Sanità: Il patto della salute è un “pacco”

Renzi va all’incasso e a pagare sono i malati

di Ivan Cavicchi, 12.9.2014

Sanità. Il patto della salute è solo un “pacco”

Ospe­dale S.Camillo, reparto di chi­rur­gia gene­rale, mi hanno appena ope­rato e mi trovo nella stanza 13 letto n° 2 insieme a Luca, un ragazzo che fa l’infermiere nei cara­bi­nieri, ope­rato prima di me. I riti della gior­nata qui comin­ciano pre­sto, puli­zie, tera­pie, i pre­lievi, le medi­ca­zioni, le visite . Sono tanti gli ope­ra­tori di turno, entrano e escono dalle stanze, spin­gono car­relli pieni delle cose più diverse. Il reparto fun­ziona bene, mi sento a casa mia tra la mia gente cono­sco i loro pro­blemi, le loro tri­bo­la­zioni quo­ti­diane e i loro irri­du­ci­bili valori.

Sono arrab­biati e non solo per le retri­bu­zioni che reste­ranno bloc­cate anche per il 2015. Per me ospe­da­liero della prima ora che da una vita si occupa di sanità, è dav­vero impres­sio­nante per­ce­pire lo scarto ter­ri­bile che c’è tra la bana­lità di una stu­pida deci­sione finan­zia­ria presa a tavo­lino da un governo “micra­gnoso” e la com­ples­sità deli­cata di que­sto reparto dove etica, scienza, tec­nica, eco­no­mia e orga­niz­za­zione si mischiano per costruire fati­co­sa­mente un equi­li­brio permanente.

I ser­vizi sani­tari sono sistemi sen­si­bili, non ci vuole molto per com­pro­met­terne la fun­zio­na­lità. Si capi­sce subito che, se quel reparto, come mille altri, fun­ziona nono­stante tutto, ciò è dovuto solo alla coscienza di chi lavora. L’intenzione del governo non mi ha sor­preso. Ho scritto che il “Patto per la salute” sot­to­scritto tra governo e regioni in realtà si sarebbe rive­lato “un pacco” e che ci sareb­bero stati altri tagli. Rac­con­tai della mini­stra Loren­zin che replicò al mio arti­colo difen­dendo il “patto” per­ché con­vinta di aver otte­nuto da Renzi una garan­zia finan­zia­ria a prova di legge di sta­bi­lità. La mini­stra non volle cre­dere alle mie parole («la spesa sani­ta­ria, rispetto alla finanza pub­blica resta sub­ve­niente quindi definanziabile»).

Dav­vero una gran brutta figura, povera Loren­zin smen­tita soprat­tutto sul ter­reno della sua per­so­nale cre­di­bi­lità poli­tica e verso la quale non posso che pro­vare un sen­ti­mento di soli­da­rietà. Ora lan­cia allarmi sui peri­coli che corre l’universalismo men­tre le Regioni sono nel cor­tile della sanità a vociare come sem­pre in ordine sparso per dirci che con altri tagli lineari crol­lerà tutto. Ma non crol­lerà niente. Da una parte saranno gli ope­ra­tori sulla loro pelle, non certo gli asses­sori regio­nali, a impe­dire che crolli qual­cosa, dall’altra con­ti­nuerà in modo sub­dolo il pro­cesso di pri­va­tiz­za­zione che è in atto da anni.

Renzi aveva pub­bli­ca­mente detto che se le Regioni aves­sero bucato l’obiettivo del rispar­mio si sarebbe tor­nati ai tagli lineari, ma ora che è alle strette con la legge di sta­bi­lità da fare non ha tempo per aspet­tare i risparmi pro­messi e va all’incasso. Lo spiaz­za­mento poli­tico della mini­stra e delle Regioni è forte. Quel “patto” per la salute rischia di valere come un fico secco. Ave­vamo con­si­gliato anche al gover­na­torte Chiam­pa­rino di met­tere in campo una “con­tro pro­spet­tiva”. Ritengo impro­ba­bile accre­scere il finan­zia­mento alla sanità in una fase di decre­scita del paese. In que­sto vociare con­fuso tutti sem­brano dimen­ti­care i risul­tati di una ricerca fatta dall’Agenas, agen­zia tec­nica alle dipen­denze del mini­stero della salute, che ha quan­ti­fi­cato lo spreco del sistema a 6 mld, cioè il dop­pio di ciò che oggi chiede Renzi alla sanità, o l’ultima rela­zione della Corte dei Conti che parla senza peli sulla lin­gua di “mala gestio” per un ammon­tare che si aggira sui 10 mld, e i dati delle Fiamme Gialle sul danno era­riale, anche que­sto valu­tato in parec­chi mld, e quelli della com­mis­sione par­la­men­tare d’inchiesta sul Ser­vi­zio sani­ta­rio nazio­nale che ha cal­co­lato che il costo della medi­cina difen­siva si aggira tra i 10 e i 14 mld e infine un report del mini­stero che, a pro­po­sto di piani di rien­tro, ci dice che la parità di bilan­cio è stata fatta ma tagliando sui diritti dei più deboli, sui ser­vizi pub­blici, non sulla corruzione.

Non sono mai stato d’accordo con i tagli lineari ma nean­che con i “ruba­gal­line” che sper­pe­rano e abu­sano dei nostri soldi mor­ti­fi­cando i diritti delle per­sone. I soldi in sanità ci sono e anche tanti, si pos­sono recu­pe­rare distin­guendo la spesa buona dalla spesa cat­tiva. Il pro­blema è chi lo fa e come si fa. E infine su que­sta ipo­tesi che cir­cola sui tagli da cari­care con altri tic­ket mi fa orrore non solo per­ché è ingiu­sto tas­sare gli amma­lati ma per­ché è spa­ven­toso finan­ziare i ruba­gal­line della sanità con i soldi dei cit­ta­dini malati.

fonte: il Manifesto
http://ilmanifesto.info/renzi-va-allincasso-e-a-pagare-sono-i-malati/