A pochi giorni dall’uscita dal partito di Fava, Migliore, Di Salvo ed altri deputati interviene Fabio Mussi che definisce la diaspora «un grave errore». Con una lettera sul sito del partito, l’ex diessino ha cercato di convincere i colleghi «a prendere almeno una piccola pausa di riflessione». E aggiunge: «Non posso davvero credere che la ragione scatenante di una così pesante decisione sia questa o quella frase pronunciata da Vendola o da chicchessia – osserva Mussi -. Farei torto alla vostra intelligenza e alla vostra esperienza. La questione che è sul tavolo, come voi stessi affermate, ha nome e cognome: si chiama Pd e governo. Non trovo legittimo rappresentare Sel come un covo di estremisti; trovo legittimo proporre che Sel sostenga il governo Renzi, e magari confluisca nel Pd – aggiunge poi Mussi -. Non lo condivido, ma capisco si possa pensare che cio’ cambierebbe qualcosa negli assetti politici italiani». Mussi invita quindi a riflettere con calma perché «la legislatura durerà probabilmente fino al 2018. C’è tempo. Non siamo, certo, in questi anni, riusciti a costruire la sinistra che volevamo. Ma Sel ha più di un milione di voti, più di 40 parlamentari, tanti valenti amministratori locali (e nessuno ha dimenticato il contributo nostro alla scelta e alla elezione di Pisapia, Doria, Zedda) che hanno aggiunto valore alla battaglia del centrosinistra. Abbiamo aperto una interlocuzione con mondi importanti partecipando alla impresa della lista «L’Altra Europa per Tsipras».
Parole concilianti arrivano anche da Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sel che ora ha però messo il suo mandato nelle mani «dei compagni e delle compagni». Con un post su Facebook, Fratoianni analizza così la diaspora in corso: «Noi ci siamo divisi sul governo, sul nostro giudizio sul governo e su Renzi. Chi se ne va lo fa perché ritiene necessario cambiare la collocazione di Sel e sostenere l’azione del Governo Renzi. Chi se ne va lo fa perché interpreta Renzi come l’unico fattore di innovazione a sinistra. Io non considero questa scelta un tradimento. Semplicemente non sono d’accordo. Penso che sia un errore clamoroso».