Martedì 26 marzo alle ore 21,00, c/o la Casa delle Associazioni in Piazza Oldrini a Sesto San Giovanni, parleremo di Sanità, con particolare attenzione alla situazione nella nostra regione che si sta muovendo, ormai da tempo, verso la privatizzazione di tutto ciò che riguarda questo comparto. A differenza di altre regioni, esempio il Piemonte, che sono giustamente orientate verso una gestione Pubblica che ovviamente è un bene per i cittadini che ne fruiscono.
Martedì prossimo, 26 marzo, anche nella nostra città si comincerà a ragionare sull’autonomia regionale.
Come si può vedere dalla locandina riportata le persone che ci daranno informazioni sulla cosa chiamata “Autonomia Differenziata”, sono del mestiere, al corrente di tutto quello che riguarda la salute, soprattutto la salute della gente comune che non ha e non avrà mai i mezzi per permettersi di curarsi privatamente.
Ma qualcuno si domanderà come mai abbiamo introdotto da subito il tema della salute e delle cure mediche parlando di autonomia regionale.
Ma l’autonomia regionale non è una cosa più ampia, che riguarda un po’ tutti gli aspetti del vivere?
Bè si e no, se noi pensiamo che più dell’ottanta per cento del bilancio delle regioni è legato alla sanità ci rendiamo subito conto che è proprio lì che ci sono margini per “risparmiare” o spendere male i soldi che vengono raccolti con le tasse.
L’idea che i partiti al governo, in primis la Lega, ci stanno suggerendo è che portando la spesa sanitaria nelle mani delle regioni, guarda caso in quelle delle più ricche come la Lombardia e il Veneto, le cose non possono che migliorare.
Purtroppo niente è così falso come questa idea furba e anche egoista, perché nel breve periodo le regioni del Sud Italia si troverebbero in difficoltà, ma l’aumento prevedibile delle richieste di prestazioni sanitarie al Nord sicuramente aumenterà la velocità delle scelte di privatizzazione delle sanità, scelte che sono già ben avanzate, con il risultato di avere trattamenti diversi, cosa fuori dalla ns Costituzione e un contemporaneo peggioramento della sanità pubblica che ci porterebbe a spendere fior di quattrini per curarci a dovere, ammesso che ce ne restino abbastanza.
Credo che la strada per cambiare queste scelte sia ancora lunga, ma bisogna parlarne e fare tutto il possibile per impedirne l’attuazione, sapendo però che non sarà facile in quanto ricordiamo che la base per queste scelte è stata posta dalla sciagurata modifica del Titolo V della Costituzione, fatta nel lontano 2000-2001 dal governo a guida DS di D’Alema e D’Amato.
E qui non si può non ricordare il classico di Walt Disney “l’apprendista stregone” che inizia con le migliori intenzioni e finisce con un disastro.
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