Scuola, la minaccia del premier

mio commento: riforme condivise? No grazie. Mario Piromallo

Governo. «Con tremila emendamenti in commissione 100 mila insegnanti non si assumono entro l’anno». In difficoltà su più fronti, Renzi minaccia i precari

Manifestazione sulla scuola © Lapresse

Non è una bugia ma un intero mazzo di bugie sin­te­tiz­zate con mira­bile con­ci­sione. In com­mis­sione istru­zione, al Senato, l’ostruzionismo non è il vero pro­blema. Se il voto è slit­tato di set­ti­mane è solo per­ché così hanno voluto il governo e il Pd, per stem­pe­rare le divi­sioni interne. Da giorni Mat­teo Renzi aveva deciso di rin­viare quanto più pos­si­bile il pas­sag­gio in aula del dise­gno di legge, tanto che la deci­sione di modi­fi­care il calen­da­rio e anti­ci­pare la riforma Rai era già stata presa. Troppo incerta la situa­zione, troppo esi­gui i mar­gini di mag­gio­ranza per sfi­dare il Par­la­mento su un prov­ve­di­mento tanto importante.

Ma la spinta deci­siva è arri­vata quando a palazzo Chigi sono stati por­tati i conti sui voti in com­mis­sione istru­zione. Inu­tile girare e rigi­rare il pal­lot­to­liere: la mag­gio­ranza non c’è, essendo deci­sivi due dis­si­denti Pd, Wal­ter Tocci e Cor­ra­dino Mineo. Dopo la boc­cia­tura in com­mis­sione Affari costi­tu­zio­nali nel parere sulla costi­tu­zio­na­lità del ddl, governo e mag­gio­ranza, al momento, sareb­bero quindi desti­nati a subire nuove scon­fitte anche nel merito del prov­ve­di­mento. Un pes­simo via­tico per l’aula, che ren­de­rebbe impra­ti­ca­bile il solito voto di fidu­cia. Infine, quand’anche ci fosse un ostru­zio­ni­smo in realtà ine­si­stente, Renzi potrebbe imboc­care una via sem­plice per risol­vere il pro­blema: stral­ciare il capi­tolo rela­tivo alle assun­zioni, varare un piano plu­rien­nale per assu­mere tutti i pre­cari invece di lasciarne a spasso 100 mila e passa e, allo stesso tempo, assu­mere la prima ondata di inse­gnanti con un decreto.

Per­ché il pre­mier pre­fe­ri­sca invece rac­con­tare di essere costretto a sacri­fi­care le assun­zioni suo mal­grado è evi­dente. Sul piano della pro­pa­ganda ha tutta la con­ve­nienza a fin­gere che la man­cata assun­zione sia dovuta all’opposizione par­la­men­tare e sociale, a tutti quelli che, in Par­la­mento e fuori, con­tra­stano la legge. Ma soprat­tutto quelle 100mila assun­zioni ver­ranno but­tate sul piatto della bilan­cia nel pros­simo round dello scon­tro, ai primi di luglio, col pre­ciso obiet­tivo di costrin­gere l’opposizione par­la­men­tare e il sin­da­cato a cedere. E’ lo stesso gene­ra­lis­simo ad annun­ciare, sem­pre dall’intramontabile salot­tino di Vespa, il piano di bat­ta­glia: «Ai primi di luglio faremo una Con­fe­renza nazio­nale sulla scuola. Li chia­miamo tutti: sin­da­ca­li­sti, pre­sidi, docenti, fami­glie. Ma una volta ascol­tati tutti si chiude per­ché in Ita­lia, dopo anni, qual­cuno decide». A quel punto, il ricatto dei pre­cari tor­nerà utilissimo.

L’attacco sulla scuola è solo un tas­sello della con­trof­fen­siva che il pre­mier, messo alle strette da una serie di rove­sci uno dopo l’altro, dalle ele­zioni all’immigrazione, da Mafia capi­tale alla scuola, intende sfer­rare. Il pas­sag­gio suc­ces­sivo sarà quasi cer­ta­mente la defe­ne­stra­zione del sin­daco Marino. «Potremmo dover sacri­fi­care Roma per sal­vare il governo», avrebbe con­fi­dato il gran capo ai fede­lis­simi nei giorni scorsi. Poi una raf­fica di attac­chi sem­pre più duri: «Biso­gna tor­nare dal Renzi 2 al Renzi 1, e col Renzi 1 al posto di Marino non sta­rei tran­quillo», con­clu­deva la sua inter­vi­sta di ieri alla Stampa, pre­messo che «nel 2016 si vota nelle grandi città, forse anche a Roma». Poi il colpo finale, dal solito Vespa: «Marino è per­bene, ma chi è one­sto deve anche essere capace».

In realtà la deci­sione è già presa, almeno al 90%, ma non si pro­ce­derà subito per­ché, non dispo­nendo ancora di un can­di­dato valido, biso­gna evi­tare che nella Capi­tale si vada a voto in otto­bre. Due i motivi che spin­gono Renzi: il dub­bio che, nono­stante si dica cer­tis­simo del con­tra­rio, la rela­zione del pre­fetto Gabrielli possa riser­vare qual­che brutta sor­presa. Nel caso, biso­gne­rebbe essere pronti ad anti­ci­pare lo sgam­betto. Ma soprat­tutto il pre­mier si rende conto che difen­dere il sin­daco di Roma potrebbe costar­gli popo­la­rità e con­senso nell’intero Paese a tutto van­tag­gio di chi quello scan­dalo sta caval­cando: l’M5S.

fonte: il Manifesto

http://ilmanifesto.info/scuola-la-minaccia-di-renzi/