Scuola, il giallo degli altri precari da assumere

— Roberto Ciccarelli, ROMA,

Giustizia, caos dopo la sentenza della Corte di giustizia Ue: sono 15 mila oppure 100 mila in più? La prima tesi è sostenuta dal ministro dell’Istruzione Giannini, la seconda dai sindacati che contemplano anche il personale Ata escluso dalle 148 mila assunzioni previste nel piano Renzi.

All’indomani della sen­tenza della Corte di Giu­sti­zia Euro­pea a Lus­sem­burgo sui pre­cari della scuola, il mini­stro dell’Istruzione Ste­fa­nia Gian­nini si è mostrata sicura. A set­tem­bre 2015 si pro­ce­derà all’assunzione di 148 mila inse­gnanti pre­cari dalle sole gra­dua­to­rie ad esau­ri­mento e «nel 2016» ad un con­corso per 40 mila per­sone. Tutti gli altri fuori. Per docenti pre­cari e per­so­nale Ata con 36 mesi di ser­vi­zio negli ultimi tre anni e un con­tratto a ter­mine non cam­bia nulla. Con abi­li­ta­zioni (Pas e Tfa), master e tanto altro potranno aspi­rare a un biglietto vin­cente alla lot­te­ria. Non più di que­sto. E fuori soprat­tutto reste­ranno gli ammi­ni­stra­tivi. Per loro la «Buona scuola» non pre­vede assun­zioni. Un’ingiustizia nell’ingiustizia, visto che pro­prio dal ricorso di un «Ata» è nata la valanga che ha cam­biato la sto­ria recente della scuola ita­liana, almeno dal punto di vista del diritto. La realtà poli­tica in Ita­lia è un’altra cosa.

La sto­ria è anche quella di Mario De Nuzzo, 43 anni e 9 da col­la­bo­ra­tore sco­la­stico pre­ca­rio a Cata­nia, uno dei pro­mo­tori della prima causa con­tro il pre­ca­riato di Stato. «La sen­tenza — ha detto al gior­nale La tec­nica della scuola — apre sce­nari ampi per il pub­blico impiego, facendo giu­sti­zia di un palese sfrut­ta­mento lega­liz­zato in vio­la­zione di una diret­tiva rece­pita e mai appli­cata al com­parto scuola». Più che l’ottimismo, in que­sta dichia­ra­zione col­pi­sce la deter­mi­na­zione con la quale decine di migliaia di per­sone si rivol­ge­ranno tra poco al giu­dice del lavoro per vedere rispet­tati i pro­pri diritti di lavo­ra­tori. Rico­no­sciuti dal diritto comu­ni­ta­rio, ma non in Italia.

Con­tro il mini­stero dell’Istruzione, e il governo Renzi, si sta per sca­te­nare una «guer­ri­glia» giu­di­zia­ria. E le dichia­ra­zioni del mini­stro Gian­nini non lasciano equi­voci sul campo: «L’Italia — ha detto ieri l’ex ret­trice dell’università di Peru­gia per stra­nieri — è un paese che si fonda sui ricorsi e chiun­que veda aprirsi uno spi­ra­glio dopo que­sta sen­tenza può pre­sen­tare ricorso. Que­sto non è un tema che riguarda me e il governo». Liqui­data la giu­sti­zia euro­pea che ha dichia­rato ille­gale l’intero sistema della pre­ca­rietà nella scuola ita­liana, come nella pub­blica ammi­ni­stra­zione, que­sta dichia­ra­zione sot­to­va­luta che la pre­ca­rietà è stata ideata dai governi, e non dai ricor­renti che cer­cano di difen­dersi. Da oggi spet­terà solo ai giu­dici sta­bi­lire l’entità dei risar­ci­menti. Ma non, pur­troppo, la dignità del lavoro.

C’è poi il giallo dei numeri «da assu­mere». Per Gian­nini sareb­bero 15 mila docenti e 18 mila Ata. Se così fosse, il piano assun­zioni della «Buona Scuola» sarebbe un «suc­cesso poli­tico», così si è espressa ieri la mini­stra. In realtà si rife­ri­sce solo ai pre­cari assunti con con­tratto annuale fino al 31 ago­sto per tre anni con­se­cu­tivi, ma non a coloro che hanno lavo­rato per tre anni nell’arco di 5–6 anni. In quest’ultimo caso, sostiene Rino Di Meglio della Gilda, si trat­te­rebbe di 70–100 mila per­sone, come abbiamo scritto ieri su Il Mani­fe­sto. La sen­tenza della Corte di Lus­sem­burgo si rife­ri­sce evi­den­te­mente a quest’ultima pla­tea. Ci sarebbe anche la pos­si­bi­lità di inter­pre­tare la sen­tenza in maniera esten­siva, coin­vol­gendo anche chi ha svolto sup­plenze tem­po­ra­nee per tre anni e più. Senza esclu­dere i col­la­bo­ra­tori sco­la­stici. In que­sto caso si arri­ve­rebbe alla cifra «mon­stre» di 250 mila assun­zioni, quelle ripor­tate ieri.

Uno sce­na­rio che il governo ha escluso, ma che diven­terà il ter­reno dello scon­tro. Que­sta è una diretta con­se­guenza della sen­tenza euro­pea e l’effetto — pre­ve­di­bile — della deci­sione di assu­mere solo dalle gra­dua­to­rie ad esau­ri­mento, esclu­dendo quelli che hanno sba­gliato l’anno in cui abi­li­tarsi. Un arbi­trio, pro­vo­cato dai governi, che oggi rischia di tra­sfor­marsi in un arbi­trio ancora più grande. Quello che sem­bra certo è che la riforma Renzi-Giannini taglierà alla radice que­sto pro­blema, distri­buendo le sup­plenze solo tra i nuovi assunti, lasciando fuori chi oggi fa que­sto lavoro.

«Le 148 mila immis­sioni in ruolo pre­vi­ste dal piano Renzi non bastano più — ha detto ieri Mar­cello Paci­fico nell’Anief durante un’audizione alla VII com­mis­sione del Senato — dovreb­bero essere inte­grate da altre 60 mila per i docenti abi­li­tati e 40 mila unità di per­so­nale Ata». La pro­po­sta sarebbe quella di una fascia aggiun­tiva alle gra­dua­to­rie ad esau­ri­mento dove inse­rire chi ha titolo. Un caos che potrebbe essere solo l’annuncio di quello che si pre­para per tutta la pub­blica ammi­ni­stra­zione. In man­canza di una poli­tica diversa, tutti potranno ricor­rere a quella che Wal­ter Miceli, uno degli avvo­cati dell’Anief, ha defi­nito «una pie­tra miliare nella lotta con­tro la pre­ca­riz­za­zione dei rap­porti di lavoro».

fonte: il Manifesto

http://ilmanifesto.info/scuola-il-giallo-dei-precari-da-assumere/