di Angelo Gerosa. «Siamo orgogliosi di poter rappresentare un quarto dei sestesi. Nei prossimi giorni, dopo una riunione plenaria con i candidati e i nostri militanti, in trasparenza e pubblicamente come ci appartiene, daremo conto delle nostre posizioni politiche per il futuro di Sesto San Giovanni e le intenzioni di voto per il prossimo 25 giugno».
Parola di Giampaolo Caponi.
Appare evidente la volontà del “primo dei trombati” di creare suspance ed ergersi ad ago della bilancia in vista del ballottaggio.
Senza nulla togliere al significato del 24% dei voti ottenuto da Caponi al primo turno, ed anche all’altissima percentuale di preferenze, che attesta l’impegno profuso dai suoi candidati in campagna elettorale, ritengo che sia finito il tempo dell’elettorato “etichettato”, in cui i leader potevano parlare a nome dei loro elettori, ed il segretario politico, nazionale o cittadino che fosse, poteva guidare il voto dei suoi seguaci.
Ora gli elettori pensano e decidono con la propria testa e, volta per volta, scelgono, se non il meglio, almeno il meno peggio. In particolar modo nelle elezioni di ballottaggio dove eleggono il proprio primo cittadino.
Il 25 giugno i sestesi non daranno grande peso alle dichiarazioni di voto di Caponi, Foderaro, Piano e Urro. Purtroppo non saranno molti quelli che decideranno di esprimere il voto, ma chi lo farà esprimerà un giudizio preciso e molto personale in merito alla capacità, all’onestà, all’affidabilità ed alla voglia di innovare dei candidati in campo.