Scandali: Gioco d’azzardo, l’ultima frontiera: le slot per attirare i bambini –
Mio commento: nel nostro paese non basta il gioco d’azzardo, rappresentato dalle slot, per i maggiorenni, ora siamo giunti alla tentata assuefazione e alla dipendenza al gioco di bambini e adolescenti e farli crescere col tarlo di questa tipologia di gioco per nulla edificante! Fermare questa deriva è compito urgente delle istituzioni che devono estirpare la legittimazione del gioco d’azzardo minorile e procedere anche per evitare che gli adulti rovinino la propria vita e quella delle proprie famiglie.
Mario Piromallo
Via flipper, biliardini, videogiochi. Anche per gli adolescenti sono arrivate le macchinette a punti: più biglietti si comprano, più punti si vincono. Ma per conquistare orologi e Mp3 i ragazzi passano ore a giocare. Diventando dipendenti. Come succede agli adulti. La denuncia delle associazioni.
Provate ad entrare in una sala gioco dove una volta spopolavano i videogiochi a gettone. Gli adolescenti fanno la fila per le “ticket redemption”. Sono macchinette di vario genere, alcune assomigliano molto ai classici flipper altre più a una roulette. Hanno nomi ammiccanti, luci, suoni e attirano frotte di ragazzini. Il gioco è quasi banale: si paga un euro, si schiaccia un bottone, si spara a un bersaglio, si mira ad un esca e si cerca di conquistare un “ticket”. Più si è fortunati e più si accumulano decine di biglietti. Più biglietti si accumulano e più è prezioso il premio che si può ritirare. Ecco spiegato il loro successo nei centri commerciali o nei bowling dell’intera Penisola. Esattamente come le sorelle maggiori slot machine. In questo caso niente denaro, ma ad attirare i piccoli giocatori scintillanti Ipad, ultimissimi Mp3, orologi da polso e poi, scendendo di valore, pistole giocattolo, piastre per i capelli, collane e braccialetti di bigiotteria. Il confine tra gioco con denaro è labile: la differenza principale tra le slot machine e questi apparecchi sta semplicemente nel fatto che le prime sono vietate ai minori di 18 anni, le seconde sono invece accessibili ai più giovani perché il premio non è in denaro ma in ticket.
«È il campanello d’allarme di una cultura del gioco che si allarga», attacca Matteo Iori, presidente del coordinamento gruppi per giocatori d’azzardo: «le slot machine si trovano ovunque e di pari passo anche per i minori scompaiono i biliardini e crescono i ticket redemption, ovvero giochini stupidi da fare davanti a una macchina. In pratica una palestra del gioco per salire di categoria quando si passa alla maggiore età». Vincere i buoni è l’unico scopo. Il denaro viene investito non più per il tempo necessario allo svago ma per arrivare al premio. In alcuni casi l’abilità è praticamente nulla: le macchinette assomigliano pericolosamente alle slot, per vincere basta tirare un rullo o una leva.
«Apparentemente innocui», sostengono le associazioni per le dipendenze e il rischio del gioco d’azzardo: «non sono considerati pericolosi, ma il passaggio successivo sarà non più “buoni” per il regalo ma soldi per comprare qualcosa. E molti genitori non hanno una percezione dei rischi». Il sogno low-cost di tentare la fortuna dietro l’angolo è sdoganato per tutte le età. Con il paradosso tipico delle scommesse: si investe più del valore finale del premio.
Di tutt’altro avviso è Massimiliano Pucci, vicepresidente di Confindustria sistema gioco: «Sono macchine per bambini e non c’è nessun nesso con l’azzardo. Pensare che un gioco di abilità possa essere la palestra per le slot è come dire che andando a messa divento un terrorista. C’è un movimento e un atteggiamento molto diffuso che considera il gioco sbagliato perché consuma del denaro e del tempo che dovrebbero essere impiegati altrove. A loro chiedo: cosa propongono come alternativa?».
Anche la Sapar, l’associazione che riunisce i gestori, produttori e rivenditori di apparecchi da intrattenimento, contesta il legame con il gioco d’azzardo. «Sono giochi di pura abilità e non c’è azzardo» dice Raffaele Curcio, presidente dell’organizzazione:«Certamente mettere un premio troppo elevato non è corretto, la normativa comunque sta arrivando a delle regole chiare e precise».
Come per il “Pacman” di una volta la loro installazione è libera. Solo il governo Monti ha previsto di mettere qualche paletto: da gennaio 2013 con il tributo una tantum da 500 euro gli esercenti sono in regola, in attesa di un testo definitivo. La legge prevede che il premio abbia un valore modesto, ma i gestori spesso mettono in palio compensi da centinaia di euro. Numeri precisi sulla loro diffusione non esistono: sono una decina le aziende che importano le ticket redemption, che per ogni apparecchio arrivano a spendere anche quatromila euro.
Nonostante il tetto ai premi, il rischio di diventare dipendenti dal gioco si allarga, anche per gli adolescenti. «Negli scorsi anni abbiamo assistito ad un costante incremento di studenti tra i 15 e i 19 anni diventati giocatori d’azzardo. Oltre un milione gli studenti nell’ultimo anno riferisce di aver giocato soldi, nonostante una chiara legislazione restrittiva per i minori», conferma Sabrina Molinaro, ricercatrice dell’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche. L’ultima ricerca del Cnr svela che uno studente su due, alle scuole superiori, ha giocato d’azzardo e per il 9 per cento ci sono segni di dipendenza. Stessa cosa sta accadendo per le donne.
Perché? Videopoker e simili un tempo erano limitati in luoghi più vissuti dai maschi adulti e anche culturalmente erano interpretati come qualcosa di poco adatto ai giovanissimi. Oggi il gioco d’azzardo è diventato invece “per tutti”, è accettato culturalmente e anche il marketing e le pubblicità spesso sono destinate a donne e ragazzi. Sono le nuove frontiere del gioco (e dei rischi) per tutti. A partire dai bambini.
fonte: L’Espresso
http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/12/10/news/gioco-d-azzardo-le-macchinette-attira-bambini-simili-alle-slot-ma-con-un-ipad-in-palio-1.145252