Sesto: città contro i poveri

UNA CITTÀ CONTRO I POVERI. ITALIANI O STRANIERI CHE SIANO, L’IMPORTANTE È CANCELLARLI.

Te lo dico perché è assurdo, inumano e fuorilegge.

La Lega a livello regionale ha modificato il Regolamento per le assegnazioni delle case pubbliche con l’intento di far sparire le graduatorie comunali che con le loro migliaia di domande inevase denunciavano da sole l’inadeguatezza degli interventi messi in atto per garantire il diritto alla casa.

A Sesto San Giovanni l’assessore della Lega D’Amico e il sindaco di Forza Italia Di Stefano stanno facendo di più: i poveri li eliminano dall’anagrafe, li fanno sparire, li trasformano in clandestini senza diritto di voto, senza medico di base, senza insegnante di accompagnamento per il figlio invalido, senza possibilità di presentare una domanda casa o una domanda di lavoro.

Dopo un anno dallo sfratto avviano il procedimento di cancellazione della residenza senza nemmeno notificarlo all’interessato come previsto dalla normativa. Se l’interessato si presenta agli uffici gli negano qualsiasi certificato e si rifiutano di notificargli seduta stante il provvedimento di cancellazione. Se dimorano da anni in un residence in  attesa di una soluzione abitativa, gli negano la residenza nel luogo di dimora abituale anche se è l’Amministrazione Comunale ad averli collocati in quella struttura.

L’Ufficio Anagrafe si rifiuta di concedere la residenza presso la strada comunale o presso la sede delle associazioni disponibili come fanno in tanti comuni e si rifiuta di notificare agli interessati i provvedimenti presi creando grosse difficoltà a chi vuole presentare ricorso. Gli Uffici dell’Anagrafe non rispondono ai ricorsi così come non risponde da otto mesi la Prefettura di Milano che in questo modo avalla le scelte discriminatorie della Giunta di Sesto.

L’Ufficio Anagrafe è arrivato al punto di negare la residenza ad una famiglia composta da un genitore italiano, una madre ucraina e una figlia italiana (nata nel nostro paese): prima ha fatto sparire madre e figlia dallo stato di famiglia, poi ha tolto la residenza anche al padre anche se vivono, sotto sfratto, a Sesto in un alloggio con un contratto di affitto registrato e ancora in essere.Durante l’ultimo presidio, alla presenza di una ventina di famiglie che chiedevano la notifica dei provvedimenti di sospensione della residenza, siamo riusciti a strappare un appuntamento per affrontare la situazione, ma dopo due giorni ci hanno fatto pervenire una comunicazione per disdettare l’incontro dichiarando unilateralmente l’inutilità dell’iniziativa.Insieme all’esclusione dalle graduatorie casa degli stranieri con la scusa della non conformità dei certificati sulle proprietà estere, quello delle cancellazioni anagrafiche è lo strumento che la giunta Di Stefano-D’Amico utilizza per discriminare in primo luogo gli immigrati e in generale i poveri e i senza casa.

Al grido di “sicurezza e decoro” si vogliono cancellare gli esclusi che secondo l’ideologia dell’assessore alla casa sono tali perché furbi e quindi colpevoli. E’ in atto una guerra che ha come obiettivo la difesa della rendita e la gentrificazione delle città e Sesto San Giovanni è uno dei luoghi privilegiati della sperimentazione che la Lega ha avviato da tempo.Quindi non solo daspo per allontanare immigrati e persone sgradite, non solo zone rosse riservate ai benestanti e ai turisti, ma cancellazioni anagrafiche per annullare intere famiglie, i nuovi desaparecidos che non si possono eliminare fisicamente come nell’America del Sud, ma che si possono eliminare di fatto dalla vita quotidiana creando una massa consistente di clandestini, non importa se italiani o immigrati. Giunti a questo livello, dobbiamo trovare il modo di reagire per tornare ad un livello minimo di civiltà e di umanità.

Unione Inquilini – Sesto San Giovanni