Sesto, AVS: assegnazione Palestre – il Comune cancella il merito sportivo

Comunicato palestre di Alleanza Verdi Sinistra di Sesto San Giovanni

ASSEGNAZIONE PALESTRE: IL COMUNE CANCELLA IL MERITO SPORTIVO

Ben prima che l’attuale amministrazione comprasse il titolo di Città europea dello sport, ci avevano pensato le società sportive cittadine a rendere famosa nel mondo Sesto San Giovanni con i titoli nazionali, europei e mondiali dei loro atleti e delle loro atlete. Per questo il regolamento per l’assegnazione delle palestre le sosteneva, riconoscendo loro un punteggio migliore rispetto all’ultimo arrivato. In questo modo le società sportive storiche di Sesto hanno avuto la possibilità di crescere e di fare vera inclusione, consentendo anche alle famiglie di operai, di impiegati, di gente comune di vedere i propri figli e le proprie figlie arrivare ai vertici dello sport nazionale e internazionale.

La destra oggi ha capovolto questa logica in nome di un velato amichettismo ammantato di buone intenzioni. Lo ha fatto rigettando tutti gli emendamenti presentati dalla consigliera Soad Hamdy e sottoscritti dagli altri gruppi consiliari di opposizione.

Il nuovo regolamento prevede oggi che le palestre vengano assegnate secondo criteri vaghi e fumosi che lasciano ampia discrezionalità all’amministrazione e adombrano la possibilità di attribuzione a società sportive prive di storia sportiva alle spalle e che diano a vedere di praticare non meglio definite politiche tariffarie vantaggiose per i ceti sociali meno abbienti o di adottare misure volte a favorire l’inclusione secondo criteri di nazionalità o di parità di genere.

Ci poniamo due domande: tocca alle società sportive oppure è compito del Comune chiedere l’ISEE per stabilire chi è in situazioni economicamente svantaggiate e, di conseguenza, adottare incentivi per il sostegno alla pratica sportiva? Perché togliere valore all’agonismo che consente alle pratiche di inclusione di elevarsi fino ai massimi livelli dell’eccellenza sportiva? L’inclusione non è veramente tale se non garantisce a tutte e a tutti non solo di concorrere, ma anche e soprattutto di poter vincere!

Prendiamo, infine, atto della misura che prevede l’attribuzione di premialità aggiuntiva alle società sportive che intervengono alle manifestazioni promosse dalla Giunta. Segno dei tempi: lo scollamento rispetto alla città induce la destra a blandire il mondo sportivo con misure di induzione alla partecipazione. Ma il mondo sportivo non è così sciocco e a buon mercato come qualche imbonitore immagina o, forse, spera.

Concludiamo associandoci ad una richiesta: eliminiamo quanto prima dal regolamento il riferimento al termine “etnia”. Oltre che prestare la norma ad ambigue interpretazioni, esso “corrisponde solo a un costrutto astratto di origine coloniale che […] viene utilizzato per definire differenze tra un “noi” e un “loro” e stabilire correlativamente gerarchie sociali, economiche, di accesso ai diritti.” (https://www.siacantropologia.it/prodotti/quando-si-dice-etnia-ma-si-intende-razza/) Davvero un triste, pessimo modo per favorire l’inclusione.  

Direttivo del circolo P. Impastato di Sesto San Giovanni