Sesto 10/03, Unione Inquilini: assemblea cittadina

ASSEMBLEA CITTADINA SUL DIRITTO ALLA CASA

SABATO 10 marzo 2018 alle ore 15,00

presso la sede sindacale di via Marx 495 (in fianco alla farmacia comunale)

 Ordine del Giorno

–          riflessione sul diritto alla casa alla luce dei nuovi regolamenti regionali e delle decisioni dell’Assessorato ERP cittadino

–          discussione approvazione piattaforma unitaria sul problema casa

–          definizione modalità organizzative corteo cittadino

Promuovono l’iniziativa:

Unione Inquilini, Casa Rossa Rossa, Comitato per il diritto alla casa.

Per adesioni telefonare al 347 5305407

Bozza di piattaforma suscettibile di correzioni e integrazioni

In Italia la rendita ha sempre pesato moltissimo a partire dall’Unità d’Italia quando le classi progressiste hanno preferito allearsi con il latifondo del Sud in funzione anti contadina piuttosto che trasformare l’agricoltura. Davanti alla rendita si sono inginocchiati tutti i governi della repubblica: la riforma agraria del 52 ha regalato capitali immensi ai proprietari assenteisti, la legge di Equo canone ha introdotto la finita locazione senza giusta causa regalando alla proprietà la licenza di uccidere gli affittuari, la legge 431 ha smantellato quel poco che ancora esisteva per affermare il principio di un limite massimo per gli affitti, l’ultimo Piano casa di Renzi e Lupi ha tentato di eliminare qualsiasi forma di lotta sul terreno della casa; per non parlare della possibilità per i palazzinari di non pagare le tasse sugli appartamenti invenduti.

In Italia gli alloggi pubblici sono solo il 3,5% del totale mentre la media europea è del 16% e alcuni paesi arrivano al 30%. Non chiediamo di ripartire con colate di cemento come stanno continuando a fare i vari Caltagirone anche a Sesto, chiediamo di aumentare il controllo pubblico sull’edificato e gli strumenti sono molti:

  • Promuovere il rilancio a livello nazionale e regionale dell’edilizia a canone sociale per far fronte, come già in passato, al forte movimento migratorio che sta interessando l’intero paese e in particolare le aree urbane
  • Modificare radicalmente la nuova normativa Regionale che ha come obiettivo principale l’esclusione di migliaia di famiglie dal diritto alla casa
  • Bloccare gli sfratti delle famiglie ricoverate in residence e in subaffitto
  • Garantire la residenza presso la Casa Comunale alle famiglie che dopo un anno perdono la residenza e con essa tutti i diritti collegati
  • acquisizione di stabili degradati da ristrutturare e assegnare a canone sociale, o sottoscrivere convenzioni con i privati che vogliono ristrutturare, come già fatto in passato anche a Sesto, per recuperare alloggi di edilizia pubblica
  • nel piano Falck di Sesto cambiare l’edilizia convenzionata, a canone concordato e moderato in edilizia a canone sociale,
  • affittare dai piccoli proprietari alloggi da locare a canone sociale,
  • assegnare gli alloggi dell’Aler in vendita e vuoti ormai da anni,
  • terminare la ristrutturazione degli alloggi Aler per renderli assegnabili in tempi brevi
  • dividere gli alloggi pubblici troppo grandi come si è fatto, ma non abbastanza, in via Marx e Livorno
  • Portare a termine il vecchio Piano casa ed elaborarne un altro per i prossimi cinque anni.

L’obiettivo strategico però deve essere quello di una normativa nazionale che impedisca la speculazione privata, che non permetta di costruire per lasciare gli immobili vuoti, che affermi in modo chiaro che sull’uso del territorio deve prevalere l’interesse collettivo.

In vece di colpire chi tiene sfitte le case si tenta di criminalizzare chi occupa gli stabili vuoti ribaltando completamente quanto è scritto, nero su bianco, nella Costituzione in particolare negli articoli 41 e 42.

Dobbiamo far conoscere sentenze come quella ottenuta a Milano dalla Comunità di Sant’Egidio che afferma che non c’è reato se l’occupazione è compiuta in stato di necessità. Dobbiamo far conoscere le delibere della Giunta di Napoli che affermano il concetto di bene comune e tentano di negare il diritto del privato a tenere gli immobili sfitti.

Per affermare una cultura dei beni comuni sarà necessaria la mobilitazione di tutti i senza casa e di tutti coloro che vogliono difendere il territorio dalle speculazioni per affermare il diritto all’abitare che parte dal diritto ad una casa per coinvolgere la qualità dell’abitare in tutti i suoi aspetti.