Scuola: Cobas: «Dall’8 giugno è sciopero scrutini»

vignetta dal sito de il Manifesto

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Scuola, la sfida dei Cobas: «Dall’8 giugno è sciopero scrutini»

Contro Ddl Scuola. Sciopero scrutini fino al 18 giugno dei sindacati di base. Per il garante Alesse è «illegale, danneggia gli studenti». Bernocchi (Cobas): «Avremmo preferito una convocazione unitaria con gli altri sindacati ma bisogna dare un forte segnale che dimostri la legittimità di questa lotta». Da domani manifestazioni in tutto il paese contro il Ddl scuola.

L’annuncio dello scio­pero degli scru­tini da parte dei Cobas e dell’Unicobas ali­menta un val­zer di dichia­ra­zioni che allon­tano l’attenzione dalle mobi­li­ta­zioni con­tro il Ddl scuola che da domani fino a mer­co­ledì per­cor­re­ranno il paese da Nord a Sud.

Piero Ber­noc­chi (Cobas) ha annun­ciato ieri due gior­nate di blocco delle atti­vità in tutte le regioni: l’8 e 9 giu­gno in Emilia-Romagna e Molise; il 9 e 10 in Lazio e Lom­bar­dia; il 10 e l’11 in Puglia, Sici­lia e Tren­tino; l’11 e 12 in Ligu­ria, Mar­che, Sar­de­gna, Toscana, Umbria, Cam­pa­nia e Veneto; il 12 e 13 in Abruzzo, Basi­li­cata, Cala­bria, Friuli Vene­zia Giu­lia, Pie­monte e Val d’Aosta; il 17 e 18 in Alto Adige. L’Unicobas di Ste­fano D’Errico farà la stessa cosa tra l’8 e il 18 giu­gno. «Avremmo pre­fe­rito una con­vo­ca­zione uni­ta­ria — sostiene Ber­noc­chi — ma rite­niamo che vadano rotti gli indugi per dare con urgenza un forte segnale che tran­quil­lizzi i docenti e che dimo­stri la legit­ti­mità della forma di lotta proposta».

I sin­da­cati più rap­pre­sen­ta­tivi (Flc-Cgil, Cisl e Uil scuola, Gilda, Snals) si riu­ni­ranno in set­ti­mana per deci­dere. Fran­ce­sco Scrima (Cisl) con­ferma quanto già detto a Il Mani­fe­sto il 13 mag­gio scorso: «Abbiamo un con­fronto in atto. Ci aspet­tiamo un atto di respon­sa­bi­lità da parte del governo. Dopo que­sto con­fronto uni­ta­ria­mente, con gli altri sin­da­cati, deci­de­remo cosa fare, se e come pro­se­guire la mobilitazione».

Tutto dipende dal governo che ieri ha fatto sapere «di avere rice­vuto i sin­da­cati già tre volte» con la mini­stra dell’Istruzione Ste­fa­nia Gian­nini. Diver­sa­mente da quelle di Ercole, è stata una fatica inu­tile dato che i sin­da­cati pre­ve­dono di alzare la con­flit­tua­lità arri­vando ad uno scio­pero degli scru­tini, il primo dal 1989. Lo show-down avverrà dopo l’approvazione del Ddl alla Camera pre­vi­sta mer­co­ledì 20 maggio.

Il loquace pre­si­dente dell’autorità di garan­zia per gli scio­peri Roberto Alesse ha fatto sapere che il blocco dei Cobas è «ille­gale». «Chi si muove fuori dalle regole dan­neg­gia solo e sol­tanto stu­denti e fami­glie, e a loro dovrà spie­gare le ragioni di un even­tuale blocco ille­gale degli scru­tini — ha detto — l’autorità, come annun­ciato nei giorni scorsi, valu­terà la legit­ti­mità dell’atto di pro­cla­ma­zione nelle pros­sime ore e lo farà con rigore a tutela degli utenti». «Il Garante fa rispet­tare la legge dell’accordo sulla scuola, non fa pole­mica con sin­da­cati più o meno rap­pre­sen­ta­tivi». Una pre­ci­sa­zione inop­por­tuna. La pole­mica è più viru­lenta che mai, e non l’hanno ini­ziata i sindacati.

La legge 146 del 1990 rico­no­sce il diritto di scio­pero durante gli scru­tini tranne che per le terze medie o le quinte liceo. Il pre­side non può sosti­tuire i docenti che scio­pe­rano, né rin­viare lo scru­ti­nio a scio­pero già pro­cla­mato. Modi­fi­care la data signi­fica limi­tare il diritto di scio­pero. Lo scru­ti­nio è sospeso e rin­viato fino a cin­que giorni. Tec­ni­ca­mente non è un «blocco», ma un rin­vio. L’impatto poli­tico della pro­te­sta sarà grande.

È nell’interesse del governo Renzi disto­gliere l’attenzione dalle pro­te­ste con que­sta disfida in punta di diritto. Domani la scuola torna in piazza. Ad Aosta, ad esem­pio, è stato annun­ciato il pre­si­dio per­ma­nente di 24 ore «Riforma sì, ma non così» davanti al palazzo regio­nale. Lo stesso slo­gan sarà usato sugli stri­scioni al pre­si­dio davanti alla Pre­fet­tura di Varese dalle 8 alle 11. Pre­vi­ste due mani­fe­sta­zioni a Fog­gia e a Brin­disi.
Il cen­tro della pro­te­sta sarà a piazza Mon­te­ci­to­rio a Roma dove domani e mar­tedì è stato orga­niz­zato uno «spea­kers’ cor­ner». Mer­co­ledì sono state pro­cla­mate tre ore di assem­blea in tutte le scuole della Capi­tale per per­met­tere ai docenti di par­te­ci­pare al pre­si­dio. Si pensa di costruire una catena umana per «cir­con­dare» il Par­la­mento. Le orga­niz­za­zioni stu­den­te­sche hanno annun­ciato la loro partecipazione.

Ieri Renzi ha inau­gu­rato la saga del #mat­teo­ri­sponde su twit­ter. Nel lode­vole intento di rispon­dere alla marea mon­tante della pro­te­sta, il pre­si­dente del Con­si­glio si è atte­stato sull’imperativo del suo «sto­ry­tel­ling»: simu­lare il dia­logo e andare avanti per incas­sare una riforma che com­pleta il suo dise­gno auto­ri­ta­rio. «Faremo tesoro di sug­ge­ri­menti e cri­ti­che». E poi: «Ddl scuola calato dall’alto? Ascolto da set­tem­bre, dalla con­sul­ta­zione online». Quella che ha boc­ciato uno dei pila­stri della «Buona Scuola»: l’abolizione degli scatti di anzia­nità. Ma que­sto Renzi non lo dice.