Scandalo Inps, l’indagine si allarga a 1600 dipendenti per i dati gonfiati
In arrivo numerosi avvisi di garanzia dalla Procura di Nocera Inferiore. Accertamenti estesi in tutte le regioni
dal nostro inviato ANTONIO DI COSTANZO
NOCERA INFERIORE – Accertamenti su 1600 dipendenti dell’Inps in tutta Italia. La gran parte dei quali potrebbe finire presto nel registro degli indagati. L’inchiesta della Procura di Nocera Inferiore condotta dal pm Roberto Lenza e coordinata dal procuratore Gianfranco Izzo fa tremare l’Istituto nazionale di previdenza sociale. Al momento le ipotesi di reato sono truffa aggravata e falso ideologico, ma non si esclude anche l’associazione per delinquere.
Tutto parte da un’indagine durata due anni dal 2012 al 2013 su fittizie assunzioni in aziende di lavoro dell’agro nocerino. Uomini e donne che venivano assunti solo sulla carta grazie all’aiuto di consulenti del lavoro e commercialisti compiacenti con il solo scopo di percepire indennità di disoccupazione o di maternità. Da questa inchiesta, poi, i magistrati sono risaliti a un’altra truffa: quella dei dati degli accertamenti gonfiati da parte del personale Inps. Una vicenda che secondo la Procura di Nocera andava avanti da anni. Dati contraffatti con un obiettivo preciso: ottenere i premi di produzione che l’istituto concede ai propri dipendenti se si raggiunge un numero di “disconoscimenti” di rapporti di lavori fittizi. “Si tratta di un’ipotesi di reato – afferma Izzo – ma fondata su elementi concreti e presto ci saranno sviluppi”.
Ecco come funzionava: gli ispettori accertavano che in un’azienda un tot di rapporti di lavoro erano falsi e li annullavano come loro dovere. Dovendo rendicontare questa attività svolta, però, redigevano che i rapporti di lavoro annullati erano molti di più e inserivano nel data base i dati gonfiati. Alle aziende che avevano subito l’accertamento ed erano state denunciate, invece, consegnavano un verbale corretto. Tutto per raggiungere quella soglia che permetteva di arrivare al premio di produttività e ottenere dall’Inps l’erogazione del benefit economico.
Solo per quanto riguarda il 2012-2013 i soldi dati in premio ai dipendenti in virtù del premio di produttività ammontano a 361 milioni. Si parla di 5 mila euro per gli ispettori addetti agli accertamenti e di ben 60 mila per i dirigenti. A guadagnarci, infatti, sempre secondo l’indagine, erano soprattutto coloro che avevano l’obbligo di controllare il lavoro dei controllori ma che in realtà beneficiavano dei premi in denaro grazie ai dati falsificati.
E secondo la Procura lo facevano consapevolmente o quanto meno omettendo le verifiche. Ipotesi investigativa, per ora, e bisogna tenere presente anche che l’Inps risulta vittima di questa vicenda.
Venerdì Lenza si è presentato a Roma nella sede centrale dell’istituto di previdenza per acquisire e sequestrare i dati informatici con i carabinieri della Procura (luogotenente Massimo Santaniello e appuntato Nicola Montone, esperto informatico). Con loro i carabinieri del Racis. I controlli nella sede centrale dell’Inps sono durati oltre cinque ore. Ispezioni con acquisizione di dati e documenti sono scattate in tutte le sedi regionali dell’Inps. In alcuni casi non si troverebbero i registri relativi ai dati degli accertamenti.
“L’inchiesta è solo all’inizio e ci saranno sviluppi quando incroceremo i dati informatici con quelli dei verbali ispettivi – avverte Lenza – dobbiamo confrontare i nomi che sono stati inseriti nel date base e quelli di chi non ha controllato che fossero reali.
fonte: La Repubblica
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2015/10/27/news/scandalo_inps_l_indagine_si_allarga_a_1600_dipendenti_per_i_dati_gonfiati-126032324/?ref=HREC1-9