Sabato 28 dicembre alle ore 15 c/o la Chiesa di Via XX Settembre saremo in molti a dare l’ultimo saluto all’architetto Giancarlo Marzorati, un uomo che ha dato molto alla nostra città, con le opere che ha realizzato e anche con la generosità e l’impegno con cui non si è mai sottratto al dialogo e al confronto. Mi piace ricordarlo con questo articolo scritto circa 10 anni fa’!
Pubblichiamo l’articolo scritto da Angelo Gerosa circa 10 anni fa!
Sesto: le occasioni mancate
Da parecchio tempo. Anni di confronti ed anche di scontri che mi hanno portato a stimare un professionista aperto al dialogo.
Ricordo il primo incontro: Spazioarte, assemblea pubblica, anni ’80 del secolo scorso, io consigliere di quartiere di Democrazia Proletaria contesto i “suoi” progetti di recupero delle aree dismesse. Lui, professionista già affermato, si complimenta per l’impegno con cui affronto l’argomento. Falsa diplomazia? No. Quella contestazione portò un gruppo di professionisti sestesi a querelarmi per diffamazione. Querela che non porta la firma di Giancarlo Marzorati.
Abbiamo avuto molti altri incontri, lui alle prese con nuovi piani e progetti ed io con nuovi incarichi: consigliere comunale di opposizione, assessore all’urbanistica, presidente della commissione edilizia, presidente della Commissione urbanistica.
Ora lo incontro nella mia nuova veste di redattore di Nordmilanotizie.
L’appuntamento è nello Studio di Viale Casiraghi, e mi sorprende l’abbondanza di oggetti di arredo, anche stravaganti, i numerosi campioni di materiale da costruzione, i plastici in legno, gli schizzi di edifici e luoghi realizzati a matita e acquarello, le fotografie della Sesto che fu e, per finire una montagna di volumi di architettura.
Entro subito in tema chiedendogli di ripercorrere la storia edilizia della nostra città attraverso le sue opere: Spazioarte, Giocheria, cavalcavia Buozzi, Torre Sospesa di Viale Marelli, l’attigua Torre Rotonda, Torre a Stella del Rondò, piazza Oldrini, Hotel Barone di Sassj, Palasesto, Centro direzionale ABB, Palazzo Impregilo, Villa Torretta, Passerella ciclopedonale del Parco Nord, Università, Nuova sede Campari… solo per citarne alcune.
Un matrimonio quarantennale tra una città in perenne e rapida trasformazione ed un suo architetto. Matrimonio di reciproca soddisfazione: per la città in termini di stile e carattere e per l’architetto in termini di ricerca, pragmaticità e versatilità..
Uno sviluppo professionale che, poste le radici nella nostra città, ha poi trovare rilievo e prestigio nazionale.
Percorso che colgo sfogliando i volumi dedicati al professionista sestese.
“Giancarlo Marzorati progetti e opere 1975 – 2000” edito da Electa condensa un centinaio di opere che evidenziano grande versatilità.
“Giancarlo Marzorati Cinevisioni urbane” edito da Arca Edizioni nel 2002 documenta i primi sconfinamenti dal territorio sestese: la maggior parte dei 17 luoghi culturali descritti (auditorium, teatri e sale muliplex) sono al centro della grande Milano.
Gli interventi di rilievo urbanistico oltre che architettonico li trovo raccolti nel volume “Giancarlo Marzorati L’invenzione della città” edito da Arca Edizioni.
Ma è il volume edito da Di Baio “La parola prima dell’architettura: Giancarlo Marzorati. Oltre la forma” che, in 160 pagine, offre una panoramica esaustiva su una ricerca incredibilmente feconda: ponti, sovrapassi pedonali, aereoporti, quartieri residenziali, centri commerciali, università, centri benessere, hotel, case per lo studente, aziende, musei, parcheggi.
Quantità e qualità descritti con particolare attenzione nei volumi monografici dedicati alle sue opere di maggior notorietà: “Un edificio per il terziario La nuova sede ABB” e “l’Auditorium di Milano una casa per la musica”, ambedue di Moretti e Vitali editore e “L’Hotel B4 di Milano Expo” di Archinvolto edizioni.
Concludo la chiacchierata chiedendogli alcuni esempi di “occasioni mancate” della nostra città.
Marzorati cita due casi che lo riguardano direttamente: Piazza Oldrini ed il Rondò.
L’albergo che prospetta su Piazza Oldrini si apre con un centro benessere con piscina coperta, sauna, bagno turco e vasche di idromassaggio che, oltre ad anticipare di decenni l’attuale moda delle “SPA” offre una soluzione di dialogo con lo spazio pubblico di quella che è la più ampia piazza della città. Purtroppo questa occasione non è ancora stata colta ed il centro benessere è tutt’ora chiuso. A dimostrazione che nessuno è profeta in patria, dopo quasi trenta anni, Marzorati viene incaricato di progettare il più grande Centro Benessere d’Italia (Aquardens di Pescantina)
La torre a stella che sovrasta il Rondò evidenzia balconi ad angolo acuto che nelle intenzioni di Marzorati, e per la verità, anche nell’originario regolamento di condominio, dovrebbero mostrare gerani rossi. Purtroppo, a distanza di tanti anni, le punte della stella di questo bell’edificio rimangono grigie.
Vorrei aggiungerne un terzo: il palazzo ad Uffici della Magneti Marelli che anziché venire restaurato nelle sue originali forme di “Lingotto sestese” (vedi foto) subì la metamorfosi che la trasformò nella sede dell’Impregilo. Una discussione che riporterebbe all’assemblea di trent’anni anni fa allo Spazioarte.