Scrivo questa nota a tre giorni di distanza dall’approvazione in C.C. di quello che pare essere stato l’ultimo atto dell’esternalizzazione dei CDD per evitare che l’emotività facesse dire cose inutili e un po’ “sopra le righe”. Lunedì scorso il Comune di Sesto San Giovanni, con l’approvazione della convenzione, ha affidato ad IPIS un servizio finora gestito in proprio, con proprio personale e che dai prossimi mesi verrà gestito da una Cooperativa che utilizzerà proprio personale, salvo due dei precedenti educatori (una dei quali in pensione nei prossimi mesi…). Quale sarà il cambiamento? Non si sa, ma la cosa certa è che un cambiamento ci sarà. Cambia la logica: da quella del pubblico (non si deve far “cassa”) a quella del privato (il servizio deve dare il profitto necessario per reggersi e per avere un guadagno). Questo avrà anche un riflesso sul personale impiegato, ovviamente. Senza volerci soffermare sulle tante pecche del CCNL Coop sociali, soffermiamoci solo sulla rotazione del personale dovuta ad una necessaria “razionalizzazione” delle spese anche nelle sostituzioni che, come dichiarato da un genitore incontrato nei mesi scorsi che, per il grado di handicap del figlio, già lo porta a Cinisello, più o meno ogni giorno cambia educatore di riferimento con buona pace del “progetto educativo”… Ho sentito qualcuno addossare la responsabilità di ciò al fatto che le lavoratrici e i lavoratori dei CDD, come loro diritto, alla fine di un percorso che li ha visti strenuamente lottare per la difesa della pubblicità del servizio, oggi che quella lotta è stata inevitabilmente persa (e non per loro colpa) abbiano ripiegato su scelte che tutelino il loro ancor lungo futuro lavorativo… Per favore, non scherziamo e ognuno si assuma le proprie responsabilità. Non sono i lavoratori che hanno scelto e deliberato l’esternalizzazione del servizio, ma il C.C. (compresi quelli che il 6 u.s. hanno fatto appelli al “ripensamento”). Non sono i lavoratori che non hanno neppure voluto tentare strade diverse che avrebbero potuto, magari, permettere che il servizio pubblico restasse, seppure con i necessari innesti e collaborazioni con ATS e ASST che la stessa direttrice di IPIS ha confermato essere in essere per quanto lì riguarda. Non sono i lavoratori che hanno scelto, se la causa della modifica di gestione era solo l’impossibilità di soddisfare tutta la potenziale richiesta, di non pensare a “integrazione” di personale (cosa del tutto possibile) invece della dismissione loro e del servizio. Non sono stati i lavoratori, infine, né i sindacati che li hanno supportati in questi due lunghi anni, a neppure tentare una lotta politica tutti assieme contro le politiche nazionali di tagli indiscriminati al sociale e al socio sanitario mettendosi anche a capo di una protesta, degna della storia di Sesto San Giovanni, che, sicuramente avrebbe aggregato altri comuni nelle stesse ambasce. In questa lunga battaglia abbiamo perso tutti. I cittadini, gli utenti e le loro famiglie che non avranno più quel servizio di eccellenza cui erano abituati, i lavoratori che sono stati costretti, pena l’accettazione di una precarietà di lavoro che non hanno voluto e non si meritano, a veder umiliata la loro eccellente professionalità, i sindacati quasi costretti a pietire il rispetto dei diritti garantiti dalle norme di legge. Mi auguro che ciò non abbia a ripetersi nella stessa maniera per altri servizi dell’Ente. Ma questo sarà un discorso, per ragioni di tempo, della prossima Amministrazione.
Cordiali saluti e buon lavoro.
Marisa Pasina UIL fp Milano Lombardia