mio commento: i tagli attuati dal governo portano a far minacciare scioperi e mettere in discussione decreti o riforme da parte di chi opera nei vari comparti man mano messi in discussione. E’ inevitabile che la reazione del personale sia mettersi sulla difensiva e criticare apertamente i peggioramenti subiti dallo Stato Sociale di Diritto. In questo modo i problemi causati dalla recessione pluriennale in atto vengono caricati sulle spalle di Lavoratrici, Lavoratori, Studenti, Pensionati e oltretutto la Carta Costituzionale è spesso disattesa. Ciò che rimane, anzi aumenta in intensità, sono i doveri, in palese controtendenza rispetto ai diritti… Mario Piromallo
Sanità, Lorenzin sugli esami inappropriati: “Nessuna caccia al medico”. Ma i camici bianchi minacciano lo sciopero
E’ subito scontro sul decreto che mira a tagliare gli sprechi attraverso la revisione della spesa negli accertamenti diagnostici. Il ministro: “Il medico potrà difendere la propria scelta in sede di contraddittorio, ma dovrà giustificarla scientificamente; altrimenti scatterà la sanzione amministrativa”. L’Anaao: “No allo Stato che si sostituisce al dottore”
ROMA – Nessuna caccia al medico, il provvedimento sull’appropriatezza non nasce per dare addosso ai camici bianchi, ma per smettere di erogare prestazioni sanitarie che non servono. Lo ha detto il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, intervenendo alla trasmissione “La telefonata di Belpietro” su Canale 5 dopo le critiche avanzate dai sindacati della categoria alla presentazione del nuovo elenco di prestazioni sulle quali opererà la spending review del ministero. “Diamo gli strumenti per agire in modo più sereno – spiega il ministro – . Le sanzioni amministrative sul salario accessorio scatteranno dopo un eccesso reiterato di prescrizioni inappropriate e solo dopo un contraddittorio con il medico che dovrà giustificare scientificamente le sue scelte. Se non lo farà, solo allora scatterà la sanzione”.
Ieri Lorenzin ha presentato ai sindacati dei medici la lista di 208 esami a rischio spreco, con relative eccezioni in base alle quali è possibile ottenere comunque la prestazione a carico del sistema sanitario. “Non è che sono stati tagliati la Risonanza magnetica o la Tac – ha spiegato in tv il ministro – . Andiamoci piano. Si vuole avere un’appropriatezza della prescrizione diagnostica: ovvero che le persone siano indirizzate a fare le diagnosi che servono e non quelle che non servono. In Italia l’eccesso di prestazioni costa allo Stato 13 miliardi di euro l’anno, soldi che potrebbero essere invece ridistribuiti nel Servizio sanitario nazionale per garantire un accesso migliore, ad esempio, alla diagnostica oncologica. Ci sono dei protocolli che definiscono come e quando fare le prestazioni diagnostiche. Sono definiti dalle società scientifiche e rivisti insieme al Consiglio superiore di sanità in base alle buone prassi. Per questo abbiamo avuto un confronto con i sindacati. Dopo, il medico che prende in carico il paziente può anche decidere di derogare quando ritiene necessario e fare più analisi, ma deve motivarlo”.
La mobilitazione dei medici dirigenti – Ma la categoria interessata è già in rivolta. I medici parlano di un “decreto sbagliato”: “E’ già in atto una mobilitazione che potrebbe portare anche a uno sciopero di tutto il mondo della sanità italiana”, annuncia Costantino Troise, segretario dell’Anaao, il maggior sindacato dei medici dirigenti. Il taglio, aggiunge Troise, “fatto dall’alto è al centro di una mobilitazione intersindacale e interprofessionale già partita, al centro degli Stati Generali del 21 ottobre”, con Ordine dei medici, società scientifiche e sindacati. “L’obiettivo è una manifestazione unitaria. Lo Stato si sostituisce al giudizio del professionista, assumendone le prerogative, a prescindere dal malato. Invece non è compito della politica – aggiunge Troise – definire i criteri dell’appropriatezza clinica, valore in cui pure ci riconosciamo, invadendo l’autonomia e la responsabilità dei medici. Senza contare i veri e propri strafalcioni o gli esempi di inappropriatezza assunti a sistema presenti nella parte tecnica del decreto, che la dicono lunga sulle competenze e sull’attenzione riservate a materia delicata che attiene il diritto alla salute dei cittadini”.
