Scuola riforma fantasma

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mio commento: scusate se mi soffermo su questo argomento, ma è in ballo il futuro di molti Lavoratori (esodati e precari) e non dobbiamo dimenticarci delle nuove generazioni, i nostri figli, che dovranno fare i conti con questa scuola “pubblica” ormai ridotta ai minimi termini. In questi ultimi giorni ho postato 3 articoli che parlano appunto di riforma scolastica. La mia paura che anche in questo caso il primo ministro avesse, come spesso gli capita, fatto una boutade era molta. Infatti sembra proprio che anche questa volta si rimane fermi al palo. Anche se questa riforma, in alcuni punti, non mi piace per nulla. Ad esempio, i possibili ingressi di capitali privati e il fatto di portare allo stesso livello della scuola pubblica le scuole paritarie con la detassazione e infine la mancanza della materia “Educazione Civica” eliminata dal programma scolastico da alcuni lustri e che ritengo molto importante e vitale. Purtroppo siamo in presenza di un governo, con parlamento non eletto, di “grandi intese” e la collaborazione con le forze di destra porta a dover accontentare chi è parte del governo stesso. Non è comunque un alibi per il primo ministro che sembra adeguarsi abbastanza bene alle richieste della parte destra dello schieramento. Mario Piromallo

Scuola, la riforma è un fantasma che cammina

—  Roberto Ciccarelli, ROMA, 28.8.2014

Svolte epocali. Come promesso, Renzi è riuscito a stupire tutti. Anche chi gli crede. Nel Consiglio dei ministri di oggi non ci sarà l’annunciatissimo «pacchetto scuola». «È slittato, non è stato ritirato». In realtà non ci sono i soldi per le assunzioni. Il ritorno alla realtà dopo l’incontro con Napolitano. La figuraccia del governo: «C’era troppa carne al fuoco». Oggi a Roma manifestano «Quota 96» e precari

Aveva pro­messo di stu­pire il mondo della scuola. E ci è riu­scito. A poche ore dal Fer­ra­go­sto il pre­si­dente del Con­si­glio Mat­teo Renzi ha ras­si­cu­rato di essere al lavoro con il mini­stro dell’Istruzione Ste­fa­nia Gian­nini e «il suo staff» per cor­reg­gere le vir­gole di un prov­ve­di­mento ambi­zioso che avrebbe cam­biato il futuro dei figli dei nostri figli nel 2038. E non era man­cato l’annuncio sen­sa­zio­nale: risol­vere una volta per tutte il pre­ca­riato nella scuola, anche per­ché è in arrivo la sen­tenza della Corte Euro­pea che com­mi­nerà all’Italia una pesante multa per sfut­ta­mento dei docenti con un’anzianità supe­riore ai 36 mesi. «Assu­me­remo 100 mila pre­cari», non importa se in tre anni e a par­tire dal 2017. E non subito, dal primo set­tem­bre. Una poco più che nor­male ope­ra­zione di immis­sione in ruolo, alzando i numeri dei suben­tri attuali e spal­man­doli su un triennio.

La svolta epo­cale è stata riman­data. Ieri sera, a con­clu­sione del chia­ri­fi­ca­tore incon­tro con Napo­li­tano, il governo ha scelto di non pre­sen­tare il «pac­chetto scuola»nel Con­si­glio dei mini­stri di oggi. È il ritorno alla realtà dopo un’intensa set­ti­mana di pro­pa­ganda, un laissez-faire inte­res­sato rilan­ciato ieri su twit­ter da Renzi: «Magari prima aspet­tate che pre­sen­tiamo la riforma, no? Ancora non abbiamo pre­sen­tato nulla. Buon lavoro». L’attesa è stata inu­tile. Troppo il lavoro. È stato scelto di evi­tare l’ingolfamento di misure in Cdm dove appro­de­ranno lo Sblocca-Italia e la giustizia.

