Sblocca Italia, dimezzati i fondi per Genova

 

di  Antonio Sciotto,

Ambiente. Sì alla fiducia alla Camera. A fronte dei tagli alle emergenze, confermati i piani Tav e Mose. M5S e SEL tenteranno di stoppare il provvedimento nei prossimi passaggi parlamentari.

Lo Sblocca Ita­lia, il con­te­sta­tis­simo decreto che secondo gli ambien­ta­li­sti lascia mano libera a cemento, tri­velle e rifiuti, ha otte­nuto ieri l’ok per la fidu­cia alla Camera. L’esame del prov­ve­di­mento ripren­derà mar­tedì, e poi gio­vedì è pre­vi­sto il voto defi­ni­tivo. La modi­fica più vistosa al testo è venuta dalla Com­mis­sione Bilan­cio, che ha dimez­zato i fondi stan­ziati per le cala­mità natu­rali e in dota­zione alla Pro­te­zione civile: sono pas­sati da 100 milioni (somma frutto di un emen­da­mento di SEL) a 50. Dimez­zate, quindi, anche le risorse desti­nate agli allu­vio­nati di Genova e agli abi­tanti dell’Aquila.

Un vero scan­dalo, visto che nello stesso tempo sono state con­fer­mate ric­che dota­zioni per opere come il Mose e la Tav, dotate entrambe di un fondo di 500 milioni cia­scuna: forse sarebbe stato più oppor­tuno man­te­nere a 100 milioni la somma desti­nata alle emer­genze, ral­len­tando quelle altre infrastrutture.

Inol­tre, un miliardo di euro è stato desti­nato ai Comuni per le pic­cole opere: fatto in sé posi­tivo, ma non ope­rato in maniera tra­spa­rente. «La lista dei Comuni desti­na­tari di que­sto fondo è già stata decisa, sulla base di richie­ste che le ammi­ni­stra­zioni avreb­bero dovuto man­dare a Palazzo Chigi entro lo scorso 2 giu­gno – spie­gano gli M5S della Com­mis­sione Ambiente – Pec­cato che l’annuncio del governo che lan­ciava l’iniziativa non sia mai stato reso pub­blico, e che que­sta lista, che abbiamo più volte richie­sto, resti ancora com­ple­ta­mente segreta».

Ancora, la Com­mis­sione Bilan­cio ha rile­vato che nono­stante per il Fondo Infra­strut­ture siano segnati nel testo 3,6 miliardi, in realtà le coper­ture repe­rite sono pari a 3,5 miliardi: quindi 100 milioni in meno, che potreb­bero giu­sti­fi­care un emen­da­mento in Senato, facendo ritor­nare ancora una volta il testo alla Camera, e rischiando addi­rit­tura di non cen­trare la dead line per la con­ver­sione (11 novembre).

È quello che spe­rano i Cin­que­stelle, che ieri hanno deciso di non fare ostru­zio­ni­smo, spe­rando comun­que di non far appro­vare il decreto nei tempi ai pros­simi pas­saggi par­la­men­tari. I depu­tati M5S hanno votato con un cri­san­temo in mano, e hanno ribat­tez­zato il prov­ve­di­mento «Sfa­scia Ita­lia». Come d’altronde è stata molto cri­tica Sel, che ieri par­lava di «Sblocca cemento».

Nello Sblocca Ita­lia sono rima­ste in piedi tutte le con­te­state libe­ra­liz­za­zioni rispetto alle tri­velle – e così pre­sto potreb­bero avere “mare libero” in Abruzzo, Sici­lia Basi­li­cata – ma per for­tuna sono state espunte alcune tri­vel­la­zioni spe­ri­men­tali, desti­nate ai luo­ghi vicini a par­chi pro­tetti (in Alto Adria­tico per il momento sareb­bero rispar­miate, come sarebbe deca­duta la minac­cia per i fon­dali tra Capri e Ischia).

L’ok è con­fer­mato anche per la libera cir­co­la­zione dei rifiuti, che dovranno andare a forag­giare ince­ne­ri­tori spesso privi di mate­riale da bru­ciare: anche su que­sto punto le asso­cia­zioni ambien­ta­li­ste e i Cin­que­stelle hanno ten­tato di otte­nere una modi­fica del prov­ve­di­mento, ma senza fortuna.

Inol­tre, resta in piedi la pos­si­bi­lità per il governo di auto­riz­zare opere rite­nute stra­te­gi­che anche con­tro il parere delle Regioni: punto che tra l’altro rischia di entrare in con­flitto con il titolo V e che potrebbe ali­men­tare futuri ricorsi alla Corte costituzionale.

I par­titi di oppo­si­zione restano sul piede di guerra e spe­rano di poter emen­dare il testo nei pros­simi pas­saggi. «Sono stati tagliati i fondi per il sisma dell’Aquila, ridotti quelli appro­vati con un nostro emen­da­mento per le emer­genze, men­tre ven­gono stan­ziati 500 milioni per il Mose e altret­tanti per la Tav», pro­te­sta il depu­tato di Sel Filippo Zaratti.

«Più ince­ne­ri­tori, rifiuti che viag­giano per l’Italia per ali­men­tare impianti ormai obso­leti, segre­tezza dei dati, espro­pri coatti e con l’uso dell’esercito se qual­cuno osa opporsi all’incenerimento», così i Cin­que­stelle defi­ni­scono i tanti lati nega­tivi del decreto.

I par­la­men­tari M5S hanno deciso di mostrare «un’altra Ita­lia», quello che non spreca e che rici­cla i rifiuti, e per que­sto domani a Bre­scia (15,30, por­tici di Piazza Vit­to­ria) è pre­vi­sto un incon­tro pub­blico dove «sarà pos­si­bile – spie­gano – gio­care con gio­stre costruite con mate­riale rici­clato al 100% e saranno mostrati arredi e altri mate­riali rica­vati da pro­cessi di ricon­ver­sione virtuosi».

Plau­dono invece gli indu­striali, a cui lo Sblocca Ita­lia piace: «Si tratta di un primo passo per affron­tare la fase reces­siva in corso», ha detto il pre­si­dente di Con­fin­du­stria, Gior­gio Squinzi.

fonte: il Manifesto

http://ilmanifesto.info/sblocca-italia-dimezzati-i-fondi-per-genova/