“Se il tema dell’appropriatezza prescrittiva, ed il relativo consumo delle risorse, viene considerato fondamentale per l’equilibrio economico dei sistemi sanitari evoluti – osserva Troise – è impensabile procedere attraverso note, tabelle e sanzioni. Con il rischio di inquinare il rapporto medico-paziente e di spingere i cittadini verso le strutture private, obbligando le fasce più deboli della popolazione ad ingrossare il numero di coloro che già ora rinunciano alle cure ed alimentando una spesa out of pocket che già è ai massimi in Europa”.
Chirurghi ospedalieri: soluzione inaccettabile – “Il problema della prescrizione di esami inutili esiste – afferma invece Pierluigi Marini, vicepresidente dell’Associazione dei chirurghi ospedalieri (Acoi) – l’abbiamo denunciato più volte come effetto della medicina difensiva. Nonostante questo, ora i medici si trovano nella situazione paradossale di dover pagare per tutti. La soluzione proposta dal ministro Lorenzin, infatti, non è accettabile perché mette i medici, ed in particolar modo i chirurghi, tra due fuochi: quello del rischio del contenzioso legale, ormai insopportabile, e quello delle sanzioni per la prescrizione di esami inutili”. Marini parla di “situazione francamente inaccettabile per i medici” e rimarca la necessità urgente che lo stato proceda a un intervento legislativo strutturale per risolvere “la questione contenzioso medico legale ed il problema della medicina difensiva, che costa allo Stato quasi 17 miliardi di euro all’anno”.
Tribunale del malato e le altre reazioni – Contro il decreto si pronuncia anche Tonino Aceti, portavoce del Tribunale del malato Cittadinanzattiva, che suggerisce una mobilitazione comune tra pazienti e medici “contro la prospettiva di un medico trasformato in ‘funzionario'”. Il sindacato dei medici Smi, dal canto suo, parla di “modo ipocrita di fare tagli che aumenta il conflitto con i pazienti”: “Il governo – dice il segretario nazionale Mirella Triozzi – deve avere il coraggio di dire la verità ai cittadini”, ovvero che “da domani dovranno pagare ciò che fino ad ora hanno avuto gratuitamente. Così, invece, è un modo ‘ipocrita’ e dissimulato di tagliare servizi”. La lotta all’inappropriatezza deve avere come obiettivo la fonte principale di sprechi, che è la disorganizzazione dei servizi, causa di ricoveri ed esami inutili, mentre i medici devono poter continuare a poter fare il proprio lavoro, liberamente. Senza ricatti, senza essere sotto la minaccia di una ritorsione economica”.
Anche La Funzione pubblica Cgil, in una nota, critica il decreto sulle ‘prestazioni inappropriate’ e si dice “pronta alla mobilitazione unitaria con i cittadini, a difesa del servizio sanitario nazionale” e per mettere fine alla “politica di definanziamento del servizio sanitario con il razionamento e la costante riduzione delle risorse”. “La Fp Cgil medici – dice il segretario nazionale Massimo Cozza – si riconosce nelle richieste dell’apertura immediata dei tavoli contrattuali per il rinnovo dei contratti e delle convenzioni, e di una rapida approvazione della legge sulla responsabilità professionale in sanità. Inoltre, condivide “il giudizio negativo sulla deriva aziendalistica centrata sui conti a danno dell’assistenza e della professionalità dei medici e degli operatori del servizio sanitario, così come sulla revisione del titolo v della Costituzione che ha portato con una frammentazione regionale ad inaccettabili diseguaglianze”.
“E’ inaccettabile scaricare il costo dell’inappropriatezza prescrittiva sulle spalle del cittadino che viene costretto a pagare di tasca propria – afferma invece Stefano Cecocni, responsabile nazionale Cgil per le politiche della salute – ed è inconcepibile che una questione così rilevante venga trattata senza un confronto con tutte le forze sociali. L’appropriatezza non si realizza ‘per decreto, quella che il ministro Lorenzin sta compiendo è un’operazione delicatissima, che riguarda la garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ed è condizionata pesantemente dai tagli alla sanità. Per questo – conclude – il confronto con i sindacati medici è utile ma non basta: una questione così rilevante dev’essere trattata con un confronto con tutte le forze sociali, che rappresentano milioni di cittadini utenti del Servizio sanitario nazionale”.
fonte: la Repubblica
http://www.repubblica.it/salute/medicina/2015/09/23/news/lorenzin_sugli_esami_inappropriati_nessuna_caccia_al_medico_-123491364/?ref=HRER1-1