Il Partito Democratico ha accolto con favore la notizia che l’assemblea dei lavoratori del Centro Diurno Disabili di via Boccaccio ha votato all’unanimità il mandato alle organizzazioni sindacali a firmare il protocollo d’intesa con l’Amministrazione comunale nel quale si ribadiscono le condizioni del personale del CDD in vista delle nuove modalità di gestione del servizio. In particolare è previsto che i lavoratori rimangano dipendenti del comune con l’applicazione del contratto nazionale. Nel contempo viene confermato l’obiettivo di garantire l’utilizzo di tutti i 60 posti disponibili dei due centri disabili Magnolia e Mimosa e di aprire entro dicembre 2016 un Centro Socio Educativo per altri 10 utenti. Aumentare servizi per la disabilità, mantendo tutte le tutele dei lavoratori è un grande risultato che è stato ottenuto dall’amministrazione comunale e fermamente voluto dal Partito Democratico. Rivendichiamo con orgoglio questo successo e ringraziamo le organizzazioni sindacali e i lavoratori che hanno compreso la bontà del progetto di affidamento in gestione del CDD. A conclusione di questo percorso il Partito Democratico chiede ai lavoratori ed alle organizzazioni sindacali un confronto per continuare insieme la discussione in merito al welfare cittadino.
Marco Esposito, Segretario Cittadino Partito Democratico Sesto San Giovanni
A proposito del comunicato stampa del PD qualche precisazione è d’obbligo. I lavoratori dei CDD hanno sempre chiesto che il servizio rimanesse pubblico e di non modificare il loro status di dipendenti pubblici con la loro permanenza all’interno dell’organico comunale. A fronte di iniziali notizie apprese dalla stampa di proposte diverse da parte dell’A.C., di “negoziati” vari in cui “ognuno avrebbe dovuto cedere qualcosa”, di assicurazioni “verbali” di massima sicurezza, rese dai soggetti non deputati alla decisione di esternalizzazione del servizio, ed altro, hanno, con rammarico, come più volte avuto modo di esternare (e lo striscione immortalato alle due di mattina del 1* marzo in C.C. lo ha ben espresso), preso atto della decisione del C.C. di esternalizzare il servizio e della decisione dello stesso C.C. del loro mantenimento all’interno dell’organico comunale con tutte le garanzie legate al mantenimento del loro inquadramento giuridico, normativo e contrattuale. Questo rappresentava un notevole cambiamento rispetto a quanto inizialmente scritto e dichiarato da rappresentanti della Giunta e anche da parte di qualche appartenente al partito estensore del comunicato, ed era il frutto di 13 mesi di lotta delle lavoratrici e dei lavoratori interessati e di chi è stato al loro fianco in tutto questo tempo. Cercare di far passare, adesso, il concetto che le stesse lavoratrici e lavoratori si siano convinti della bontà dell’operazione, ricredendosi, e abbiano “compreso la bontà del progetto di affidamento in gestione dei CDD” è quanto di più sbagliato e lontano dalla realtà si potesse immaginare, oltre che offensivo! Non l’hanno vissuta, e chi scrive con loro, come una vittoria perché l’obiettivo principale era mantenere il servizio pubblico con tutte le garanzie che solo lui può dare per la qualità e la possibilità di accesso a tutti, cosa particolarmente importante quando si parla di soggetti deboli, fragili e indifesi. Se questa è l’impressione che il PD ha ricavato da tutta questa sofferta vicenda tant’è che è convinto di poter chiedere “ai lavoratori e alle OO.SS. un confronto per continuare insieme la discussione in merito al welfare cittadino” non credo sia rispondente alla verità. Meglio farsene subito una ragione! Le lavoratrici e i lavoratori, come le OO.SS. che avevano ricevuto il loro mandato e hanno continuato a stare al loro fianco HANNO SUBÌTO una decisione che non hanno condiviso. Hanno preso atto di un protocollo che meglio declinasse la “garanzia” principale deliberata in C.C. perché, come dichiarato, sarebbe andato a fare parte integrante di ulteriori atti esecutivi e, fermo restando -come sottolineato in più occasioni dal Direttore del Personale – che si può sempre cambiare idea (domani, tra un anno…) è un qualcosa in più da impugnare in Tribunale. Questo è lo spirito con il quale si sono espressi le lavoratrici e i lavoratori dei CDD quando hanno dato mandato alla sottoscrizione. NESSUN RIPENSAMENTO, NESSUNA ADESIONE AL PROGETTO DI ESTERNALIZZAZIONE che hanno continuato a dichiarare non essere il loro obiettivo. E se il “confronto” sul welfare cittadino vorrà basarsi sulla stessa unica visione: ESTERNALIZZAZIONE, magari partendo dagli asili nido , penso troverà le stesse difficoltà.
Tanto per chiarezza.
UIL FPL Milano e Lombardia (Marisa Pasina)