Pubblichiamo l’intervista realizzata alla coordinatrice metropolitana di SEL MIlano, Anita Pirovano, da Angelo Gerosa in esclusiva per nordmilanotizie.it
Anita, sembra ieri che iniziava la prima Festa Nazionale di SEL al carroponte ed invece è già trascorso un anno e siamo alla vigilia della seconda edizione. Che bilancio dai a questo tuo primo anno da coordinatrice metropolitana?
La festa nazionale dell’anno stato era stata un’occasione straordinaria di discussione, partecipazione e incontri. Dieci giorni nei quali abbiamo dimostrato che Sinistra Ecologia Libertà è un partito capace di progetti ambiziosi e di proposte concrete. Una comunità che sa discutere ed anche mettersi in discussione. Nei mesi successivi abbiamo avuto il congresso e poi le elezioni europee ed amministrative, sono stati mesi faticosi a tratti tormentati ma non di approdo. Abbiamo scelto il mare aperto, a Riccione l’abbiamo definita la terra di mezzo, e ora dobbiamo navigarlo e ricercare una rotta che permetta a noi, alla sinistra, al Paese di ritrovare la bussola del cambiamento. Una bussola che si è smarrita nelle urne delle scorse elezioni politiche con il naufragio di Italia Bene comune e la riedizione delle larghe intese decisa dai famosi e dimenticati 101
Un anno politico pieno di eventi, dalle primarie di Renzi alla caduta del governo Letta, alla condanna di Berlusconi, alle elezioni europee. C’è un giorno che ricordi in modo particolare?
Il contesto politico, culturale, sociale ed economico che attraversiamo non è affatto migliore di un anno fa. Sono successi tanti fatti politici in questi mesi. Abbiamo conosciuto tre governi (il primo e il secondo governo Letta ed ora Renzi) ma è cambiato davvero poco rispetto alle condizioni di vita materiali delle persone. Viviamo in un eterno presente in cui giovani, disoccupati, cassaintegrati, esodati, immigrati, omosessuali, studenti, sfrattati sono eterni secondi nella lista delle priorità. Renzi poi è impareggiabile nell’arte del predicare il cambiamento e non praticarlo, siamo passati dalla promessa dei 100 giorni a quella dei 1000 giorni ma davvero questa Italia e questa Europa non possono più aspettare. Il giorno che ricordo meglio, e non è un buon giorno, è quello della tragedia di Lampedusa dello scorso 3 ottobre. Quasi 400 vittime tra morti e dispersi hanno suscitato dolore, commozione, indignazione bipartisan e la promessa che non dovesse succedere mai più. Eppure la Legge Bossi Fini non è stata abrogata, lo ius solis non è diventato legge e, soprattutto, il Mediterraneo continua ad essere teatro di morte e disperazione.
Il PD primo partito d’Europa, la Lista Tsipras oltre la soglia del 4% . in questa nuova geografia politica della sinistra quale potrebbe essere a tuo avviso il ruolo di SEL?
Io credo che l’utilità di SEL stia nel non rassegnarsi all’idea delle larghe intese ma anzi dimostrare l’impossibilità di un progetto di cambiamento che tenga insieme Renzi e Alfano, Civati e GIovanardi. Li sta il trasformismo non la trasformazione Ma non possiamo accontentarci di essere cassandre dobbiamo farci guide ed indicare la strada futura anzi percorrerla. Per SEL si è chiusa una fase che era iniziata da Milano con la straordinaria vittoria di Pisapia e l’inizio del declino di Berlusconi, ora dobbiamo ripensarne un’altra che sappia mettere a valore l’originalità e l’innovazione del nostro progetto (riconversione ecologica, equiparazione tra diritti e libertà, nuove forme della politica e della partecipazione..) ma senza aver paura di sperimentare e di rischiare. Il centro-sinistra non esisteva nel 2010 quando è nata SEL e non esiste ora, dobbiamo pensare alla prospettiva che è quella del governo e della vocazione maggioritaria e non alle geometrie politiche contingenti. Siamo un partito piccolo ma abbiamo sempre provato a pensare in grande. Dobbiamo continuare a farlo.
Parliamo della Festa: sarà una impresa molto ardua replicare lo strabiliante successo degli eventi dell’anno scorso con Boldrini, Kjenge, Pisapia e Vendola. Hai già qualche presenza significativa per i dibattiti di questa seconda festa?
Speriamo di fare ancora meglio dell’anno scorso. Ci saranno tanti ospiti interessanti e soprattutto tanti temi da dibattere. Riforme istituzionali, semestre europeo, disoccupazione giovanile, green economy, economia collaborativa. Quest’anno vogliamo provare a stendere un filo rosso in cui si possano riconoscere molti cittadini e tante soggettività diverse. Cercheremo di riportare la politica dove materialmente stanno le persone. Abbiamo chiamato la nostra festa ADELANTE per guardare avanti, per “cercare ancora”. Un pò la somma dell’Adelante di Don Chisciotte e dei rivoluzionari messicani. Non siamo la sinistra del torcicollo e ci piace conquistare l’orizzonte.
SEL ha subito una scissione a freddo nel senso che l’abbandono del Partito da parte di questo folto gruppo di parlamentari non è stata accompagnata da un reale dibattito politico. Credi che la festa potrà dare l’opportunità alla base del partito di assistere ad un confronto tra chi se ne è andato e chi è rimasto?
La festa sarà anche un momento propedeutico alla conferenza programmatica del prossimo autunno. Ci sarà l’assemblea nazionale dei coordinatori dei circoli che si confronteranno sulle pratiche che stanno agendo per far vivere SEL dentro i territori, le istanze sociali, le battaglie per i diritti. Chi se ne andato da SEL occupava da sempre posizioni apicali e si è deliberatamente sottratto al confronto con la sua comunità. Anzi in un certo senso ha sequestrato la discussione riducendola ad un Si/No al governo Renzi e al PD di Renzi. Discuteremo con tutti quelli che hanno cose da dire e sono interessati al confronto. E’ la cifra di Sinistra Ecologia Libertà dalla sua nascita. Siamo un fiume di molte acque. Viviamo di confronto.
A Milano la scissione ha avuto un seguito rilevante?
Qualche giorno fa è stato ufficializzato l’ingresso nel PD di due nostri sindaci: Trezzi e Fois. E’ noto che entrambe queste scelte sono maturate ben prima della fuoriuscita di alcuni nostri parlamentari e risalgono allo scorso inverno. Comprendo che tra la sfida del mare aperto e il porto sicuro del 40% renziano possa prevalere la seconda opzione. Non credo però che le scelte di singoli amministratori o parlamentari possano essere definiti una scissione. Non c’è stato un dibattito politico che abbia attraversato i luoghi della nostra organizzazione e abbia permesso una discussione larga e diffusa tra i nostri militanti ed elettori. Non sono state presentati documenti che argomentassero la necessità di un’alternativa per SEL. Più che scissione la chiamerei rinuncia o abdicazione. A Milano questi abbandoni hanno trovato poco seguito anche fra chi aveva spesso condiviso le posizioni politiche di chi è fuoriuscito. L’approdo nel PD sarà rassicurante ma non stimola interesse tra di noi-
Un ultima domanda: riusciresti a semplificare in uno slogan il significato attuale di SEL ?
Il futuro è una terra amica ma sconosciuta. Tutto da conquistare, conoscere e costruire. Siamo l’innovazione che cammina sulle gambe delle persone. Non abdicheremo.
Grazie Anita e tanti auguri per la Festa nazionale al Carroponte.
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