In realtà i soldi non ci sono. Per assu­mere circa 30 mila per­sone all’anno sareb­bero neces­sari 4–500 milioni di euro. Mol­ti­pli­cati per tre fa la cifra astro­no­mica (per i cri­teri dell’austerità) di 1,2–1,5 miliardi. Una spesa non finan­zia­bile con i tagli della spen­ding review alla spesa pub­blica con i quali il governo intende finan­ziare una parte sostan­ziosa del bonus Irpef da 80 euro, attual­mente scoperto.

Dopo la gran­cassa, la figu­rac­cia. E il governo, in minuti con­ci­tati usati per tro­vare una ragione, ha pre­ci­sato: «La riforma slitta, non salta. Per evi­tare troppa carne al fuoco». E dire che il prov­ve­di­mento era il pila­stro della «ripar­tenza con il botto» delle brevi e cao­ti­che vacanze dell’esecutivo. Avere messo in agenda la scuola, senza con­te­nuti né coper­ture, è ser­vito ad disto­gliere l’attenzione dalle divi­sioni pro­vo­cate dagli annunci di Poletti sulle pen­sioni. Ma non è stato utile a can­cel­lare l’immobilismo di un governo che parla troppo e non con­clude nulla.

«I temi della scuola non sono nel decreto (Sblocca Ita­lia, ndr), saranno in altri stru­menti» ha detto il mini­stro dell’Economia Padoan. Se ne ripar­lerà, forse, nella legge di sta­bi­lità. Lo «slit­ta­mento» della riforma tra­sfe­rirà il carico di non­sense e di vel­leità rifor­mi­sti­che ispi­rate ad una visione azien­da­li­sta e com­pe­ti­tiva dell’istruzione in que­sto con­te­ni­tore. Dal 1 otto­bre a fine anno sulla gri­glia il governo met­terà a cuo­cere una quan­tità di «carne al fuoco» che farà impal­li­dire quella di Ferragosto.

Le linee guida sulla scuola ver­ranno ripre­sen­tate agli esami di ripa­ra­zione di set­tem­bre. Non avranno comun­que un valore di decreto. L’esecutivo intende sot­to­porle ad una con­sul­ta­zione, anche online, con i sin­da­cati, gli stu­denti, le fami­glie e i cit­ta­dini. è pre­ve­di­bile che la con­fu­sione così gene­rata pro­durrà nuove occa­sioni di con­te­sta­zione. Quelle annun­ciate dagli stu­denti medi il 10 otto­bre o la mani­fe­sta­zione degli uni­ver­si­tari e dei pre­cari pre­vi­sta per il 14 novembre.

Renzi si è cac­ciato in un imbuto dove pre­ci­pi­te­ranno i flussi dell’opposizione, insieme al vero dramma: la man­canza di risorse per la sua poli­tica degli annunci. Da Palazzo Chigi fanno sapere che il pre­mier va veloce e ha già messo la testa sulla con­fe­renza stampa di lunedì pros­simo sui mille giorni. Per il fine set­ti­mana l’appuntamento è andato a vuoto: la scuola non rien­trerà tra le «riforme strut­tu­rali» da pre­sen­tare al Con­si­glio Euro­peo di sabato e nem­meno nell’incontro a Parigi con Hol­lande. Il suo governo «vuole fare come Renzi». Un para­gone non augu­ra­bile nem­meno al «socia­li­smo dell’offerta» fran­cese. I

n que­sto qua­dro non cam­bia di segno la mani­fe­sta­zione del per­so­nale sco­la­stico «Quota 96», dei sin­da­cati e dei pre­cari pre­vi­sta per oggi alle 11 a piazza SS Apo­stoli a Roma. Sarà la prima mani­fe­sta­zione di una sta­gione turbolenta.

fonte: il Manifesto
http://ilmanifesto.info/scuola-la-riforma-e-un-fantasma-che-cammina/

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