Di Angelo Gerosa. Leggo su “Il Giorno” di oggi un articolo di Laura Lana che riporta le seguenti dichiarazioni dell’assessore Mauro Bernardi: “Per troppi anni, Bibbona è stata usata dalla politica cittadina, da chi ha amministrato nel corso di decenni, facendone scempio, non investendo oculatamente se non per mania di grandezza e lasciando che deperisse. Questo va sanato con un progetto serio, sostenibile e, prima di tutto, trasparente. La rimetteremo in piedi alla svelta poi, la vendita».
Seguono le conclusioni della relazione acquisita dal suo assessorato al costo di 15.000 euro: “serve un progetto preliminare e un pool di professionisti esterni per una spesa di (ulteriori ndr) 39.700 euro” e la notizia che il 28 dicembre Bernardi incontrerà l’attuale gestione per prorogare di altri due anni l’affidamento in corso che scade a fine mese.
Se Bernardi avesse partecipato all’affollatissimo Convegno di studio “ Bibbona: bene comune dei sestesi nel cuore della Maremma” organizzato il 16 maggio scorso da Sinistra Ecologia e Libertà avrebbe evitato di rilasciare dichiarazioni tanto singolari e avrebbe compreso le ragioni dell’Associazione Amici di Bibbona che, forte di centinaia di adesioni, mira ad evitare quanto paventato nelle sue dichiarazione e cioè di “rimetterla in piedi alla svelta per poi venderla”.
A quel Convegno avrebbe ascoltato, con 7 mesi di anticipo ed a gratis, la conclusione della relazione acquisita dal suo assessorato al costo di 15.000 euro e cioè che la vendita del centro vacanze di Bibbona sarebbe un pessimo affare e, pure, la stima esatta del costo degli interventi necessari a riqualificare il centro (cioè il risultato dell’eventuale ulteriore studio preliminare di 39.000 euro) .
Avrebbe saputo anche che il bellissimo progetto che ha dato vita a questo prezioso centro di vacanza fu realizzato con costi ridottissimi grazie alla collaborazione della progettista con l’ufficio tecnico comunale e che la costosa trasformazione da colonia a centro vacanza fu realizzata nei primi anni ’90 del secolo scorso a zero spese per il comune.
Una strategia politica (con la P maiuscola) che evitò, a differenza di tantissime altre colonie, l’abbandono e la fatiscenza. Chi scrive ha avuto l’onore di essere invitato prima dal sindaco di Rimini e poi dal sindaco di Cervia a spiegare, in convegni pubblici, come la nostra città, a diferenza di tante altre, sia riuscita a compiere questa impresa.
Ora la struttura è sofferente, innanzitutto perché in questi ultimi anni si è navigato a vista, dando proroghe di anno in anno, tempi troppo brevi per consentire di ammortizzare gli indispensabili interventi di manutenzione.
Parliamo di una realtà nata e potenziata grazie ad amministratori che avevano lo sguardo lungo e che ora soffre di scelte miopi. Per essere espliciti questa struttura vive se promuove le presenze scolastiche e di gruppo con mesi e anni di anticipo, ma nell’articolo si dice che solo il 28 dicembre si saprà se il 31 dicembre la struttura rimarrà aperta.
Per ripartire con il piede giusto occorre avere coscienza che Bibbona chiusa costerebbe molto di più che aperta, non tanto per il mancato incasso dell’affitto che, stante l’attuale sofferenza della struttura, non può che essere “simbolico”, quanto per il conseguente ammaloramento, fatiscenza , vandalismi o peggio.
Se, contrariamente a quanto parrebbe emergere dall’articolo, Bernardi volesse dare nuova motivazione e rinnovata potenzialità sociale a questa struttura, di certo in città troverebbe grande aiuto e sostegno.
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