Scontro Renzi-Cgil, bufale e contestazioni

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mio commento: ancora promesse impossibili, bufale. L’attuale premier parla di 30 miliardi di Euro che, per intenderci, corrispondono a circa 58 mila miliardi delle vecchie Lire. Avete capito bene, ma rileggete la cifra e fissatela bene in testa. Una finanziaria di qualche anno fa poteva essere di circa 10….13miliardi di Euro che per i cittadini voleva dire comunque aumenti di tasse e imposte. Questa ulteriore boutade è la conferma che per questo premier, come per un suo predecessore in particolare, le promesse sono il suo pane quotidiano.
Non possiamo più continuare a vivere di promesse mentre i problemi del paese e quelli dei suoi cittadini non vengono risolti. Sia chiaro non possiamo dare tutte le colpe a costui anche se, a quanto pare, il suo governo “misto” non sta compiendo passi avanti. Lo stato di cose è addebitabile anche i governi precedenti, diciamo quelli degli ultimi 25anni. Governi che hanno aperto la strada per arrivare alla situazione fatiscente che stiamo subendo. Mario Piromallo

di Antonio Sciotto, 13.10.2014

Lo show del premier. Assemblea di Confindustria a Bergamo, il presidente del consiglio promette una manovra di 30 miliardi: la gran parte sarà destinata alle imprese. Sgravi di tre anni per chi assume, taglio dell’Irap. Fuori una manifestazione della Fiom. Camusso, da Roma, rilancia il corteo del 25 ottobre e lo sciopero generale.

Nuova gior­nata di pro­messe da parte di Mat­teo Renzi, ieri a Ber­gamo, ma intanto sono saliti al mas­simo i toni della con­te­sta­zione: quella dei fiom­mini, che hanno seguito il pre­si­dente del con­si­glio lungo il suo tour nelle fab­bri­che, e quella di Susanna Camusso, da Roma, che diventa ogni giorno più cri­tica. «Il governo assume la piat­ta­forma di Con­fin­du­stria – ha detto la segre­ta­ria della Cgil – Non ha idea di dove por­tare il paese».

Il pre­mier si tro­vava nella città lom­barda pro­prio su invito della Con­fin­du­stria. Per inter­ve­nire nel corso dell’assemblea degli indu­striali (Ber­gamo è una delle roc­ca­forti) alla Per­sico di Nem­bro, e poi spo­starsi alla Tena­ris Dal­mine. Den­tro sono volati i numeri, e fuori gli insulti.

Renzi ha snoc­cio­lato – come fa nei suoi momenti più ispi­rati – una serie di voci miliar­da­rie, tutte rela­tive alla legge di sta­bi­lità: dove siano le coper­ture, resta sem­pre un mistero. La mano­vra sarà di ben «30 miliardi», «senza un cen­te­simo di aumento delle tasse».

Ben 18 saranno i miliardi di taglio delle tasse, secondo il pre­mier, e andranno in diverse dire­zioni, dagli 80 euro a un bene­fi­cio per le imprese, con il taglio dell’Irap: «Dieci miliardi andranno a finan­ziare in modo sta­bile il bonus degli 80 euro – ha spie­gato Renzi – Mezzo miliardo in detra­zioni fiscali per le fami­glie, e il resto andrà in due misure: incen­tivi che per­met­te­ranno per un trien­nio di non pagare con­tri­buti per chi fa assun­zioni a tempo inde­ter­mi­nato» e il resto per la ridu­zione dell’Irap «che è una tassa che manda fuori di testa per la sua com­po­nente lavoro». A quest’ultima voce, sareb­bero desti­nati, aggiunge il capo del governo, «6,5 miliardi».

Un piano ambi­zioso, a cui però gli ope­rai della Fiom non sem­brano cre­dere. Più pre­oc­cu­pati dal taglio sostan­zioso di diritti pre­vi­sto nel Jobs Act. Al pre­si­dio erano pre­senti anche ban­diere del Prc, e il tema caldo delle pro­te­ste è stato ovvia­mente l’articolo 18.

Le con­te­sta­zioni sono state pesanti, a tratti anche ver­bal­mente vio­lente: «buf­fone», «mafioso», «sei su senza voti», «ammaz­zati» e «devi morire», hanno regi­strato le agen­zie pre­senti davanti alla Tena­ris Dal­mine. Gli animi sono evi­den­te­mente esa­spe­rati dalla crisi e dai licen­zia­menti, e qual­cuno esagera.

Da Roma, dove è inter­ve­nuta all’attivo della Cgil laziale, Susanna Camusso ha riba­dito le ragioni della mani­fe­sta­zione del 25 otto­bre, rilan­ciando lo scio­pero gene­rale. Gelido e sar­ca­stico il com­mento di Gior­gio Squinzi, pre­si­dente di Con­fin­du­stria, anche lui pre­sente a Ber­gamo con Renzi: «Beata lei», ha detto.

«Dopo la mani­fe­sta­zione del 25 otto­bre» e le altre ini­zia­tive «dob­biamo con­ti­nuare la mobi­li­ta­zione» e «anche lo scio­pero gene­rale è una delle cose che met­te­remo in campo, ma nes­suno pensi che sia tutto», ha detto Camusso. «Quando arri­ve­remo allo scio­pero gene­rale – ha aggiunto – che sia dav­vero lo scio­pero gene­rale del Paese».

Al muta­mento di lin­guag­gio di Camusso è da ascri­vere un’altra frase, che denota come la Cgil ormai si senta all’opposizione (ter­reno su cui finora non si era mai spinta): la mani­fe­sta­zione del 25 otto­bre «è la prima ini­zia­tiva di con­tra­sto vero a que­sto governo», ha spie­gato. D’altronde, «il cam­biare verso è diven­tato il con­ti­nuare come prima. Per­ché que­sto governo è solo la replica dei 4 governi pre­ce­denti. Pro­messe, annunci… di tutto que­sto non c’è più traccia».

«Il 25 otto­bre non c’è solo l’articolo 18 e le altre modi­fi­che allo Sta­tuto», ma l’idea che biso­gna par­tire «dalla crea­zione di lavoro», ha aggiunto poi Camusso, rife­ren­dosi evi­den­te­mente alle contro-proposte che il sin­da­cato da tempo porta all’attenzione della poli­tica, senza for­tuna: snob­bate da Ber­lu­sconi, bypas­sate anche da Monti e da Letta, e oggi del tutto igno­rate da Renzi.

Poi un accenno alla patri­mo­niale: «L’Italia è l’unico paese nella Ue che ha la tassa di suc­ces­sione più bassa e nes­suna patri­mo­niale», ha detto Camusso, elen­cando le tre pro­po­ste Cgil al governo: eli­mi­na­zione del tetto dell’età pen­sio­na­bile; finan­zia­mento dei con­tratti di soli­da­rietà; eli­mi­na­zione della decon­tri­bu­zione degli straor­di­nari. Infine, un invito a Cisl e Uil: «La nostra forza sarà quando anche loro saranno in piazza».

fonte: il Manifesto
http://ilmanifesto.info/scontro-renzi-cgil-bufale-e-contestazioni/