Intervista al neo presidente Carlo Rapetti di ANPI sezione 340 Martiri Sesto San Giovanni.
D: Cosa significa oggi essere partigiano?
R: Nel corso degli anni ho
avuto il piacere e la fortuna di incontrare e conoscere persone che mi hanno
aiutato a riflettere e a far nascere in me sentimenti di collettività, di
condivisione nelle scelte e di valori.
Essere partigiano è coinvolgimento, è condivisione. Le idee sono
vere, utilizzabili, applicabili, se condivise.
Essere partigiano è espressione di una custodia di valori. E’ un
pensiero profondo. Non ha età.
Essere partigiano significa saper leggere la realtà e stare all’ertaper
contrastare e prevenire le forme di fascismo che sempre più, grazie
all’indifferenza di molti, si stanno
facendo largo fra le persone.
D: Cosa significa oggi essere antifascista?
R: L’essere partigiano vuol dire essere antifascista
Per molti, oggi, sembra una cosa che non ha più senso, ma forse bisogna ricordare che essere antifascisti non è semplicemente una presa di posizione contro la brutalità del fascismo. Essere antifascisti è uno strumento di valutazione del passato, affinché quel violento passato non si ripresenti.
Essere antifascisti è presa di coscienza di un passato violento, fatto di olio di ricino e di slogan ipocriti e belluini, fatto di retorica belligerante e pomposa che ha impedito lo sviluppo di una società plurale.
Oggi, una nuova forma di fascismo si sta creando a causa di certi personaggi, che sollevano l’odio e l’intolleranza, il fascismo non sembra essere stato sconfitto: la Resistenza non è finita e siamo costretti a prolungarla rilanciando i principi di solidarietà fra pari che i nostri padri costituenti hanno voluto sancire nella nostra Costituzione.
D: Se dovessi citare persone che hanno segnato il tuo passato e che ti hanno portato a condividere gli ideali dell’ANPI e ad accettare la proposta di diventare presidente della sezione di Sesto San Giovanni, chi potresti citare?
R: Tre persone in particolare: Mia madre, la Ceda e Giampaolo Pietra
·Mia madre contadina legata alla terra e alle tradizioni, che si è trovata ragazzina a dover servire il comando delle SS che stazionava in casa dei suoi zii, e che passava le cose di cui sentiva parlare al cugino partigiano.
– La Ceda, con cui ho iniziato la mia partecipazione all’ANPI, cheha sempre dedicato all’ANPI tutta se stessa e l’ANPI veniva per lei prima di tutto e non doveva essere subordinata a direttive di partito o sindacali. “L’ANPI è l’ANPI” – diceva – e deve seguire la linea decisa dai suoi organismi dirigenti, in piena autonomia
-Giampaolo, un amico prima di tutto, con cui ho passato serate a discutere di politica, di antifascismo, di impegno civico per il bene della comunità, e che è stato per me un pungolo ad impegnarmi sempre di più all’interno dell’ANPI e dei suoi organismi dirigenti. E’ colui che mi ha spinto ad entrare a far parte de direttivo dell’ANPI sestese.
D: quali progetti hai in mente di sviluppare come presidente di ANPI?
R: Tante le cose da fare, ne cito alcune, per altre vorrei ascoltare e condividere le idee e le proposte del direttivo e delle iscritte e degli iscritti:Rilanciare la presenza dell’ANPI sul territorio. Un impegno che mi sento di assumere è quello di sviluppare ulteriormente il nostro rapporto con le scuole del territorio, sia dirigenti che comitati genitori, che vada oltre al progetto, per noi fondamentale, di Sesto e i suoi studenti. E’ importante spiegare cosa significa oggi essere l’ANPI, cosa significa essere oggi partigiani e antifascisti.
Mettere a calendario iniziative volte a dare un senso alla nostra presenza sul territorio, ma anche volte a finanziarci. Su questo le mie parole d’ordine sono INVENTIVA e PROGRAMMAZIONE. Chi ha idee le propone e sviluppa il progetto conseguente definendo obiettivi, tempi, modi e quant’altro necessario per la riuscita dell’iniziativa, e avendo bene in mente la programmazione complessiva. Quindi iniziative in giro per la città e i suoi quartieri (dibattiti, presentazioni di libri, e tutto quello che l’inventiva dei nostri associati è in grado di mettere in campo)
Sviluppare io rapporti con le altre associazioni presenti sul territorio. Che significa COLLABORAZIONE nel rispetto dell’AUTONOMIA
E infine sarà opportuno rivedere gli orari di apertura della sede (non solo al mattino, come viene fatto oggi, ma aprendo anche al pomeriggio nella fascia 17 – 19.30, se non tutti i giorni almeno tre giorni alla settimana)
Prima di chiudere questa nostra chiacchierata, permettetemi di ringraziare a nome mio e del Direttivo Lina Calvi per il lavoro da lei svolto in questi anni e di augurare buone feste a tutti coloro che leggeranno questa nostra breve intervista.