un posto in cui dormire.
Cosa significa essere furbetti ?
Non certo pagare in maniera rigorosamente tracciabile (nel paese degli “scontrini fantasma” in rete si prenota esclusivamente con carta di credito).
Cos’è la trasparenza oggi ?
Soprattutto postare in rete articolatissime recensioni ed informatissimi profili personali con tanto di foto e recapito.
Lo sharing turistico rappresenta un pericolo per Expo e per la Grande Milano (Sesto compresa)?
L’esperienza dei paesi più progrediti (Svezia, Danimarca, Olanda Germania) dice l’esatto contrario.
A conferma della sua competenza, apertura all’innovazione ed alla “new economy” l’assessore Virginia Montrasio, da noi intervistata proprio in merito a questo articolo, ci ha informato che l’amministrazione comunale di Sesto è interessata allo sviluppo dello sharing e che l’attività di controllo della polizia locale sarà indirizzata a scovare “albergatori abusivi”.
Una precisazione utile in quanto sgombera il campo dall’ipotesi di “battaglia di retroguardia e di conservazione” poco coerente nella città che a suo tempo applicò le liberalizzazioni di Bersani in materia di commercio per prima in Italia.
Angelo Gerosa