Associazione per un Centro Sociale in Quartiere – Centro sociale autogestito Silvia Baldina / Unione Inquilini Sesto San Giovanni
Nella Casa Rossa Rossa di via Sacco e Vanzetti ci sono uomini, donne, bambini, intere famiglie.
Sono lì perché in un momento difficile della loro vita si sono trovate ad un bivio: scegliere di rimanere in mezzo ad una strada o decidere di compiere un passo che li ha portati oltre la soglia di ciò che è considerato legale: occupare una stanza, ricavata con dei separé in legno, all’interno di un edificio industriale che da sempre era rimasto vuoto.
Sicuramente per nessuno di loro è stata una decisione vissuta con leggerezza, ma, come diceva una delle giovani ragazzine presenti nella Casa Rossa Rossa, “anche i professori a scuola sanno che viviamo qui, e hanno detto che è sempre meglio del non avere un tetto sopra la testa”.
Il fatto che quella non sia stata una decisione facile e che quella condizione stia stretta a tutti gli abitanti della casa (e non solo per le condizioni nient’affatto ideali dell’abitare) lo dimostra la loro voglia di andare via da lì.
Alcuni ci riescono e ci riusciranno grazie ad una ritrovata maggior possibilità economica, altri per una domanda finalmente accolta per un alloggio popolare, sebbene quest’ultima opportunità stia diventando per molte famiglie un vero e proprio miraggio a causa dell’interpretazione restrittiva della legge regionale che disciplina i servizi abitativi che ha reso una corsa ad ostacoli già solo la possibilità di fare richiesta e rischia di trasformare, in poco tempo, le persone che hanno subito uno sfratto in soggetti “inesistenti”: nessuna residenza = nessun diritto, italiano o straniero tu sia!
Tutte le famiglie sono lì da un tempo relativamente breve e ci hanno raccontato che altre famiglie, che lì avevano trovato un’abitazione di fortuna, col tempo, se ne sono andate, perché quella è solo una soluzione di passaggio.
Oggi le persone che vivono all’interno della Casa Rossa Rossa si trovano però in uno stato di emergenza nell’emergenza. La vendita all’asta dello stabile li mette a rischio di uno sgombero da un momento all’altro.
Esprimiamo dunque la nostra piena solidarietà a queste donne e questi uomini, a queste bambine e bambini, e chiediamo che venga istituito un tavolo di trattativa che coinvolga la nuova proprietà, l’Amministrazione Comunale, la Prefettura ed i rappresentanti delle famiglie e che consenta di prendere in considerazione tutte le situazioni ed arrivare a soluzioni diverse da quelle della strada.
Centro Sociale Autogestito “Silvia Baldina”
Unione Inquilini Sesto San Giovanni
Sesto San Giovanni, 15 marzo 2019